Delilah

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Nathan si porta entrambe le mani sul fianco e le vedo che si sporcano di sangue. 

-Accidenti!- esclama con un'espressione dolorante. -Perché diamine hai sparato?- 

-Quello è l'uomo che ha ucciso i miei genitori!-

-No, li ho uccisi io! Io!- Sto per replicare ma chiudo la bocca. 

-Avresti fatto lo stesso- dico a denti stretti e 'sta volta è lui che resta zitto. -Scusa.- 

-Lascia perdere... ehi ma cosa fai?- mi chiede sgranando gli occhi e facendomi ridere. 

-Devo fermare l'uscita di sangue, tu che dici? Fammi vedere, dai- rispondo. Si siede sul letto e alza di poco la maglia. Appallottolo la mia e gliela passo. -Premila sulla ferita, mi serve del nastro adesivo.-

-Nastro adesivo?- 

-Nastro adesivo, in qualche modo ti devo pur fasciare. Aspetta un attimo.- Strappo una la manica dalla maglietta e gliela ridò. Mi avvicino al lavandino e bagno la stoffa. Cerco del nastro adesivo ma per il momento trovo solo lenzuola e un paio di forbici. Spero solo di sbrigarmi a tagliare almeno una striscia, anche perché dovrebbe bastare. La taglio abbastanza larga ma ci metto un po' e, nel mentre, lancio occhiate nervose a Nathan.

-Sto bene- mi dice. Sbuffo e, scocciata, lascio le forbici. Con tutta la forza che ho strappo la striscia. 

-Okay, allora, aspetta... dammi la manica e copri la ferita con la maglia.-

-Di nuovo?-

-Di nuovo- rispondo alzando gli occhi al cielo. So che lo fa apposta per darmi fastidio e sdrammatizzare, ma non è che sia proprio il momento. Mi lancia la manica e la sciacquo, poi la strizzo e prima di lasciarla asciugare la uso per inumidire una parte della stoffa.

-Okay, mi devi aiutare. Ce la fai a stare seduto?-

-Sì- risponde tirandosi su.

-E a muovere le braccia?- Muove le braccia. -Va bene, togli la maglia. No, non la tua maglia, la mia. Santo cielo Nathan non quella che ho addosso!- Mi guarda con un sorriso irritante e strafottente.

-Scusami principessa, non lo faccio più.-

-Smetti di fare l'idiota, va bene? Mentre tu ti diverti a fare il cretino io mi preoccupo per la tua salute!- sbotto nervosa. -Alza il braccio.- Inizio a fasciargli l'addome e quando arrivo alla fine mi rendo conto che non ho niente con cui fermarla. -Aspetta, forse ci sono graffette o cose simili. E, per una volta, ho ragione, infatti ne trovo più di una. Fisso il bendaggio e mi siedo vicino a lui.

-Hai munizioni?- chiedo.

-No.-

-Allora ci dobbiamo far bastare quelle che abbiamo. Quando usciremo di qui dovremo sparare alternandoci, chiaro?-

-Chiaro.-

-In ogni caso: 'sta volta sono io che ti copro, non puoi permetterti altre ferite.-

-Non se ne parla.-

-No, infatti tu farai quello che ti dico e basta.-

-E da quando sei il mio capo?-

-Da quando se ti sparano e muori io resto sola e senza protezione.- Sono brava a zittirlo, dai.

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