8.Sei identica a lei.

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Il cielo si era fatto grigio e io e Harry avevamo deciso di tornare indietro.
Il riccio aveva portato il discorso ad argomenti completamenti diversi e c'eravamo trovati a parlare di caramelle.
"Se sono appiccicose le odio...", commentai, ridendo.
Harry mi lanciò un'occhiata scettica.
"Quelle sono le migliori!", ribatté, scuotendo la testa.
"Ma, dai, sono orr-", mi interruppi di colpo, quando riconobbi la figura di Zayn a qualche metro da noi.
Stava camminando a testa bassa, con una sigaretta accesa tra le dita.
Sbiancai, pensando ad un modo per evitarlo.
"Torniamo indietro?", chiesi, afferrando Harry per il polso.
Lui corrugò la fronte.
"Perché? Sta per piovere", mi fece notare, indicando il cielo.
Pensai a qualche scusa, ma ormai il moro era troppo vicino e mi notò.
Anzi, ci notò.
"Jane?", chiese, confuso, poi guardò Harry e la sua espressione si fece piena di rabbia.
In un attimo, che non riuscii neanche a realizzare, gli fu addosso, colpendolo con un pugno potente in pieno volto.
Il riccio, che non se lo aspettava, cadde per terra.
"Ma che cazzo...?", urlò, portandosi una mano sul naso.
Io indietreggiai, incredula.
E Zayn riprese a colpirlo violentemente, stavolta con dei calci nello stomaco.
"Sei stato tu, coglione!", esclamò.
"Ma...che stai...dicendo?", mormorò Harry, senza forze.
Poi, io capii.
Zayn credeva che fosse stato Harry a drogarmi.
Spalancai gli occhi e lo bloccai per un braccio.
"Non è stato lui! Non è stato lui! Fermati, ti prego!", gridai, con le lacrime agli occhi.
Zayn sembrava indemoniato, ma quando sentì le mie parole, si rilassò, allontanandosi dal corpo sfinito di Harry.
Spaventata, mi chinai su di lui.
"Oddio, stai bene? Ti prego, rispondimi", singhiozzai, mettendolo a sedere.
Il riccio gemette appena.
"Sto...sto bene", disse, cercando di tirarsi in piedi.
Lo aiutai.
Poi, guardai Zayn, scuotendo la testa, amareggiata.
"Ma sei impazzito? Potevi ucciderlo!", gridai, furiosa, sostenendo il riccio.
Lui roteò gli occhi e questa cosa mi fece uscire dai gangheri.
"Se fosse stato lui a drogarti, lo avrei fatto", rispose, con cattiveria.
"Cavolo, il tuo gancio destro è migliorato dall'ultima volta", bofonchiò Harry, ridacchiando.
"Ti ho steso comunque anche quella volta", commentò Zayn, rilassando le labbra in un sorriso.
Io passai velocemente lo sguardo da Zayn a Harry, incredula.
"Voi due vi conoscete?".
"Come si fa a non conoscere Zayn Malik?", fece il riccio, sorridendo arrogantemente verso l'altro.
"Lo stesso vale per te, Styles", commentò Zayn, assottigliando gli occhi.
"Ok, ok, ok...io sono confusa...ma vorrei che te ne andassi", dissi, guardandolo.
Il moro arricciò il naso, poi annuì lentamente e se ne andò senza dire niente.
Lo seguii con lo sguardo mentre se ne andava e dovetti costringermi a voltarmi ad un certo punto.
"Mi dispiace...è colpa mia...", sussurrai, guardando Harry.
Lui mi sorrise.
"Tranquilla, non è niente. Ci sono abituato", commentò.
Poi si grattò la testa e si guardò intorno, come se non avesse voluto dire quelle cose. E avrebbe fatto bene.
"Che vuol dire che ci sei abituato? E poi come fai a dire che non è niente? Per poco non ti mandava all'ospedale!", esclamai, smanaccando.
"Ma finiscila, mi ha appena fatto il solletico", ribatté, riprendendo a camminare.
"Finiscila tu! E poi è inutile che tu ti nasconda dietro ad una risatina beffarda, non stai bene", commentai, parandomi davanti a lui, con le mani sui fianchi.
"Sto benissimo. Adesso muoviamoci, non credo che manchi molto ad una tempesta".
Sbuffai e lo seguii.
"Ti picchi spesso con la gente?", continuai, dato che non aveva risposto alla mia prima domanda.
Lo vidi roteare gli occhi e gli tirai una spinta, senza pensare che avrei potuto fargli male, date le sue evidenti condizioni, che lui continuava a negare.
Fece una smorfia, barcollando verso destra e io mi sentii una cretina.
"Oddio, scusa", sussurrai, afferrandolo delicatamente per il braccio perché non cadesse.
"Sto bene", s'impuntò di nuovo.
Alzai le braccia, innervosita, e sbuffai.
"Non mi stupisce che Zayn mi abbia preso a pugni per te".
"Ma che stai dicendo?", feci io, sempre più confusa, ma anche irritata perché continuava a fingere di stare bene.
"Sto dicendo che tu somigli molto alla mia migliore amica, alla ragazza di Zayn".
Ci misi un bel po' per realizzare quelle parole.
"L-la ragazza di Zayn era la tua migliore amica? Era...era Dana?".
Oddio, questa cosa si faceva sempre più complicata.
"Oh, sai già la storiella, eh?", chiese, amaro.
Mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e annuii.
"Mi dispiace".
"Sono cose che succedono. La gente muore tutti i giorni", rispose con finta nonchalance.
Arrivammo a casa mia poco dopo e lui mi lasciò il suo numero.
Mi piaceva Harry, dopotutto, anche se frequentava le compagnie sbagliate e, forse, saremmo diventati amici.

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