28.L'orgoglio prima di tutto.

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"Tesoro, ti ho portato la colazione", sussurrò mia madre, entrando in camera mia con un sorriso tirato.

Sembrava che anche lei non dormisse da giorni.

"Non ho fame", bofonchiai, atona, stringendomi tra le coperte.

Lei sospirò e si avvicinò, poggiando un bicchiere con del succo d'arancia e una scatola di biscotti sul mio comodino. Poi, si sedette, accarezzandomi i capelli.

"Capisco che tu ti senta male, ma sono già quattro giorni che non vai a scuola...non pensi che magari dovresti uscire dal letto?".
Scossi la testa.

"Magari Zayn ha sbollito la rabbia e non vede l'ora di vederti per tornare insieme a te!", continuò lei, sorridendomi incoraggiante.
Scossi ancora la testa, afflitta.

"Sa dove abito, sarebbe venuto", dissi, col solito tono di prima.
Mia madre sospirò e mi abbracciò.

"Mi fa stare male vederti così. Ti prego, alzati e vai a scuola, fallo per me", mi supplicò, stringendomi a sé.

"Non c-ce la faccio", balbettai, mentre gli occhi, già gonfi per precedenti pianti, tornavano ad inumidirsi.

"Fallo per me", ripeté, stringendo i denti per non piangere insieme a me.
Sospirai e annuii con la testa.
"Ok...ok...".

Continuavo a guardare Zayn, seduto in seconda fila, lontano da me.
Il professor Doyle non era ancora arrivato e tutti, nella classe, chiacchieravano allegramente.
Tirai su col naso, appoggiandomi ad un braccio.
Mi tornavano in mente le parole che Zayn aveva usato per lasciarmi, mi tornava in mente la sua espressione delusa, le sue lacrime. Continuamente.
Sospirai, mentre Maggie entrava in classe.
Rivolse uno sguardo confuso a me e a Zayn e si avvicinò lentamente, sedendosi vicino a me.

"Ciao", feci atona, senza guardarla.
"Uhm...ciao. Come mai tu e Zayn non siete seduti accanto?", chiese, tirando fuori il libro e un quaderno.
"Abbiamo litigato e...mi ha lasciata...", sussurrai, abbassando la testa.
Picchiettai le dita sul banco e mi voltai verso di lei.

"Oh...mi dispiace. Cos'è successo?".
Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sospirai.

"Ho baciato Harry, tanto tempo fa e Zayn l'ha scoperto...".
Maggie spalancò la bocca e annuì lentamente con la testo.

"Oh, capisco...", disse, schiarendosi la voce.
"Ti giuro che non provo niente per Harry, siamo solo amici", dissi in fretta, sperando che non si arrabbiasse anche lei.
"No, va bene. Non...non devi giustificarti con me...e comunque non avrei alcuna possibilità con lui".
Sospirai di nuovo, sfiorandole la spalla.

"Non è vero".
"Sì, siamo completamente diversi e per lui sono sempre stata invisibile...", sospirò, facendo una smorfia.
"Che intendi con 'sempre'?", chiesi, confusa.
"Beh...da quando lo conosco...dal primo giorno delle superiori...sono stata ad ogni sua partita, l'ho votato come presidente del consiglio studentesco, l'ho sempre osservato da lontano...e mi è sempre sembrato irraggiungibile. Ci ho anche parlato, qualche volta, ma il fatto che quando tu ci hai presentato non si ricordasse di me mi fa pensare che davvero non gli importi nulla di una come me", disse, alzando le spalle, rassegnata.
Abbassai la testa e sospirai.

"Ma io ti sto raccontando i miei drammi quando sei tu ad aver bisogno di sfogarti. Sono una cretina", esclamò, accarezzandomi la spalla.
Accennai appena un sorriso e scossi la testa.

"In realtà voglio soltanto pensare a qualcos'altro", dissi, tirando su col naso, mentre lanciavo un'altra occhiata a Zayn.

"Usciamo stasera, ti va?", mi chiese, mentre entrava in classe il professore.
"Ok", risposi, sorridendole.
"Vicino a casa mia c'è un locale molto carino: il proprietario è un vecchio amico di famiglia, ci tratterà come celebrità", esclamò, facendomi l'occhiolino.
Mantenni il mio sorriso, anzi, lo allargai, anche se stavo morendo dentro.

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