"Oh, non preoccuparti: io me ne stavo andando e tu capiti nel momento giusto per darmi un passaggio", bofonchiai rivolta a Louis, afferrandolo per il braccio.
"Vuoi andare a scuola così?", fece Zayn, ricordandomi che avevo ancora gli abiti del giorno prima.
Alzai le spalle e spinsi Louis.
"No, Jane, non posso, devo lavorare!", si lamentò lui, divincolandosi dalla mia presa.
"Se avete finito, io sto ancora aspettando una risposta", ci interruppe Cindy, muovendo la testa così che la sua lunga coda bionda ondeggiasse sensualmente.
Sbuffai, incrociando le braccia e sentii Zayn sospirare.
"Mi dispiace che tu non abbia un posto dove andare, ma io non posso...", disse, scuotendo la testa.
La ragazza roteò gli occhi.
"Perfetto".
"Perché non vai da John?".
"Si arrabbierebbe e mi rimanderebbe a Glasgow. In quella scuola. Oddio, Zayn, tu non puoi capire: quel posto era l'inferno. Ti prego non farmi tornare là", lo supplicò, mordendosi nervosamente il labbro.
Il moro abbassò la testa e sospirò di nuovo.
"Non posso", ripeté.
Sentii una fastidiosa sensazione allo stomaco e sbuffai: grandioso, mi sentivo in colpa.
"Ok", sbottai.
"Ok, va bene. Puoi restare a casa del mio ragazzo", continuai, avvicinandomi a lei.
"Ma prova soltanto a toccarlo e ti assicuro che la ricerca di un posto dove stare sarà l'ultimo dei tuoi problemi", sibilai, digrignando i denti.
Cindy fece un mezzo sorriso e si voltò verso Zayn, che aveva spalancato la bocca, stupito del fatto che avessi cambiato idea.
Lo guardai e roteai gli occhi.
"Chiudi la bocca, ti ci entrano le mosche", sbottai, afferrando di nuovo Louis e trascinandolo fuori di casa.
Pioveva abbastanza forte, quindi cercai di farlo muovere più velocemente, ma oppose resistenza.
"Jane, Jane...Jane!", fece lui, sbuffando.
"Devo andare a lavoro, sono passato soltanto perché mi sono dimenticato qui la borsa, non ho tempo di portarti a scuola".
"Ti porto io", si propose Zayn, uscendo.
Alzai le braccia.
"Ok, come ti pare"."La smetti di tenermi il broncio?", Zayn interruppe il silenzio creatosi nell'auto, ma io non risposi, continuando a guardare fuori dal finestrino.
"Jane?".
"Jane, nulla!", sbottai, acida, voltandomi verso di lui.
"Avresti dovuto prendere le mie difese quando quella stronza mi ha umiliata, invece hai preferito startene zitto. Come credi che mi senta?".
"Mi dispiace, hai ragione, ero soltanto scioccato di rivederla. Tutto qui".
Scossi la testa e tornai a guardare fuori dal finestrino, offesa.
"Dai, non fare così...", sussurrò lui, sfiorandomi la spalla.
"Non mi toccare", bofonchiai, spingendo via la sua mano.
Si passò la lingua sulle labbra e annuì, facendo sì che il silenzio tornasse ad avvolgerci.
"Hai intenzione di farla lunga?", riprese, dopo un po' che sbuffava.
Non risposi, assunsi un'espressione ancora più scocciata e arrabbiata, anche se lui non poteva vedermi.
"Senti, non volevo ospitarla, hai fatto tutto da sola".
"E cosa avrei dovuto fare? L'hai sentita, no? Quella scuola è l'inferno!", bofonchiai, cercando di imitare al meglio la voce di Cindy.
Zayn sospirò, stringendo le mani sul volante, poi scoppiò a ridere: inizialmente si limitò ad una risatina silenziosa, poi cominciò a ridere di gusto.
Nonostante volessi tenergli il muso e sembrare ancora arrabbiata, semplicemente non riuscii a non farmi contagiare.
"Che c'è?", sbottai, ridacchiando.
Lui mi guardò e scosse la testa, facendo un sorrisetto divertito mentre tornava con gli occhi sulla strada.
"Niente, stavo soltanto pensando a quanto essere gelosa ti renda buffa", commentò, senza smettere di sorridere.
"Gelosa? Io? Ma per favore!", esclamai, incrociando le braccia.
Zayn alzò un sopracciglio e si passò la lingua sulle labbra.
"Quindi non sei gelosa, eh? Meno male perché avevo pensato di portare a cena fuori Cindy, sai, è appena tornata...credevo ti saresti arrabbiata, ma dato che non sei gelosa, non ci sono problemi, no?", disse, con un tono beffardo e al tempo stesso di sfida.
Lo guardai male, tirandogli una botta sul braccio.
"Non sei simpatico", sbottai, acida.
"Non sei simpatico", ripetè lui, imitandomi.
Gli feci una smorfia e lui rise di nuovo.
"A parte gli scherzi, Jane, mi sta bene che tu sia gelosa, significa che ci tieni...", continuò, pizzicandomi la guancia.
Mi sentii avvampare e abbassai gli occhi, senza sapere cosa rispondere.
"Però non voglio che ti preoccupi inutilmente di Cindy: lei per me non è niente. Non mi piaceva quando stavo con Dana e non mi piace adesso, in nessun senso. E' soltanto una bambina capricciosa, lo è sempre stata", aggiunse, guardandomi per vedere la mia reazione.
Ricambiai lo sguardo, sorridendo appena.
"Ok, scusa se ho reagito in quel modo, so di aver esagerato".
"Uhm...va bene...accetto le tue scuse", mormorò con tono di sufficienza.
Lo colpii di nuovo e lui rise.
"Sei adorabile quando fai così", commentò, schioccando le labbra, come per mandarmi un bacio.
"Falla finita o ti prendo a pugni", sbottai, anche se, ormai, non ero più seria nemmeno io.
"Uuh, siamo aggressive, vai così!", esclamò, ridacchiando.
"Zayn!", ribattei io, scuotendo la testa.
Continuò a sorridere e io mi misi ad osservarlo.
"La smetti di fissarmi?", sbottò, dopo un po', senza voltarsi verso di me.
"E perché? Sei tu che devi guidare, io non ho niente di meglio da fare", commentai, sistemandomi meglio.
"Ok, so di essere estremamente bello, ma stai diventando inquietante", ribatté lui, lanciandomi un'occhiata.
Ridacchiai.
"Su una cosa hai ragione: forse sono un tantino inquietante in questo momento", dissi, sorridendo.
"Vorresti dire che non mi trovi bello?", commentò, alzando un sopracciglio.
Alzai le spalle, facendo una smorfia.
"Mah...".
"Affascinante?", riprovò, facendo un sorriso smagliante.
Scossi la testa, fingendo di provare pietà per lui.
"Sexy, allora?".
"Tranquillo, la bellezza non è tutto", esclamai, accarezzandogli la spalla.
Lui mi guardò male e risi.
"Divertente", commentò, sarcastico.
"Sai cos'altro è divertente?", continuò, facendo un sorrisetto arrogante verso di me.
"Camminare a piedi fino a scuola con questo tempo".
Alzai un sopracciglio e lo guardai con sfida.
"Non lo faresti", lo provocai, ridacchiando.
"Oh, davvero?", sussurrò, accostando l'auto al bordo della strada.
Si voltò verso di me e mi rivolse quel sorrisetto antipatico.
"Scendi", disse, allegramente, quasi canticchiando.
La mia espressione cambiò e divenni seria, corrugando la fronte.
"Stai scherzando, vero?".
"Oh, no, per niente".
Lo osservai per un attimo, certa che sarebbe ripartito da un momento all'altro, ridendo, ma si limitò a slacciarsi la cintura per aprirmi la portiera.
"Fossi in te mi sbrigherei, non vorrai arrivare tardi, no?", riprese.
Schiusi le labbra, mentre il mio corpo si alzava meccanicamente e uscivo dall'auto.
"Ci vediamo a storia!", esclamò lui, sorridendomi.
Chiusi la portiera, mentre l'acqua gelida mi bagnava i capelli.
"Stronzo!", gridai, quando mi ripresi, ma ormai lui era ripartito.
Camminai per una decina di minuti sotto la pioggia, completamente fradicia, maledicendo Zayn, fino a quando non mi affiancò un'auto.
"Jane?", fece una voce, confusa, e, quando il finestrino si fu abbassato completamente, riconobbi Maggie.
"Che ci fai a piedi sotto la pioggia? Ti prenderai una polmonite! Entra", esclamò, osservandomi.
Non me lo feci ripetere due volte.
"Oddio, grazie", sussurrai, stringendomi tra le braccia.
"Ma che è successo?".
"Niente, Zayn è impazzito e mi ha lasciata a piedi", dissi, corrugando la fronte.
"Vuoi che ti porti a casa? Non puoi andare a scuola così", commentò, guardandomi.
"Sì, hai ragione".
Andammo a casa mia e mi cambiai, poi, dopo che mia madre mi ebbe fatto mille domande, riuscimmo a tornare in auto per andare a scuola.
"Grazie ancora per il passaggio e scusa se ti ho fatto arrivare in ritardo", sussurrai, appena arrivammo.
"Non preoccuparti, non ho niente alla prima ora: il professore di spagnolo ha l'influenza", spiegò, sorridendomi.
"Meno male...", sussurrai, ricambiando il sorriso, poi mi ricordai che invece la mia professoressa di chimica ci sarebbe stata e mi passai una mano tra i capelli.
"Devo correre, ci vediamo a storia!", esclamai, mentre me ne andavo.Sei arrabbiata?
Lessi velocemente il bigliettino che Zayn mi aveva passato sul banco e tornai ad osservare il professor Doyle, che continuava a far avanti e indietro per la stanza, mentre spiegava storia.
Il moro, vedendo che non gli stavo rispondendo, mi tirò una gomitata.
Lo guardai male, massaggiandomi il punto in cui aveva colpito.
"Rispondi", mi mimò con le labbra, indicando il pezzetto di foglio.
Sbuffando, presi una penna.No, certo che no. Anzi, ricordami di ringraziarti quando mi verrà una polmonite.
Dopo aver scritto quelle parole, passai malamente il bigliettino a Zayn.
Con la coda dell'occhio, lo vidi ridacchiare.Probabilmente ho esagerato, ma ne è valsa la pena.
Probabilmente?! Ti odio, è ufficiale.
Conclusi, lanciandogli un'occhiata infuocata, prima di ripassargli il foglio, ormai stropicciato a forza di passarlo.
Lui sorrise, leggendo, poi appoggiò la testa su un braccio per potermi osservare.
Mi voltai leggermente dall'altra parte, mettendo il broncio.
"Se stasera mi facessi perdonare con una cenetta soltanto io e te?", sussurrò, sfiorandomi il braccio con un dito.
Sentii un brivido e non riuscii a non guardarlo.
"Dovresti impegnarti davvero tanto", bofonchiai, fissandolo negli occhi.
Zayn sorrise e si avvicinò a me.
"Credo di poterlo fare", commentò, intrecciando le sue dita con le mie.
"Ma ti sei dimenticato di Cindy?".
"Nah, lei non è un problema: le chiederò di uscire dai piedi per una sera. Dopotutto, sono anche troppo gentile ad ospitarla".
A interromperci fu il professore, schiarendosi la voce.
Ci guardò male e noi tornammo ad ascoltare.Stavo per uscire di casa e andare da Zayn, quando mio padre mi bloccò il passaggio, fermandosi davanti alla porta.
Sospirai.
"Dove stai andando?", chiese, incrociando le braccia.
"Da Zayn", sbottai, alzando un sopracciglio.
Con mia estrema sorpresa, si spostò di lato, liberandomi la strada.
Lo guardai, confusa. Doveva esserci un inganno.
"Posso andare?", sussurrai, decisamente spiazata.
Lui annuì con la testa, abbozzando un sorriso.
"Questo ragazzo è importante per te, l'ho capito. E ho sbagliato a trattarlo male e a urlarti contro. E' soltanto che...tu sei la mia bambina, è difficile lasciarti andare", ammise, abbassando la testa.
"Papà...", feci io, sorridendo mentre lo abbracciavo.
"Non mi perderai mai per un ragazzo, nemmeno se è importante come Zayn. Ma non sono una bambina", mi lamentai.
Lui rise e mi strinse più forte.
"Per me lo sarai sempre", commentò, baciandomi la fronte.
Mi allontanai e gli sorrisi, prima di andarmene.
Corsi a casa di Zayn, ansiosa di scoprire cosa aveva preparato per farsi perdonare, ma quando arrivai, mi venne ad aprire Liam.
Corrugai la fronte.
"Ehm...ciao?", mormorai, confusa.
"Ciao! Ti aspettavamo! Entra!", esclamò lui, trascinandomi in casa.
Trovai tutti in salotto, e con 'tutti' intendo proprio tutti: persino Cindy.
Incrociai lo sguardo di Zayn, lanciandogli un'occhiatina eloquente e lui alzò le spalle, dispiaciuto.
"Ehi, Jane, una partitina a battaglia navale?", fece Louis, rivolgendomi un sorriso a trentadue denti.
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wrong z.m
FanficTRATTO DALLA STORIA. "[...] La verità è questa, Jane, io ho paura. Ho così tanta paura". Irrigidì la mascella e si voltò verso la lavagna. Poi, sospirò. Mi ci volle qualche minuto per realizzare tutto, ma poi sorrisi e intrecciai le mie dita con le...