27.Proprio come me.

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Guardai l'orologio del salotto di Zayn: segnava le undici e diciassette minuti.
Quindi dovevano essere passate all'incirca due ore da quando Cindy aveva iniziato a parlare, parlare e ancora parlare. O, meglio, a vantarsi ed elogiare i bei tempi trascorsi con Zayn. Il mio Zayn.
Presi l'ennesimo respiro profondo, sgranchendomi un po'.
"Qualcuno ha una sigaretta?", interruppi Cindy, attirando l'attenzione su di me.
Subito, Harry tirò fuori un pacchetto di tasca e me lo passò.
"Grazie", risposi, scocciata da Cindy, che aveva già ripreso il suo noioso discorso.
Poi, mi alzai, presi un accendino e andai fuori.
Il cielo era brumoso, ma si intravedeva qualche stella luminosa qua e là.
Mi appoggiai alle colonne del porticato e iniziai a fumare, pensierosa.
Quella ragazza mi stava davvero irritando. Cosa voleva da Zayn? Credeva, forse, di potermelo portare via?
Sbuffai, aspirando il fumo dalla sigaretta.
"E' una bella serata, eh?", sussurrò Harry, affiancandomi.
Roteai gli occhi.
"Forse non era chiaro, ma volevo stare sola, Harry", bofonchiai, acida.
"Avevo voglia anch'io di una sigaretta...ma non preoccuparti, il giardino è tutto libero", commentò, facendo per andare da un'altra parte.
Lo bloccai per un braccio, sospirando.
"Scusa, sono un po' nervosa".
"Un po'?", ripetè lui, alzando un sopracciglio.
Sorrisi, picchiettando un dito sulla sigaretta.
"E' Cindy...insomma lei...credi che resterà qui a lungo?".
Harry alzò anche l'altro sopracciglio, poi rise.
"Cindy. E' lei che ti preoccupa?", chiese, divertito.
Alzai le spalle.
"Sì! Cavolo, l'hai vista? Tenta in tutti i modi di attirare l'attenzione di Zayn".
Lui sorrise e mi rubò la sigaretta di mano, portandosela alla bocca.
"Credimi: quella ragazza non ha alcuna possibilità con Zayn. Non gli è mai piaciuta molto. E lei ci ha sempre provato spudoratamente", disse.
Ricambiai il sorriso e lo osservai un attimo.
"Grazie, Har", sussurrai, abbracciandolo.
"E di che?", ribatté lui, confuso.
Mi allontanai.
"Sei il miglior migliore amico di sempre", dissi, sorridendogli, prima di rientrare in casa.

"Mi è piaciuta la cenetta solo io e te", commentai, sarcastica, appena io e Zayn trovammo un secondo per stare da soli, in cucina, dato che Harry e Louis stavano giocando alla playstation, Liam se n'era andato, Niall era al telefono con sua madre e Cindy era sparita, per fortuna.
Il moro rise, invitandomi a sedermi al tavolo con lui.
Mi porse una tazza di cioccolata calda fumante e mi baciò sulla guancia.
"Lo so. Non avevo idea che sarebbero venuti tutti da me...però ho già in mente un'altra cosa per farmi perdonare".
Sorrisi, piegando la testa di lato.
"Ah, sì? Sarebbe?", chiesi, curiosa.
"Beh, in realtà lo stavo preparando da un po' e non sarebbe proprio completo, ma...ok, vieni, ti faccio vedere", disse, prendendomi per mano e trascinandomi dietro di sé.
Scendemmo le scale fino ad una porta.
"Chiudi gli occhi".
"Cosa?", feci io, aggrottando la fronte.
"Chiudili e basta", continuò lui, guardandomi.
Obbedii e lo sentii aprire la porta. Mi fece fare qualche passo e poi si fermò, lasciandomi la mano.
"Ok...puoi aprirli", riprese.
Feci come aveva detto e, quando i miei occhi si abituarono alla luce, mi trovai davanti ad una stanza piena di ogni genere di cose: dalle decorazioni di Natale a vecchi quaderni polverosi.
Risi, voltandomi verso Zayn.
"Tutto questo ha un significato?", chiesi, confusa.
Lui ridacchiò, scuotendo la testa e si avvicinò, prendendomi per mano.
"Non credo, sono soltanto, sai, cose che non uso più o che non mi servono...ricordi...", sussurrò, facendo qualche passo verso un cavalletto, coperto completamente da un telo, lasciandomi la mano.
"No, in realtà volevo che vedessi questo", aggiunse, stringendo una mano sulla stoffa, per spostarla dolcemente così che cadesse per terra e liberasse la candida tela sotto.
Schiusi le labbra e il mio cuore perse un battito quando vidi cosa vi era disegnato sopra: il mio volto.
Non era un semplice disegno, no, era particolare, leggero e senza colore, fatto soltanto di varie sfumature di nero.
Deglutii a fatica e mi avvicinai per sfiorare la tela, incantata.
"Oh, Zayn...è...bellissimo", dissi, con un velo di voce.
"Beh, non è ancora finito...avevo intenzione di colorarlo e...".
"No, no, è perfetto così...io...wow", lo interruppi, guardandolo.
Mi sorrise, avvicinandosi.
"Allora...", iniziò, guardando per terra, mentre si mordeva l'interno guancia.
"Credi di potermi perdonare?".
Ricambiai il sorriso, fiondandomi tra le sue braccia.
"Grazie!", esclamai, baciandolo.
"Ti amo".
"Anche io, piccola", ribatté lui, accarezzandomi la guancia.
"Ora torna su, metto a posto e salgo anch'io", aggiunse, lasciandomi un bacio a fior di labbra.
Sorrisi e me ne andai, saltellando. Volevo gridare a tutto il mondo quanto amassi Zayn Malik.
Stavo quasi per entrare in salotto, quando la voce di Harry mi fece bloccare.
"Lo so, sono un idiota", disse, sospirando.
Mi affacciai dalla porta e lo vidi passarsi una mano tra i capelli.
Louis gli tirò una pacca sulla spalla.
"Secondo me dovresti dirglielo, senza avere paura delle conseguenze. E' sempre meglio dire la verità, anche quando si preferirebbe mentire".
"Hai ragione, ma come credi che la prenderebbe? E poi non voglio rovinare il nostro rapporto...perché sai che finirebbe così...", continuò lui, facendomi aggrottare la fronte.
Ma di che stava parlando?
"Beh...di certo non puoi continuare a mentirle per molto. Non credo che sia così stupida, prima o poi lo capirà", riprese Louis.
Schiusi le labbra, presa da un'improvvisa sensazione di nausea.
Stavano parlando di me? E poi cosa mi stava nascondendo?
"Sai come mi ha appena definito? Miglior migliore amico di sempre! Già, sono proprio il miglior amico di sempre o il miglior idiota di sempre...non ce la faccio a starle accanto e fingermi amico...non riesco ad abbracciarla quando vorrei soltanto baciarla!", esclamò, prendendosi la testa tra le mani.
Mi morsi il labbro per non urlare. Lo sapevo. L'avevo sempre saputo. Il problema era che non avevo voluto crederci.
"Non riesco a fingere di non amarla".
Sentii gli occhi pizzicare e le gambe diventare molli.
Stavo per svenire, mi sentivo malissimo.
Feci qualche passo rumoroso, abbastanza perché Louis e Harry si voltassero a guardarmi.
Spalancarono entrambi gli occhi.
"Jane!", esclamò Harry, alzandosi in piedi.
Lo guardai per qualche secondo, senza riuscire a parlare: tremavo e basta.
Si passò una mano tra i capelli, facendo un passo titubante verso di me.
"Jane, io...".
"Tu...tu sei innamorato di me?", chiesi, tremolante.
Non rispose, ma il suo sguardo fu abbastanza eloquente.
"No...", sussurrai, scuotendo la testa, cercando di autoconvincermi.
"No, no. Tu sei il migliore amico...", continuai, guardandolo.
Lui abbassò la testa, senza dire una parola.
"Per tutto questo tempo...tutto questo tempo...non mi hai detto nulla e...", mi interruppi, respirando a fatica.
"Ti ho baciato, cazzo!", esclamai, sgranando gli occhi.
"Che cosa?", la voce di Zayn mi fece congelare sul posto.
Aveva parlato con delusione, rabbia, incredulità e gelosia.
Mi voltai lentamente, sperando di essermi immaginata tutto, ma purtroppo lui era lì, con lo sguardo perso, la mascella contratta e il corpo rigido, tranne per le braccia che ricadevano come pesi morti lungo il suo busto.
"Z-Zayn, non è come pensi...", iniziai, mentre una lacrima mi scivolava sul viso.
Lui alzò le braccia per zittirmi e fece una smorfia, prima di scendere velocemente le scale.
Allungai la mano, come se avessi potuto fermarlo.
Poi, abbassai la testa, passandomi il braccio sul viso per togliere le lacrime.
"Jane...", sussurrò Harry.
Lo sentii sempre più vicino, finché non mi sfiorò la spalla.
"Non mi toccare", feci, digrignando i denti, divorata da nuove lacrime.
Poi, qualcuno batté lentamente le mani: Cindy fece la sua entrata teatrale in salotto, continuando ad applaudire.
"Wow, no, davvero: wow", esordì, mettendo le mani sui fianchi.
"Sai, credevo che avrei dovuto creare qualche problemino tra te e Zayn per far crollare il vostro rapporto e, invece, hai fatto tutto da sola", esclamò, sorridendo.
"Mi hai risparmiato davvero tanto lavoro, Janey", continuò, sculettando verso di me.
Abbassai la testa, piangendo silenziosamente.
"Sei davvero un disastro, non è così?", sussurrò, fingendosi dispiaciuta, mentre mi alzava il mento con un dito.
Schiusi le labbra, senza idea di cosa dire. Aveva ragione, dopotutto.
"Oh, povera, povera, Jane".
Mi divincolai dalla sua presa e corsi giù: la porta di legno era chiusa.
Bussai con insistenza, quasi insanamente.
"Zayn, ti prego, aprimi...ti prego, è successo tanto tempo fa...quando mi avevi detto che non mi amavi...ero sconvolta e...oh, ti prego, ti prego, aprimi!", lo supplicai, appoggiando la fronte alla porta.
"Ti prego...", singhiozzai.
Quando, ormai, pensavo che non sarebbe successo nulla, sentii la serratura scattare e la porta si aprì, mostrandomi la figura di Zayn.
Aveva gli occhi rossi e lucidi, e una lacrima gli era appena scivolata sulla guancia e poi lungo il collo.
Allungai una mano per asciugargliela, ma lui si ritrasse e io feci un passo indietro.
"Non volevo che lo scoprissi...".
"Invece avresti dovuto dirmelo!", tuonò, pieno di rabbia.
Sussultai e feci un altro passo indietro.
"Non ha significato niente, te lo giuro. Io amo te, soltanto te!", ribattei, in lacrime.
"Avrei potuto tollerarlo, forse, se me lo avessi detto prima, affrontandomi. Io mi fidavo di te, di quello che mi dicevi, ma mi hai soltanto mentito. La nostra relazione si è basata su...cosa? Bugie?", sibilò a denti stretti.
"No! No. Sai che non è così. Sai che ti amo. Lo sai...", feci io, prendendogli il viso tra le mani.
Mise le sue sopra le mie e le tirò via.
"Io so soltanto che mi hai mentito", disse, freddo.
Aprii la bocca, volevo dire qualcosa, qualsiasi cosa per giustificarmi, ma avrei soltanto peggiorato le cose.
"Abbiamo chiuso, Jane. Finisce qui", riprese lui, sorpassandomi.
Schiusi le labbra, incapace di dire o fare qualcosa.
Alzai la testa e mi accorsi che il mio ritratto era stato cancellato da vari scarabocchi, distrutto, completamente.
Proprio come me in quel momento.

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