25.Una nuova,spiacevole conoscenza.

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"Uhm...cos'è tutto questo improvviso affetto?", domandò Zayn, ancora sulle mie labbra.
Sorrisi e mi distanziai.
"Scusa, mi sei mancato, tutto qui".
"Ero soltanto curioso, non ho detto che non mi piaceva", ridacchiò lui, attirandomi a sé.
Gli circondai il collo con le braccia e lo baciai di nuovo.
"Ehi, piccioncini, devo ricordarvi che non siete soli? No, perché sto per vomitare", sbottò Louis, masticando nervosamente una gomma.
"Ma finiscila, Lou, hai fatto cose peggiori davanti a me", ribatté Zayn, sedendosi sul divano. Io lo seguii.
"Dicevo per la signorina", commentò l'altro, ammiccando verso di me.
Scossi la testa, ridacchiando.
"Allora, che facciamo?", chiese Niall, interrompendo un'altra frase stupida di Louis.
"Che ne dite di uscire?", suggerì Liam, leggermente annoiato, mentre si metteva il cellulare in tasca.
"Ultimamente ci comportiamo come delle sfigatelle asociali", aggiunse, guardandoci.
"Concordo!", esclamò Louis, alzando la mano.
"Qualcuno ha qualche idea?", feci io, accavallando le gambe.
Louis fece un sorrisetto malizioso e guardò Liam, che ricambiò con uno sguardo eloquente. Poi, si voltarono verso Zayn.
"Le hai già fatto vedere il nostro posticino segreto?", sussurrò Liam, alzando un sopracciglio.
Guardai Zayn, confusa, e lo vidi fulminare i due ragazzi con gli occhi.
"Oh, no, assolutamente, no. Non ci pensate nemmeno", sibilò.
"State parlando del...oddio, Zayn, hanno ragione! Dana lo adorava!", esclamò Harry, sfornando un sorriso a trentadue denti.
"Ho detto di no".
"Si può sapere di cosa state parlando? Sono un pochino confusa", mi intromisi.
"Non...non è niente di speciale", borbottò Zayn, lanciando un'altra occhiataccia a Liam, Louis e Harry.
"Niente di speciale? Amico, cosa ti sei fumato?", esclamò Liam, ridendo.
Zayn roteò gli occhi, ma poi si arrese.
"Ok, ok, va bene".

"Cos'è questo posto?", domandai, stringendo la mano di Zayn.
Eravamo davanti ad un tugurio.
L'insegna, sopra la porta, era storta e talmente sciupata che non di riusciva più a leggere; i muri erano sporchi e logori, i vetri alle finestre erano stati sostituiti da pezzi di cartone o da teli, che sembravano lì da anni.
Louis avanzò verso l'edificio, se così si poteva chiamare, e si fermò proprio davanti alla porta per poi voltarsi verso di me.
"Oh, tesoro, non ne hai idea", commentò, sorridendo maliziosamente.
Mi voltai verso Zayn, che sembrava l'unico a non voler entrare.
"Zayn?", feci, mentre gli altri raggiungevano Louis.
Il moro mi guardò e accennò un veloce sorriso, che non fece altro che dimostrare il suo, già evidente, disappunto.
"Andiamo", sussurrò, mettendomi un braccio intorno al collo.
Louis spinse la porta, che cigolò rumorosamente, ed entrò dentro, sparendo nell'ombra. Così fecero anche gli altri e subito dopo mi ritrovai ad arrancare nel buio, inciampai anche, per fortuna, Zayn non mi aveva ancora lasciata andare.
Qualcuno di intelligente, che poi realizzai essere Niall, prese il cellulare e illuminò davanti a noi: da quello che riuscii a vedere, ci trovavamo in una vecchia stanza polverosa e completamente vuota, se non fosse stato per una scalinata proprio in fondo, vicino al muro.
Scendemmo le scale e ci ritrovammo di fronte ad un'altra porta.
Soltanto in quel momento sentii della musica provenire dall'altra parte, attutita dai muri.
Entrammo e fummo quasi accecati dalle luci colorate che lampeggiavano furiosamente.
Soltanto quando riuscii a vedere di nuovo, mi accorsi dell'enorme quantità di gente che brulicava in quel posto.
Non era un locale poi così spazioso, ma era davvero molto accogliente per essere sotto a quel tugurio dal quale provenivamo.
C'era un bar, apparentemente molto fornito, vari tavolini sparsi per tutta la sala e un tavolo da biliardo al centro.
Ma la cosa che mi colpì maggiormente fu vedere quanto le persone lì dentro fossero spensierate: ballavano e si scatenavano come se nessuno li stesse guardando.
Sorrisi appena.
"Wow, questo posto mette allegria", commentai, voltandomi.
Ma gli altri erano spariti, era rimasto soltanto Zayn.
Ricambiò il mio sorriso e mise le mani in tasca.
"Ti piace scommettere?", chiese.
"Era questo che mi volevi nascondere? Scommettevi?", ribattei, senza rispondergli.
"Non proprio", rispose, allungandomi una mano. La strinsi e mi condusse in un'altra stanza, dove ritrovammo anche Harry.
Era più piccola della prima, ma c'erano anche molte meno persone.
Era vuota e al centro, illuminata da una piccola luce giallognola, c'era una specie di gabbia.
Schiusi le labbra e guardai i due ragazzi.
"Cosa vorrebbe dire?".
"Shh. Non parlare, guarda", mi zittì Harry, mettendomi una mano sulle labbra.
Mi concentrai sulla gabbia e poco dopo vidi entrare tre uomini, di cui due particolarmente grossi.
Quando capii che avrebbero fatto a botte, mi voltai dall'altra parte.
"Era questo che facevi? Combattevi per soldi?", chiesi a Zayn, senza il coraggio di guardare.
Il moro tenne gli occhi fissi all'interno della gabbia e fece schioccare la lingua.
"Per divertimento, in realtà", sussurrò, incrociando le braccia.
"Ma è...".
"Divertente, appunto", mi interruppe Harry, sorridendo, raggiante.
"Vado a iscrivermi, tu vieni?", aggiunse, rivolto a Zayn.
"Neanche per sogno!", esclamai io frapponendomi fra loro due.
Zayn mi afferrò delicatamente fra le braccia, avvicinandomi a sé, e mi baciò i capelli.
"Tranquilla, questo genere di cose non fa più per me", mi sussurrò all'orecchio.
Mi sentii sollevata e alzai le sopracciglia verso Harry.
"Capito, riccio?", sbottai, facendogli la linguaccia.
"Come ti pare", commentò lui, alzando le braccia e andandosene.
Mi voltai verso Zayn e gli accarezzai il volto.
"Convinci anche lui a non andare, si farà male", dissi, preoccupata.
"Se la caverà".
"Zayn, per favore", lo supplicai, prendendogli entrambe le mani.
"Ok. Senti, tu vai di là e ordina un drink. Ti raggiungo subito".
Gli sorrisi e lo baciai, facendo come mi aveva detto.
Dopo qualche minuto lo vidi arrivare, affiancato da un Harry, palesemente arrabbiato.
Si sedettero vicino a me.
"Impicciona", tuonò il riccio, fulminandomi con lo sguardo.
"E' per il tuo bene, Harold", sbottò Zayn, con tono canzonatorio.
"Vaffanculo. Vado a farmi una partita a biliardo", commentò lui, andandosene.
Io e Zayn ridacchiammo.

Mi ubriacai e mi addormentai al bar.
Quando mi risvegliai, qualcuno mi stava sistemando in un letto.
"Uhm...Zayn?", mormorai, assonnata.
"Tranquilla, piccola, sono qui", mi sussurrò lui all'orecchio, mentre mi copriva.
"Siamo a casa tua?", chiesi, senza la forza di aprire gli occhi per controllare da sola.
"Sì, preferisci che ti porti a casa?".
Scossi la testa e strinsi le coperte.
"Mio padre ti ucciderebbe...", sussurrai, sbadigliando.
"Ok, allora dormi", concluse, lasciandomi un bacio umido a fior di labbra.
Sorrisi appena e lo sentii allontanarsi per poi sdraiarsi nell'altra metà del letto.
"Zayn?", chiesi, ancora.
"Sì?".
"Ti va di...? Ti va di abbracciarmi?", chiesi, sentendo le guance colorarsi appena di rosso.
Non rispose e mi maledii per essere stata una cretina, ma, un attimo dopo, sentii le sue braccia stringermi a sé.
Aprii gli occhi e sorrisi inconsciamente.
"Ti amo", mi sussurrò all'orecchio.
"Ti amo anch'io", ribattei.
"Però adesso dormi", riprese lui, scostandomi i capelli dal viso per lasciarmi un bacio sulla guancia.
"Buonanotte, Jane".
"Buonanotte...", sussurrai io, sbadigliando, mentre le palpebre si appesantivano.
Chiusi completamente gli occhi e caddi in un sonno profondo, cullata dalle braccia di Zayn.

A svegliarmi, fu il campanello.
Sobbalzai, spaventata e mi guardai intorno.
Non si vedeva niente, se non per un spiraglio di luce che filtrava dalla finestra.
Sentii Zayn rigirarsi tra le coperte e sbuffare.
"E' Louis...deve prendere una cosa", mormorò, cercando di tirarsi a sedere.
Lo spinsi contro il letto.
"Tranquillo, vado io. Ormai sono sveglia, o quasi", sussurrai, alzandomi.
"Tu dormi", aggiunsi, massaggiandomi la fronte, dolorante.
Scesi di fretta in salotto, barcollando qua e là.
"Oh, Louis ti uccido...giuro che ti ucc-", mi interruppi appena aprii la porta e mi ritrovai davanti una ragazza bionda.
Aggrottai le sopracciglia.
"Posso aiutarti?", chiesi con voce impiastricciata.
"Zayn Malik vive ancora qui?", chiese lei, nervosa.
"Uhm...sì...".
Appena sentì la mia risposta, si catapultò in casa, spingendomi di lato, e corse su per le scale.
"Ehi!", le urlai dietro, ancora incredula.
E questa chi cavolo era?
La seguii e quando raggiunsi la camera di Zayn, la trovai tra le sue braccia.
"Non pensavo che stessi ancora qui! Cavolo, quanto tempo è passato. Mi sei mancato!", esclamò con la sua vocetta, che iniziava a darmi, inspiegabilmente, sui nervi.
"Ehm...Cindy...che ci fai qui?", domandò Zayn, confuso.
"Sono scappata da quella cazzo di scuola dove mi avevano mandato ed eccomi qui!", rispose lei, staccandosi, finalmente, dal mio ragazzo.
"Ehm...ok...perché sei qui?", continuò lui, visibilmente a disagio.
"Perché sei l'unico che vorrà ospitarmi".
"O-ospitarti? No, senti, perché non vai da John?".
"John?", mi intromisi io.
"Sei la ragazza di John?", chiesi, appoggiandomi alla porta e incrociando le braccia.
"No! Io la ragazza di John? Ugh, che schifo!", esclamò lei, facendo una smorfia, disgustata.
"E allora si può sapere chi sei?", chiesi, sempre più irritata.
"Sono la sorella di John, Cindy".
"La sorella di John? Quindi...oddio, sei la sorella di Dana!", commentai, schiudendo le labbra.
"Già. Possa riposare in pace", bofonchiò con nonchalance.
"Piuttosto, si può sapere chi saresti tu?".
"E' Jane, la mia ragazza", si intromise Zayn, tornando improvvisamente nella conversazione.
Sorrisi appena: sentirglielo dire era stato meraviglioso.
"Cosa?".
Cindy si voltò verso Zayn e lo guardò come se avesse ucciso qualcuno.
"Pensavo ti stessi ancora disperando per mia sorella...invece l'hai sostituita con quella...cosa?", sbottò, smanaccando.
Mi schiarii la voce.
"Non per dire, ma sarei ancora qui", commentai, acida.
Lei mi scoccò un'occhiata di superiorità e tornò a guardare Zayn. Feci così anch'io, in attesa che mi difendesse, ma così non fece.
"Oh, grazie tante!", sbottai, andandomene, scendendo velocemente le scale.
"Jane, Jane, aspetta!", esclamò lui, seguendomi.
Mi fermò per un braccio poco prima che stessi per uscire.
Lo guardai, trattenendo le lacrime.
"Scusala e scusami".
"Scusarla? E' una stronza totale!".
Improvvisamente, la porta si aprì e Louis fece la sua entrata teatrale, con quel suo solito sorrisino sul viso.
"Oh, ho interrotto qualcosa?", chiese, guardandoci.
"Ciao, Louis", lo salutai io, sospirando.
"Senti, Zayn, puoi ospitarmi o no?", esclamò Cindy, scendendo le scale.
Vidi Louis alzare un sopracciglio e schiudere le labbra.
"Ho decisamente interrotto qualcosa", sussurrò, grattandosi nervosamente la testa.

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