Capitolo VII

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Appena varcata la soglia di casa alcune cameriere vennero ad accogliere Furan mentre le chiedevano istruzioni:

C'era chi chiedeva cosa preferisse mangiare per cena,
chi chiedeva se poteva pulire la sua camera o il suo studio
e chi voleva allegerirgli la giornata,

Quest'ultima era appunto la sua cameriera preferita Flora.

Flora era una donna sulla cinquantina all'incirca, aveva una bella presenza con il suo corpo un po' robusto, aveva alcune strisce bianche tra i capelli, ma il suo volto era ancora bello e giovane.

Furan la considerava una zia, con lei si confidava e si sfogava, ovviamente senza prenderla a pugni.

Flora aveva sempre il sorriso sul volto ed era sempre gentile e affidabile, però era anche molto sensibile e emotiva, quando una determinata situazione le stava a cuore, lei stessa si sentiva parte di quella storia.

Lei amava prendersi cura di Furan, in lei Flora vedeva un fiore trascurato, bisognoso di acqua e affetto così da poter sbocciare e risplendere in tutto il suo splendore.

Furan, era vista da tutti come un fiore.

Infatti il significato del suo nome può essere interpretato: 'Signora delle Orchidee' che erano appunto i suoi fiori preferiti.

Dopo aver dato istruzioni alle cameriere e aver chiacchierato un po' con Flora, Furan andò dritta verso la 'Sala della Musica', la sua villa era talmente grande da avere parecchie sale, tra esse vi era anche una palestra dove la ragazza si allenava in varie discipline come il Judo, la Boxe, il Karate e l'Aikido.

Nella sala, si trovavano vari strumenti musicali, il suo preferito era il violino, riusciva a trasmettere alla perfezione i sentimenti della giovane attraverso le sue melodiose note.

Però invece di usarlo, preferì iniziare a suonare il pianoforte, voleva suonare qualcosa che l'aiutasse a calmarsi, così optò per la 'canzone' di Beethoven 'Per Elisa'.

Prima di iniziare la sua esecuzione si cambiò e indosso una leggera camicia bianca e un pantalone lungo nero.

Dopo ciò iniziò a suonare.

Le note riecheggiavano per tutta la sala trasmettendo la frustrazione della giovane e la sua avversità al mondo, questo rendeva l'esecuzione ancor più bella poiché 'Per Elisa' era stata scritta da Beethoven appunto per una giovane di cui si era invaghito ma che non riuscì mai a fare sua, questi suoi sentimenti quindi lo portarono a scriverla e ad eseguirla con una tristezza e un rimpianto che la rendevano speciale a modo suo.

"Perfetta come sempre signorina"

Si congratulò Flora.

"Volevo solo avvisarla che la cena è pronta, se vuole seguirmi..."

"Si, arrivo"

Richiuse con cura il pianoforte e seguì Flora in sala da pranzo.

Durante la cena, come al solito regnava un silenzio tombale che fu interrotto dall'improvviso suono del campanello della porta di casa.

"Chi è il maleducato che bussa a quest'ora?"

Domandò irritata la giovane mentre continuava a mangiare. Odiava essere disturbata.

"Vado subito a controllare signorina"

"Grazie Flora"

La cameriera andò ad aprire ma non ebbe il tempo di chiedere chi fosse l'individuo che avesse bussato che quest'ultimo si precipitò in sala da pranzo.

"C-capo... Scusa se ti disturbo ma è importante"

A parlare fu Steve, uno dei suoi ragazzi della gang.

"Parla"

"Malcom.... Malcom è in ospedale"

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Capitolo VII spero vi piaccia, ditemi se ci sono errori o se vi piace.
Baci

Francis

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