Capitolo XIV

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"Coraggio Mark! Né voglio altre 10!"

"Ok!"

Erano queste le grida che si udivano dalla palestra, Furan stava allenando Mark con la boxe cercando prima di fargli fare un po di riscaldamento.

"Più grinta!"

Il giovane portiere era instancabile, aveva eseguito cinquanta flessioni e quaranta addominali senza mai lamentarsi, aveva una determinazione che Furan ammirava molto.

"D'accordo, può bastare Mark, ora farai un esercizio di velocità e potenza"

Disse la giovane mentre indossava dei guantoni per le mani.

"Vedi questi guantoni? Ogni volta che aprirò uno dei due, tu dovrai essere veloce e tirare un pugno al guantone"

"E se ti colpisco per sbaglio? Non voglio farti male"

"Tranquillo, non mi farò niente, e poi indosserò un casco per proteggere il viso quindi non preoccuparti"

Rispose sorridendo Furan, Mark riusciva a tirare fuori da lei, una personalità nascosta della ragazza che nemmeno lei conosceva, una ragazza gentile e altruista.

"Iniziamo!"

Dopo qualche minuto di esercizio, Mark stava capendo esattamente dove colpire riuscendo anche a occhi chiusi, a focalizzare il punto dove Furan teneva le mani.

"Perfetto Mark, hai sbagliato solo sette colpi su venti, mica male per un principiante, ma ora si passa al livello successivo"

Furan iniziò a muovere le braccia in posizioni diverse e ad aprire e chiudere le mani ancora più velocemente, ciò stimolò ancora di più Mark che affrontò l'esercizio con ancora più grinta di prima.

"Lo sai, è inutile fingere con me"

Disse ad un certo punto il ragazzo, a quelle parole, Furan si fermò di subito.

"Che vuoi dire?"

"Non mi sono dimenticato della faccenda del campo al fiume, e poi, ho visto il modo con cui colpivi il sacco"

"Tu..."

"Io riesco a capire la tua vera natura"

"..."

"Tu sei sempre fredda e insensibile, ma in realtà sei un fiore bisognoso di cure, tu in realtà faresti di tutto per i tuoi amici, non è forse così?"

"Sai, a prima vista puoi sembrare un bambino ingenuo rinchiuso nel corpo di un quattordicenne, ma in realtà sei più sveglio di quanto si pensi"

Il ragazzo a quelle parole si meravigliò notando l'espressione felice ma allo stesso tempo malinconica di Furan.

"Perché?"

"Cosa?"

Chiese stupita la ragazza.

"Perché quella volta hai picchiato quei ragazzi in modo così violento"

"Semplice, mi diverto a veder soffrire le persone"

"Non è vero, c'è un altro motivo"

"Illuminami"

"Perché hanno offeso il calcio"

A quella risposta Furan sgranò gli occhi sorpresa.

"Tu... Come hai...?"

"Semplice, ho visto la rabbia scorrere furiosa nei tuoi occhi, se non avessero offeso il calcio, probabilmente non avresti degnato di uno sguardo quei bulletti"

"Sei proprio come tuo nonno Mark"

"Che vuoi dire?"

"Sai riconoscere la passione per il calcio di un individuo, semplicemente guardandolo negli occhi"

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Capitolo XIV spero vi piaccia, ditemi se ci sono errori oppure datemi un vostro parere sulla storia o magari sul mio modo di scrivere.
Baci

Francis

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