Capitolo 2

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Uscimmo da casa sua e andammo in comune. Per fortuna il giudice era molto amivo di mio papá, non sarebbe stato difficile avere il divorzio.
Entrammo subito, per fortuna non c'era molta gente.

"Scusi, sa dove si trova l'ufficio del giudice?" Chiesi a un signore.
Sorrise "Si certo, andate dritti e poi prima porta a destra."
"Grazie mille" dissi sorridendo.

Iniziammo a camminare verso l'ufficio del giudice e, dopo aver bussato entrammo.

Sorrise al vederci "I signori Lanzani, buongiorno."
"Per favore, non ci chiami così, sa benissimo chi sono io e lui é Peter Lanzani" Risposi acida.
"Ieri non diceva lo stesso signorina Esposito o meglio signora Lanzani"
"Si, ma è stato uno sbaglio, eravamo ubriachi" disse Peter.
"Appunto, non ci doveva sposare da ubriachi" Alzai un poco la voce.
"Io faccio solo quello che mi chiedono, siete venuti a cercarmi a casa mia, mi avete chiesto di sposarvi e io l'ho fatto. Questo solo perché so chi é lei signorina Esposito"
"Bene, e noi vogliamo il divorzio ora"
"Temo che questo non sia possibile"
"Come no? Così come ci ha sposati può farci divorziare, no?" Disse Peter.
"No. Esiste una legge che mi vieta di farlo."
"Cosa dice quella legge?" Chiesi curiosa.
"Che dovete rimanere sposati e convivere per sei mesi, senza fare obbiezioni"
"Cosa?" urlai "Sta scherzando spero."
"No signora Lanzani..."
"Gli ho detto di non chiamarmi così." Dissi interrompendolo.
"Mi spiace, ma per la legge lei è la signora Lanzani."
"É sicuro che non si può fare niente?"
"No, mi spiace."
"Va bene, grazie"

Uscimmo dal palazzo, che avremmo fatto adesso? Non lo sapevo.

"Senti" ruppi il ghiaccio "Non ho nessuna intenzione di venire a vivere con te"
Peter sbuffo "Ah, neanch'io ho intenzione di vivere con te, ma per mia sfortuna non abbiamo molta scelta."
"Doovresti essere onorato di essere sposato con me, sai?"
"No, per me sei solo una bambina viziata, nient'altro."
Risi "Ha parlato il grande uomo."
Si avvicinò a me, stringendomi i polsi "Si, così grande che ieri è riuscito a baciare le tue labbra d'oro."
"Volevo divertirmi, tutto qua, tu sei stato il primo che mi si è avvicinato."
Sorrise "Bene signora Lanzani, vai a casa tua, parla con papino e fai le valige. Ti aspetto a casa mia più tardi."
"Primo non mi chiamare signora Lanzani, secondo verrò solo perché così dopo potremmo divorziarci, terzo non credere che dormiremo nella stessa stanza e nello stesso letto, tu sul tuo letto ed io sul divano, capito."
"Si signora Lan.." lo guardai male "Esposito"
"Bravo Lanzani"
"Che antipatica che sei'
"Si lo so" sorrisi "Ciao Lanzani"

Mi girai e iniziai a camminare verso casa mia, non era molto lontano.
Appena arrivata trovai mio padre seduto sul divano, ad aspettarmi.

"Oggi non sei andato a lavorare?" dissi chiudendo la porta.
"E con che faccia ci vado dopo quello che hai fatto?"
"Beh non ti preoccupare, sono venuta solo per prendere le mie cose, me ne vado"
"Dove? A vivere con tuo marito?"disse alzando un po' la voce.
"Si a vivere con mio marito, dato che non posso divorziarmi perché la legge non me lo permette" alzai la voce pure io.
"Non sai quanto mi hai deluso Mariana e di sicuro pure a tua madre..."
"Non nominarla, non osare nominarla, non ne hai diritto e lo sai, è stata solo colpa tua se se n'è andata, è solo colpa tua se io sono diventata quello che solo ora" Qualche lacrima stava già bagnando il mio viso" É solo colpa tua se ora mi ritrovo sposata, sei solo uno stro...."
"Non osare chiamarmi così" mi tiró uno schiaffo che mi fece cadere per terra.
Mi alzai da terra, massaggiandomi la guancia "Ti mancava fare solo questo, ora ti possono coronare come papà dell'anno"

Andai verso camera mia per prendere le mie cose, ma mi raggiunse anche lì.

"Non abbiamo finito di parlare.
"Io si papà, non voglio più ascoltarti!"
"Mariana, smettila di fare quelle valige, smettila."
"Vattene, fuori da camera mia, fuori"
"Sei tu quella che se ne andrà fuori e da casa mia, non ti porterai via niente di quello che ti ho comprato"
"Va bene" Mi asciugai le lacrime "Me ne vado"

Mi avviai alla porta, con mio padre sempre dietro.

"Questo era il modo migliore per finire la nostra relazione padre figlia, sei stato bravissimo"

Uscii sbattendo la porta. Piangevo, ero furiosa.
Per mia sfortuna iniziò anche a piovere. Iniziai a camminare verso casa di Peter, almeno avevo un posto dove dormire.

RACCONTA PETER.

Per fortuna avevo una stanza in più, prima vivevo lì con mia sorella.
Proprio mentre finivo di sistemare bussarono alla porta, i sicuro era lei. Andai ad aprire.

"Potevi usare un'ombrello, no?"
"Non rompere ti prego"
"Va bene Esposito" guardai dietro di lei sorpreso "Ma le tue valige?"
"Non ho nessuna valigia con me Peter, mio padre mi ha sbattuta fuori"

Sembrava si una bambina capricciosa, ma in fondo non lo era. Non volevo vederla così, triste, è vero non la conoscevo, ma forse quel matrimonio era l'occasione per farlo, per diventare amici forse.

"Vieni!" dissi prendendole la mano.
Mi guardó "Dove?"
"Non ti vorrai mica ammalare vero?" Scosse la testa per dire di no "Bene, allora vai, prendi dei vestiti che sono lì, erano di mia sorella, ti fai una doccia e ti cambi"
"Grazie" disse sorridendo.

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