Capitolo 5

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CAPITOLO 5:

Era passata una settimana da quando Peter era partito per lavoro e oggi, finalmente, sarebbe tornato, non aspettavo altro, mi sentivo sola.

Stavo guardando la televisione, come facevo di solito, dato che non lavoravo, quando bussarono alla porta. Andai ad aprire, anche se sapevo che non poteva essere Peter perchè lui aveva le chiavi.

"Si?" Dissi aprendo.
"Ciao Lali"
Cosa ci fai qui?"
"Sono venuto a vedere come stavi".
"Chi ti ha mandato? Mia madre o mio padre?"
"Tuo padre mi aveva chiesto di venire due giorni fa, ma non sa che sono venuto oggi. È preoccupato per te".
"Si lo vedo, infatti ha mandato te" dissi ridendo.
"Dai Lali".
"Beh come puoi vedere sto benissimo".
"Lali, non trattarmi così, sono sempre stato come un fratello per te, non dimenticartelo".
Mi sedetti sul divano "Scusa Nico, ma mi fa rabbia che mio padre ti mandi a cercarmi, è così orgoglioso che non può venire lui? Non può per una volta preoccuparsi per sua figlia?" scoppiai a piangere "O almeno chiedermi se sto bene, se ho bisogni di qualcosa".
Mi abbracciò "Piccola mia, non piangere, non mi piace vederti così, sai com'è fatto tuo padre".
"Si Nico, ma anche se non lo do a vedere io soffro".
"Si, ma proprio per quello ci sono io, no? Per consolarti".
Sorrisi "Si cuginetto, ma dimmi, cos'altro devi chiedermi? So che se papà ti ha mandato qui non era solo per chiedermi come stavo".
"Perchè pensi che ti debba chiedere qualcos'altro?"
"Conosco mio padre, dai sputa il rospo".
Sorrise "La famiglia ti vuole vedere, questa sera c'è una festa a casa mia e vogliono che tu venga, con tuo marito".
"No, con lui no!" Esclamai.
"Perchè no?"
"Perché" pensai velocemente a una scusa "Perchè non gli piacciono le feste" ottimo Mariana che bella scusa.
"Dai Lali, non dire cavolate, venite, fallo per me".
Sorrisi "Parlerò con lui e vedremo".
"Ci conto eh, voglio vedervi e voglio conoscere mio cugino" disse abbracciandomi.

Improvvisamente senti una voce dietro di noi esclamare "ma cosa diamine", mi staccai velocemente da Nico, girandomi.
Davanti a noi c'era Peter, che sembrava alquanto arrabbiato.

RACCONTA PETER.

Speravo di trovarlo seduta sul divano a guardare la televisione, mangiando pop corn, ma invece no, si stava abbracciando con un altro.

Si avvicinò a me "Peter, non è quello che sembra".
"No, ma va, torno a casa da lavoro e vedo mia moglie abbracciarsi con un altro e non è quello che sembra".
"Peter, lasciami spiegare".
"Non c'è niente da spiegare, ti avevo chiesto una cosa prima di partire, ricordi? Dai fammi vedere dov'è l'anello nuovo? Rimane a vivere con lui anche lui?

Sentì un calore improvviso sulla guancia. Mi aveva tirato uno schiaffo.

"Ti ho detto che non ho fatto niente. Non puoi dire quelle cose di me".
"Niente" iniziai ad urlare mentre mi massaggio la guancia "Lui lo chiami niente?"
"Ehi, ehi abbassa la voce quando parli con lei, chiaro?" mi disse il ragazzo che poco fa la stava abbracciando.
"Io le parlo come voglio"
"No, perchè se no ti spacco la faccia, capito?"
"Nico lascia stare" disse Lali mettendosi tra di noi.
"Scusa, ma tu chi saresti?"
"Sono il cugino di Lali" sorrise guardandomi "Nicolas Riera Esposito".

Bravo Peter, molto bravo.

Mi girai verso Lali "Tuo cugino?"
"Non mi lasci mai spiegare niente tu" disse andandosene.

Ecco, avevo appena fatto la figura dello scemo. Oddio, la cosa peggiore era che ero geloso, geloso di una persona che appena conoscevo. Io Peter Lanzani geloso?

"Sono uno scemo" dissi buttandomi sul divano.
"Si, probabilmente si".
"Senti Nicolas, scusami, non volevo trattarti male"
"Non ti preoccupare, ti capisco eri geloso".
"No, cosa dici".
"Vai parlale e chiedile scusa, non perdere una persona come lei e soprattutto, non farla soffrire, ha già sofferto molto per colpa dei suoi genitori" mi guardò "Io spero di vedervi questa sera".
"Dove?"
"Lali ti spiegherà".

Detto quello aprì la porta ed uscì.
Rimasi seduto sul divano per un pò, fino a quando non decisi di andare da Lali.

Bussai alla porta "Lali!"
"Vattene"
"Dai Lali, aprimi, voglio spiegarti".
"E io non voglio ascoltarti, così come tu non hai ascoltato me, vattene".
"Prima o poi dovrai uscire".
"Questo non te lo può assicurare nessuno".

Andai in camera mia, in fondo la capivo, le avevo fatto una scenata inutile.
Sinceramente non mi capivo neanch'io, che mi stava succedendo?
Mai avevo fatto una cosa del genere.

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