Capitolo 7

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SCUSATE L'IMMENSO RITARDO, MA ERO IN VACANZA E NON HO AVUTO MOLTO TEMPO.
VI LASCIO IL CAPITOLO SOTTO.

Andai verso la mia macchina e proprio mentre stavo per salire mi sentì tirare il braccio.

"Lali aspetta, dove stai andando".
"Lasciami, devo andare da lui".
"Lali, ti ricordo che anche lui ti ha trattato male".
"Tu sapevi che mio padre l'avrebbe fatto e non mi hai detto niente".
"No io non sapevo niente, te lo giuro".
"Nico, lasciami andare".
"Perchè, perchè vuoi andare da lui?"
"Perchè mi sto innamorando di lui" mi sorpresero quelle parole uscite dalla mia bocca "non so come, è solo successo, ora lasciami andare".

Mi liberai dalla sua presa, salii in macchina e me ne andai.
Volevo solo arrivare da lui e spiegarle tutto e chiederle scusa, scusa per la famiglia che avevo.
Dopo venti minuti arrivai a casa. Entrando non si sentiva niente, solo il rumore della doccia.
Decisi di sedermi sul divano ad aspettare che Peter uscisse.
Passarono altri quindici minuti e, finalmente, Peter uscì. Mi vide seduta sul divano e fece finta di niente.

Mi alzai "Peter!"

Niente, nessuna risposta.

"Peter, possiamo parlare?"
"No Mariana, non possiamo"

Iniziò a camminare verso camera sua e io in fretta lo seguii.

"Peter, fammi spiegare" dissi prendendolo per il braccio.
Si fermò "Cosa, cosa mi devi spiegare? Che volevi mettermi in imbarazzo e che ci sei riuscita?"
"Peter, non è stata colpa mia, io non ne sapevo niente, mio padre ha fatto tutto da solo".
"Voi ricchi siete tutti uguali".
"Peter, io non sono come loro".
"Sei peggio di tutti loro, sei figlia del gran avvocato Esposito, sei solo una bambina vizziata".
"Non è così".
"Di sicuro dopo che ti ho fatto quella scenata questo pomeriggio hai chiamato papino e le hai chiesto di organizzare quello scherzo, per così dire".
"Io non ho chiamato mio padre, non ci parlo più con lui e tu lo sai".
"Non ti credo piu Mariana".
"Ti prego scusami, scusa me, scusa la mia famiglia".
"No, lasciami stare".
"Ma..."
"Ma niente, avevi ragione tempo fa, noi due non potremmo mai essere amici, siamo troppo diversi, tu sei una ragazza ricca e io un ragazzo normale" disse interrompendomi.
"Questo non vuol dire niente, possiamo essere amici lo stesso".
"No, non possiamo".

Dette quelle parole entrò in camera sua, ma dopo pochi secondi uscii di nuovo.

"Prima però devo dirti un'ultima cosa".
"Cosa?"
"Stavo iniziando a provare qualcosa per te, non so perché, ne come mai, ma mi sembravi una ragazza diversa, invece mi sbagliavo. Da oggi tutto quello che sentivo o credevo di sentire si trasformerà in odio, odio verso di te e verso la tua famiglia".
"No, non puoi dirmi questo, non puoi odiarmi".
"Si che posso e lo farò. Da oggi Esposito la tua vita qui con me sarà un'inferno, sappilo".

Entrò dei nuovo in camera sua per non uscirne più.
Cazzo, non era possibile, stava iniziando a provare qualcosa per me, e pure io per lui, ma avevo rovinato tutto.

RACCONTA PETER.

Non sarei mai riuscito ad odiarla, quello che provavo per lei era troppo forte.
Dovevo provare il modo di dimenticarla, la sua famiglia non mi avrebbe mai accettato e ne avevo avuto la conferma oggi.

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