Capitolo 13

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Vi ricordo di passare a leggere la mia nuova storia "Mi hai cambiato la vita" ho aggiornato anche lì.
Godetevi il nuovo capitolo, spero che vi piaccia!



La giornata passò così. Erano arrivati vari elicotteri, ma in nessuno di quelli c'era Peter.
Andai a casa per riposare, farmi una doccia e mangiare qualcosa, Victorio mi aveva detto che i prossimi elicotteri sarebbero arrivati domani pomeriggio.
Cercai di dormire, ma invano. Euge era venuta per stare con me, riposava sul divano. Era buffa, sorrideva mentre dormiva, aveva rinunciato al suo appuntamento per me, anche se non avrebbe dovuto.

Il giorno dopo mi svegliai prestissimo, beh in verità non avevo dormito per niente.
Mi feci una doccia velocemente e andai in cucina a preparare il caffè, ne avevo bisogno.
Euge stranamente era già sveglia.

"Ehi Lali, come stai?"
"Preoccupata Euge, se Peter non dovesse essere in nessun elicottero? Se non fosse tra i sopravvissuti?"
"Ma che dici Lali? Ci sarà, abbi fede"
"È difficile"
"Lo so amica, lo so. Adesso vai a vestirti e andiamo"
"Grazie Euge" dissi sorridendo.

Ci avviammo verso l'aeroporto verso mezzogiorno, era pieno di giornalisti.
Mi misi il cappuccio della felpa in testa e gli occhiali da sole, così non avrebbero riconosciuto ed entrai con Euge dentro l'aeroporto, l'imbarco 8 era pieno di persone, persone che probabilmente non erano andate a casa.
Vidi Victorio in lontananza e lo salutai con la mano per poi andarmi a sedere senza più dire una parola a nessuno, nemmeno a Euge.
Passarono cinque ore, cinque ore di silenzio, ogni tanto mi alzavo per andare a prendere un caffè o per andare in bagno, solo per quello.
Nessuno mi diceva più niente, ma non potevo più sopportare quell'attesa.

"Allora, ci sono novità?" dissi avvicinandomi a Victorio.
"Non lo so, è saltata la comunicazione, posso solo dirti che stanno tornando gli elicottericon gli ultimi sopravvissuti"

Gli ultimi sopravvissuti? E se in quei sopravvissuti Peter non c'era? Non l'avrei sopportato.

Passò mezz'ora, prima di sentire a gran voce l'arrivo degli elicotteri. I fotografi  e i giornalisti erano già pronti a scattare foto e a intervistare i parenti.
Poco dopo persone ingessate, zoppicanti e messe male iniziarono ad uscire. Prima una persona, poi un'altra, poi un'altra ancora e così via.
Si svuotarono tre elicotteri, ma di Peter nessuna traccia.
Erano passate quasi due ore, mancava l'ultimo elicottero.
Iniziarono a uscire le ultime persone, la stanza intorno a me si stava svuotando. Piena di lacrime iniziai a camminare, volevo andarmene, lui non c'era, non era uscito.

"Aspettate" una donna uscì gridando "Dovete aiutarmi c'è ancora una persona a bordo, ma ha una gamba e un braccio rotto, mi serve una sedia a rotelle, presto"

Mi fermai, girandomi di nuovo. Aspettai due minuti e lo vidi uscire dall'aereo, ferito, ma sempre con quel suo sorriso sulle labbra.

"Peter" dissi sussurrando e iniziando a correre.

Gli andai incontro, buttandomi su di lui, abbracciandolo forte.

Avevo le lacrime agli occhi "Sei vivo"
"Piccola, tranquilla, ora sono qui"
"Pensavo di averti perso"
"Ti avevo detto che sarei tornato solo per te"
"Avevo paura, me ne stavo già andando".
Mi guardò intensamente "Ma sei qui con me piccola, non sai quanto ho pensato a te in queste ore, ti amo Lali" disse mentre mi asciugava le lacrime.
"Ti amo Peter" risposi senza pensare.

Sorrise e prese il mio viso tra le sue mani, baciando le mie labbra. I fotografi erano tutti attorno a noi, ma in quel momento non m'importava, mi bastava sapere che lui era ancora vivo ed era ancora con me.

Vorrei qualche mi piace per continuare e magari anche qualche commento.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento.

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