Capitolo 15

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CIAOOOO!
SO DI ESSERE SPARITA, MA HO AVUTO UN PO' DI PROBLEMI.
SONO STATA OPERATA DI APPENDICITE E SONO STATA IN OSPEDALE DUE SETTIMANE PERCHE' HO AVUTO DEGLI EFFETTI COLLATERALI DOPO L'OPERAZIONE, POI SONO STATA A CASA UN BE PO', MA SONO DOVUTA TORNARE A SCUOLA E METTERMI ALLA PARI CON TUTTO IL PROGRAMMA E FARE TANTE VERIFICHE PER POTER RECUPERARE TUTTO.

CERCHERO' DI PUBBLICARE QUANDO MI SARA' POSSIBILE.

NON ODIATEMI!

BUONA LETTURA!

Passarono i giorni. Peter ed io ci stavamo andando piano con la nostra relazione, lui era molto paziente con me e io gliene ero grata.

Non avevamo più parlato di quello che era successo prima dell'incidente, non mi sembrava il caso, ormai era acqua passata e io l'avevo perdonato.

"Lali" disse guardandomi come sempre prima di ogni seduta dalla psicologo.

Ebbene si, da quasi 4 giorni venivamo dalla psicologo, il dottore aveva detto a Peter che doveva parlare con qualcuno prima di riprendere a volare.

"Dimmi Peter" lo guardai dolcemente.
"Mi aspetti qui vero?"

Aveva iniziato ad avere degli incubi a causa dell'incidente, passava notti in bianco, a volte iniziava ad urlare nel sonno e si svegliava terrorizzato.

Sorrisi dolcemente "Non mi muovo da qui, non ti preoccupare" gli stampai un leggero bacio a stampo e lui entrò dentro la piccola sala dove sarebbe iniziata la sua seduta.

Rimasi seduta nella piccola sala d'attesa e dopo mezz'ora Peter finalmente uscì.

"Possiamo andare piccola" disse afferrandomi dolcemente la mano.
"Com'è andata?" dissi iniziando a camminare insieme a lui.
"Bene, come al solito. Lo psicologo mi ha detto che devo stare tranquillo e che non mi devo preoccupare, gli incubi spariranno"

Gli strinsi forte la mano rassicurandolo e lui mi sorrise. Salimmo in macchina e tornammo a casa.

"Allora cosa vuoi fare?" mi chiese chiudendo la porta.
"Non lo so, tu cosa proponi?"
"Beh, io direi che possiamo sdraiarci insieme e guardare un bel film o meglio, potresti riempirmi di baci" sorrise malizioso.
"Ci hai provato Lanzani, dai scegli un film, vado a fare i pop corn"

Scappai in cucina prima che potesse ribattere con qualche altra proposta.
Preparai due vassoi, uno pieno di patatine a l'altro pieno di pop corn.
Stavo per tornare in soggiorno, quando il mio telefono iniziò a squillare. Era mio padre.

"Pronto?" dissi rispondendo.
"Mariana" disse mio padre dall'altra parte del telefono.
"Papà che sorpresa."
"Come stai? Come sta tuo marito, ho saputo dell'incidente"
"L'hai saputo adesso? Sono passate quasi tre settimane"
"Mariana, ho avuto tanto da fare, lo sai il lavoro"
"Certo, per il signor Esposito è più importante il lavoro"
"Mariana per favore, basta"
"Basta niente, ti rendi conto, mi chiami adesso, non te ne sei preoccupato prima"
"Sei uguale a tua madre"
"No papà, se fossi uguale a lei me ne sarei andata tanto tempo fa. Io continuo a pensare che tu tornerai quello di una volta"

FLASH BACK

Ero piccola, i miei ormai litigavano di continuo, le cose erano cambiate
Papà urlava sempre, mamma correva sempre in bagno e usciva dopo ore.

"Basta, non ne posso più, me ne voglio andare" urlò mia madre, mentre piangeva.
"Non puoi lasciarmi, che ne sarà di me, di noi, di nostra figlia, non pensi a lei?"
"Carlos, questa situazione è diventata insopportabile, Mariana è piccola, capirà quando sarà più grande, ma io non posso rimanere qui, tu non sei più quello di una volta, sei diventato un mostro"
"Io ti amo Majo, ti amo davvero"
"L'amore a volte non basta"

FINE FLASH BACK

Due giorni dopo quell'ennesima litigata mia madre se ne andò a vivere in un altro paese e ovviamente mi chiamava poche volte al mese.

"Senti papà, lasciami in pace, ti prego, me lo devi. Non hai saputo badare a me quando dovevi farlo, non provarci ora che io non ne ho bisogno"
"Tu hai bisogno di me Mariana"
"No cazzo, no. Non ho più avuto bisogno di te da quando sono salita su quel fottuto aereo e me ne sono andata"
"Lali, io..."
"Lali niente, lasciami stare" dissi interrompendolo e chiudendo la chiamata.

Mi accasciai sul pavimento della cucina e iniziai a piangere, sentivo che mi mancava l'aria.

"Lali, io sono pronto quando vuoi iniziamo il film" disse Peter entrando in cucina.

Appena mi vide la sua espressione felice cambiò e si avvicinò velocemente a me.

"Piccola cosa è successo"

Volevo parlare, ma le parole non uscivano dalla mia bocca.

"Aiu-aiutami, soffoco"
"Piccola, stai tranquilla, ci sono io con te, respira tranquilla, non mi muovo da qui, resto qui vicino a te"

Mi fece alzare da terra e mi abbracciò.
Era l'unica cosa di cui avevo bisogno, di lui, del suo profumo, delle sue parole rassicuranti, amavo quell'uomo con ogni centimetro del mio corpo e ne ero più che sicura.

"Grazie Peter, ne avevo bisogno" dissi staccandomi da lui.
"Sono qui per te piccola, dai andiamo a sederci sul divano"

Mi trascinò in soggiorno, ci sedemmo sul divano e io appoggiai la mia testa sulle sue gambe.
Peter mi accarezzava i capelli e mi sussurrava parole dolci.

"Non ti preoccupare piccola, sono qui con te, nessuno ti farà del male"
"Non mi lasciare, ti prego, non mi lasciare mai da sola" sussurrai.
"Non potrei neanche volendo. Ti amo piccola, ogni giorno un po' di più. Quando vorrai raccontarmi cosa succede io sarò qui"
"Ti amo Peter" dissi mentre i miei occhi si chiudevano ormai stanchi delle tante lacrime.

Ubriachi d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora