Capitolo 16

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Eccomi con il nuovo aggiornamento!

Buona lettura!
Spero vi piaccia il capitolo!

Mi svegliai di colpo.
Avevo avuto uno di quegli incubi che mi tormentavano in passato.
Ero sul divano coperta con una coperta, ricordavo quello che era successo qualche ora fa, mio padre, la discussione, io che piango e Peter che mi consola.
Un attimo, ma Peter? Non era lì con me eppure ricordo benissimo di essermi addormentata sulle sue gambe mentre lui mi accarezzava i capelli.
Iniziai a urlare il suo nome.

"Peter, Peter"

Niente, nessuna risposta.

"Peter!" dissi urlando un ultima volta.

E fu allora che lo vidi spuntare dalla cucina, aveva le cuffie alle orecchie, ecco spiegato perché non mi sentiva.

"Piccola" si avvicinò a me "Stai bene? Succede qualcosa?"
"No, sto bene. Pensavo solo che te n'era andato chissà dove"
"Lali" sorrise "Dove dovrei andare, non ti avrei lasciata da sola"
Sorrisi "Che ci facevi in cucina?"
"Preparavo la cena"
"Cena? Che ore sono scusa?" Chiesi sorpresa.
"Sono le 7 passate mia bella dormigliona" disse ridendo.
"Cosa ridi?"
"Sei buffa, sei tutta spettinata"

Mi toccai i capelli cercando invano di sistemarli.

"Sei stupenda lo stesso piccola"

Sorrise e tornò in cucina.
Io accesi la TV e iniziai a fare zapping. Possibile che tutti i programmi parlavano di politica.
Ci rinunciai e lasciai un canale a caso. Stava per iniziare il telegiornale, perfetto.
Le notizie erano terribili, mariti che uccidono le loro mogli, incidenti e per finire, la ciliegina sulla torta, mio padre. Ma che ci faceva li? Non gli piaceva parlare con i giornalisti.

"Avvocato Esposito, come sta sua figlia e suo genero? Ha avuto modo di parlare con loro?" chiesero i giornalisti.

Perfetto doveva parlare di me anche in televisione.

"Ci siamo sentiti poco, mia figlia ha passato molto del suo tempo con suo marito come deve essere" rispose e continuò "So che stanno bene e che lui si sta recuperando alla grande, è un gran uomo"

Spensi la televisione.
Lanciai il telecomando dall'altra parte del divano.
Possibile che riuscisse ad essere così ipocrita!

"Non è possibile" urlai.

Peter spuntò di nuovo dalla cucina e si sedette al mio fianco.

"Che succede piccola?"
"Una figlio può rinunciare al proprio padre secondo te?"
"Non penso sia possibile" mi rispose.
"Vuoi ascoltarmi?" Chiesi.
"Se hai voglia di raccontarmi si, non ti obbligherò a fare qualcosa che non vuoi".

Non poteva essere più dolce di così.

"Da dove inizio" disse pensando.
"Dall'inizio piccola" disse ridendo.

Sorrisi.

"Ero piccola allora. Papà amava molto mamma, stavano insieme dai tempi del liceo e io sono stata la loro prima e unica figlia.
Erano giovani, non sapevano fare i genitori, molto spesso si dimenticavano di cambiarmi il pannolino, così mi raccontava mamma" sorrisi al ricordo delle chiacchierate con mia madre "I prima anni della mia vita sono stati felici, eravamo una bella famiglia, una di quelle vere. Ma le cose cambiarono così improvvisamente e così velocemente. Papà cambiò lavoro, era diventato più famoso e più potente, tornava a casa sempre arrabbiato, non dedicava più tempo a me o a mia madre. Io stavo sempre con la baby sitter, lei mi aiutava a fare i compiti, mi faceva dormire e mi svegliava per andare a scuola, ma sentivo comunque mamma e papà litigare ogni giorno di più. Un giorno mi nascosi sotto il tavolo, loro non sapevano che ero lì" una lacrima bagno il mio viso, mi ricordavo le parole molto bene.
"Piccola, non continuare ti prego" disse asciugandomi le lacrime che scendevano lungo le mie guance.
Feci finta di non sentire e continuai "Sei diventato un mostro Carlos, non ti amo più. Lali è piccola, capirà quando sarà più grande. Ero piccola si, ma ero una ragazzina molto sveglia per la mia età e capivo benissimo che le cose non stavano andando bene. Giorni dopo mia madre fece le valige e se ne andò. Mio padre andò fuori di testa e cambiò completamente. Lo vedevo poco, passava più tempo a lavoro che a casa e per attirare la sua attenzione mi ribellai. Lui odiava gli scandali e io non facevo altro che pasticci per metterlo in imbarazzo.
Un giorno si presentò davanti a me con un biglietto in mano, mi disse di fare le valige che sarei partita quello stesso pomeriggio, con il suo aereo privato. Non ne poteva più di me, così mi mandò via. Sono cresciuta praticamente da sola, in una città che non era la mia e o fatto più cazzate di quanto tu possa immaginare"

Peter mi guardava attentamente, non sapeva se parlare o meno, così continuai io.

"Quando lo informai che sarei tornata la sua risposta fu 'Spero che tu abbia messo la testa apposto Mariana'. Non ero più la stessa ragazzina che era andata via. Sono cambiata molto nel periodo che sono stata via"
"Piccola io.." Non sapeva cosa dire.
"Non ti preoccupare" gli accarezzai la  guancia "Non devi dire nulla, grazie di avermi ascoltato".
"Se avessi saputo queste cose non ti avrei mai trattata male ne avrei fatto quel che ho fatto"
"Non pensiamo al passato ora Peter. Stiamo insieme e siamo felici ora, questo è quello che conta"
"Hai ragione tu, grazie di avermi fatto entrare um po' di più nella tua vita. Ti amo Lali" mi posò un leggero bacio sulla fronte.

Non avevo bisogno di altro per essere felice, solo di lui.

"Ti amo Peter, grazie di essere entrato nella mia vita e di esserci rimasto" disse abbracciandolo dolcemente.
"Che ne dici, andiamo a mangiare? Non sprechiamo la deliziosa cena che ho preparato" sorrise.
"Direi che è un ottima idea. Inizia ad andare in cucina, controllo il cellulare e arrivo"
"Va bene" mi disse sparendo in cucina.

Presi il telefono in mano avevo un messaggio e due chiamate perse di mio padre che ovviamente ignorai.
Aprì il messaggio.

'Ti ho trovata. Sono più vicino di quanto pensi'

Venni catapultata al passato con un biglietto di solo andata. Tanti ricordi invasero la mia mente. Tanti errori che avevo fatto. Tante cose che volevo dimenticare.
Oh no! Per favore, non di nuovo!

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