Smile

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Luke non aveva voglia di fare nulla.
Non aveva voglia di andare a quegli stupidi festini per cui Michael tanto si agitava e a cui voleva far partecipare tutti.
Era così superficiale a volte. Okay, voleva godersi il tour. Ma a che scopo? Raccontare alla sua bella fidanzata quanto si è divertito in sua assenza?
Luke non riusciva a smettere di pensare a Samantha ovunque lui fosse. Non riusciva a dimenticare le lacrime di Samantha quando si sono chiuse le porte dell'aereo.
Ogni notte non riusciva a dormire perché la pensava ma allo stesso tempo non voleva passare tanto tempo a telefono con lei per non farle capire quanto stesse male.
Quando però l'aveva sentita al telefono con Ashton gli era salita una strana sensazione dentro. Come rabbia mista a tristezza. Lui lo faceva per lei, per non farla stare male.
Era seduto ancora sul suo letto con quella dannatissima chitarra tra le mani. Aveva in mente una melodia da un po' ma non riusciva a metterla in pratica.
Provò l'ennesimo accordo eppure non lo convinceva nemmeno questo.
Buttò la chitarra sul letto e i fogli di musica per terra. Si alzò e iniziò a camminare su e giù per la stanza passandosi freneticamente le mani nei capelli. Era tutto così frustrante.
"Hey amico, sei pronto?" Chiese Michael facendo capolino dalla porta.
"Non ci vengo a questo dannatissimo festino. Mi sono rotto le palle." Rispose arrabbiato il biondo.
"Luke, che hai?" Chiese di nuovo il ragazzo dai capelli blu.
"Ho i fatti miei. Ora te ne vai al Diavolo e chiudi quella cazzo di porta?" Sbottò Luke.
"Mi sono rotto anche io le palle Luke. Non puoi scaricare i tuoi problemi su di noi. Sai cosa? Fai quello che vuoi." Michael sbatté la porta.
"Fanculo." Sussurrò Luke.

Si risedette sul letto e prese fra le mani la chitarra.
Forse aveva trovato la parte che mancava alla sua melodia.
Era come strappata in due, bastava solo della colla o del nastro adesivo per aggiustarla. O meglio una spilla di sicurezza.
Michael aveva ricostruito le sue idee. Anche se, a volte, era proprio un imbecille.

Prese il cellulare e compose il suo numero.
"Hey..." Disse una voce leggere dall'altro capo del telefono.
"Scusa se non mi sono fatto sentire. Mi dispiace tanto. Solo che ora ho bisogno di te." Disse Luke.
"Ho bisogno che tu rida. Una di quelle risate piene che poi dopo ti viene il dolore allo stomaco." Aggiunse.
"Come quelle di quando ti faccio il solletico sui fianchi. O come quando Ashton cadde dallo sgabello, come quando Michael mi urla contro e tu ridi. Una di quelle. Ho bisogno della tua risata." Disse ancora.
"Se mi dici di ridere non mi viene da ridere."
"Pensa a qualcosa, qualcuno che ti faccia ridere. Ne ho bisogno. Ho bisogno di una tua risata."
"Luke non puoi chiamarmi dopo tanto tempo che non ti fai sentire per chiedermi di ridere. Non mi viene da ridere. Non ho nulla da ridere okay? Non capisco come tu possa anche solo pensare che chiamarmi nel bel mezzo della notte, perché se te lo fossi chiesto, ma dubito, qui è notte, per chiedermi di fare una fottuta risata in modo che mi faccia sentire meglio. Anche perché non so a cosa ti serva e non mi interessa nemmeno." L'ultima parte non era per nulla vera. A Samantha interessava eccome.
"Sammy ti prego. Ho bisogno di te." Pregò Luke.
"Anche io ho avuto bisogno di te ma tu sei in tour. E non ci sei. Non mi chiami, non mi scrivi. Niente. Sei stanco." Rispose la ragazza.

Samantha agganciò il telefono e Luke si pentì di averla chiamata.
Dopotutto aveva ragione. Non si era fatto sentire e ora voleva una risata? Era da egoisti. Ammise.

Ed in quella stanza d'albergo si sentì così solo che mai nella vita.
Compose un altro numero.
"Mamma, sono Luke. Scusa per l'orario ma ho bisogno di te."
"È successo qualcosa? Va tutto bene?"Rispose Liz allarmata.
Dopotutto era comunque il suo bambino.
"Non va nulla bene mamma. Nulla." Crollò Luke.
A Liz si strinse il cuore quando udì i singhiozzi di Luke. Il suo figlio più piccolo, alle prese con il suo primo tour e la prima ragazza a cui abbia mai tenuto davvero piangeva e si trovava dall'altra parte del mondo. Era troppo per lei.
"Luke, tesoro, se vuoi parlarne okay, ma non piangere. Mi fa stare male."
"Mamma, sono uno stupido." Rispose tirando su con il naso
"No, non lo sei. Sai che se lo fossi stato davvero Flaviola te l'avrebbe detto." Disse Liz tentando di farlo ridere.
E così successe. Luke rise per un po'.
Parlarono di tutto e di niente.
E quando poi attaccarono, Luke, più sereno, poté finire la canzone.
E continuava a non briuscire a smettere di pensare a lei ovunque lei fosse.

Hey hey
Quanto amo questa foto?
Okay amo Luke in generale ma questo è un altro discorso.
Vi dispiacerebbe farmi sapere con un commento se la storia vi piace?
Siamo giunti quasi al termine, vi prego di non prendere male Michael. È comunque un micetto lui.
Mari🌙

Remember Book|| Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora