Capitolo 16

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-Emily-
Le lacrime contornavano il mio viso, avrei dovuto avere un aspetto orribile in quel momento.
Lasciai il cornetto sul comodino perché ormai la fame era andata via e lo guardai dritto negli occhi. Una scarica di brividi mi attraversò la schiena mentre portavo le mani alla faccia.

"Emily, non fare così." Disse accarezzandomi il braccio.
"John, io non voglio abortire, non voglio" gli occhi iniziavano quasi a bruciare, ero distrutta.
"Lo devi fare, insomma, rovineresti la vita di entrambi!" Disse indicandoci.
Come se fosse una cosa spontanea misi una mano sulla pancia accarezzandola.
"Oh Dio cos'è??" Disse allarmato indicando il lieve bozzo formatosi vicino l'ombelico. Era la cosa più bella del mondo sentirlo muovere dentro di me, un'emozione unica.
"È un piedino credo" dissi quasi sussurrando.
"P-posso toccare?" I suoi occhi erano luminosi, quasi felici.
"Certo" dissi prendendo la sua mano e portandomela sulla pancia.
"Lo senti? Si sta muovendo!" Ero così felice in quel momento e gli spostavo la mano seguendo i movimenti del bambino ...
"Sì sì lo sento!" Era come se tutta la mia tristezza, la mia rabbia e la mia delusione erano andate via di botto. I suoi occhi erano radiosi e guardava la pancia quasi stupito.

"Puoi passarmi la borsa che sta sul tavolo?" Non avrei voluto interrompere quel momento così dolce ma volevo fargli vedere suo figlio.
Si alzò e prese la borsa che poi mi passò.
Una cartellina gialla sbucava fuori dalla cerniera e dopo averla aperta gli passai l'ecografia.
" Questa é tua, ne ho fatte fare due" dissi sorridendo.
"È questo gamberetto chiaro?" Disse indicandomi il bambino.
" Sì è proprio lui! " risposi sorridendogli. In realtà sembrava proprio un gamberetto ora che lo guardavo bene e la cosa faceva ridere sul serio.
" È davvero nostro figlio?! È così piccolo..." non poteva crederci!
"Si John e questo gamberetto, come lo chiami tu, diventerà grande e forte come il suo papà."
Sembrava quasi felice ed era bello vederlo così. John era un ragazzo davvero stupendo però non lo conoscevo caratterialmente. I suoi pozzi neri esprimevano tanta tanta dolcezza quasi quanto le sue mani ruvide e spaccate probabilmente per il lavoro. Si, John lavorava come meccanico, dopo la scuola, in una piccola officina di sua proprietà.
Pur facendo parte di una famiglia molto benestante, all'età di 16 anni decise che era arrivato il momento di mantenersi da solo e con i soldi che aveva da parte si aprì la sua officina, aveva sempre avuto la passione per le macchine e i motori. Tutto questo me lo raccontò la sera in cui mi portò a cena.

"Emily n-non so se sarò u-un buon p-padre" le sue parole uscirono come un sussurro, mi avvicinai a lui e lo abbracciai forte, ero felicissima che avesse cambiato idea!

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