Capitolo 25

2.2K 104 6
                                    

-John-

Ero seduto su una delle tante panche poste fuori dal reparto maternità, la testa pulsava forte e quelle urla strazianti continuavano a rimbombare nella mente. Ero impotente di fronte a così tanto dolore e sofferenza. Continuavo a guardare le mie mani ancora sporche di sangue, non avevo neanche la forza per lavarle.

"Può entrare se vuole" la voce gentile dell'infermiera mi svegliò dallo stato di trans in cui ero.

"Sta dormendo?" chiesi a bassa voce.

"Le abbiamo fatto un calmante, era ancora distrutta."

Mi alzai l'entamente dalla panca, dovevo farcela.

"Mi scusi, permesso" una ragazzina spingeva la culletta trasparente con il suo neonato dentro. Faceva molta attenzione al bambino. Mi incantai nel guardarlo, era così piccolo e indifeso. "Carter" sul cartellino accanto a lui c'era scritto solo il suo nome.

" Non ha ancora un cognome, aspetto a domani nella speranza che il suo papà si faccia vivo". Disse quasi piangendo e andò via.

Era piccola, più piccola di Emily sicuramente avrà avuto circa quindici anni.

Continuai lungo il corridoio in cerca della camera 24. Quando la trovai non ebbi il coraggio di aprire quella porta, mi limitai a guardarla da fuori. Era così bella, i capelli neri erano raccolti in uno chignon ribelle e il suo viso era assorto in una mossa di dolore, le labbra carnose erano socchiuse, chissà cosa stesse sognando.

Fù una suoneria ad interrompere quel momento così straziante.

"Pronto" risposi senza neanche guardare il mittente di quell'inutile chiamata.

"Ehi Tesoro, ti aspetto per cena?" la sua voce stridula mi stava innervosendo e non poco, avevo voglia di strozzarpa con le mie stesse mani.

"Ilary ma vaffanculo tu e la cena! Lasciami in pace, lascia casa mia e và via. Non farti sentire mai più altrimenti ti ammazzo."detto questo attaccai ero furioso.

Dovevo farmi coraggio, dovevo entrare, non potevo lasciarla sola in questo momento. Piano poggiai il palmo destro della mano sulla maniglia metallica della porta sperando di fare meno rumore possibile.

Ed era lì, avvolta da un lenzuolo bianco con le mani sul ventre leggermente più sgonfio. Cosa avevo combinato? Ero stato un bastardo ed Ilary solamente una puttana senza ritegno.

-Heartbeat-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora