-Heartbeat-

Capitolo 35

La sveglia suonò presto quel giorno, avevo molto da preparare e affrontare un viaggio con una neonata aveva le sue difficoltà.

Branville, la cittadina in cui ero cresciuta, in cui avevo lasciato un pezzo di cuore e in cui sarei tornata, certo non avevo un posto in cui andare ma qualcosa l'avrei trovata.

Iniziai a riempire la borsa di Amanda per essere sicura di non dimenticare nulla e probabilmente la controllai più volte del dovuto. Per quanto riguarda la mia invece, non avevo molta roba, riempì un trolley con le cose principali, con il resto poteva anche farne un falò con la speranza che si ustionasse anche lui.

Mi sistemai, allattai la bambina e la misi comoda nella sua carrozzina in modo da farla stare tranquilla per un pò. John non parlava, osservava solamente le mie azioni ma dopotutto, un verme come lui cosa avrebbe potuto dire?

La testa mi batteva forte ed ero molto stanca per via dell'ora ma dovevo sbrigarmi se volevo lasciare la casa il prima possibile. Mentre chiudevo i bagagli mi tornarono in mente tantissimi ricordi, pensai a quanto assurda fosse la vita e a quante cose erano cambiate in un anno. Mi soffermai ad Ilary, colei che avevo sempre considerato una sorella e per cui avrei anche ucciso qualcuno se solo avesse provato a farle del male, eppure, era stata la prima a distruggermi, la prima ad umiliarmi come donna, mamma e fidanzata. Mi aveva teso una trappola al bar, avevo perso il bambino per colpa sua e adesso anche John, del tutto. Ilary avrebbe avuto tutto ciò che desiderava, il mio fidanzato, la mia casa e anche un piccolo, ciò di cui mi aveva privata.

Con le lacrime agli per via di quei pensieri aprì la porta tremolante, dovevo andare via, era l'ultima volta che l'avrei visto e una piccola parte dentro di me diceva di non uscire, di disfare le valigie e di preparare il pranzo. Una parte di me non voleva abbandonarlo ma ero troppo ferita, delusa e arrabbiata.

-Emily, mi stai portando via mia figlia, non puoi farlo. Io sono il padre.- disse cercando di mantenere la calma mentre si accendeva la sua sigaretta.
-Avrai un altro bambino a cui badare, stalle vicino, non ripetere gli stessi errori- le lacrime non riuscivo a fermarle, eppure mi sforzavo ad avere un tono di voce fermo ma infondo, chi volevo prendere in giro? Odiavo Ilary per essere riuscita a togliermi tutto ma non le avrei mai augurato ciò che ho subito io stessa.

- Quando vorrai non ti negherò di vedere la bambina, ha bisogno anche di suo padre- aggiunsi e spalancai la porta per farci passare il carrozzino.
-Fammi parlare, risolviamo la situazione, resta a casa. Ad Ilary pagherò il mantenimento e riconoscerò mio figlio ma tu sei casa mia- la sua mano sinistra sulla porta, come a vietarmi di uscire, l'anello uguale al mio all'anulare... Ricordavo benissimo quando me lo regalò, fu il primo e l'unico regalo. Risaliva ai primi tempi in cui abitavamo insieme, me lo fece trovare in camera da letto in un pacchettino rosso. Mi promise che da quel giorno saremmo stati una coppia, nonostante le mille difficoltà ce l'avremmo fatta ed io ci credetti. Quella sera ci baciammo e facemmo l'amore forse per la prima volta, poiché la volta prima non poteva considerare in quel modo neanche lontanamente. Mi sussurrava parole dolci, promesse, tutto ciò che una donna sogna di sentirsi dire.

Tornai alla realtà, guardai anche la mia di mano e un brivido mi partì dal centro, dal cuore.
"John non farmi questo", pensai ma ormai era troppo tardi. Rientrò la bambina, la prese in braccio e iniziò a stamparle dei baci. Io li guardavo immobile, ferma dov'ero e avrei voluto tanto farne parte anche io di quell'abbraccio. Notai il sorriso della mia bambina e mi accorsi che non si può dividere un'amore come il loro.

È VERO, NON AGGIORNO PRATICAMENTE DA UNA VITA MA SONO TORNATA A FARLO, SE VI VA, LASCIATE QUALCHE COMMENTO IN MODO CHE RIESCA A CAPIRE SE DEVO CONTINUARE A FARLO. GRAZIE MILLE😜😘😘