Capitolo 31

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-Emily-

Furono giorni tranquilli, Amanda mi dava un bel po' da fare ma era comunque una bambina abbastanza tranquilla.
John riprese il lavoro, riaprì la sua officina e andava anche meglio di prima. Si era stabilizzato tutto, anche la casa ormai sembrava più accogliente. I litigi erano ormai un ricordo e ne ero felice, eravamo in una situazione di pace così bella che quasi non potevo crederci.

"Dai amore di mamma fai la brava, facciamo il bagnetto e andiamo a fare un giretto, è da parecchio che siamo chiuse in casa!" dissi alla mia bambina mentre si dimenava nell'acqua.

Era una bella giornata, il sole brillava di una luce affascinante, portai gli occhi al cielo e strano a dirsi ma non c'era neanche una nuvola.

Aprile non era il mio mese preferito ma se proseguiva così lo sarebbe diventato sicuramente.

Misi ad Amanda un vestitino bianco con delle strisce orizzontali sul viola, un paio di collant bianchi e delle scarpine. Sistemai i suoi capelli con una fascia e dopo aver messo il cappottino ed essere sistemata nella navetta, era pronta per il nostro giro.

Era una bella sensazione vederla lì con me, poter dire "ehi questa è mia figlia!" mi riempiva il cuore di gioia.

Passeggiammo per il centro storico e poi svoltammo per la via dei negozi, subito qualcosa attirò la mia attenzione...

Era lei, non c'erano dubbi.

"Emily, ti ritrovo in forma..." sputò acidamente.

"Posso dire lo stesso di te, ora se voi perdonarmi ma sono di fretta." dissi

"Quanta fretta, vai dal paparino?" disse avvicinandosi al carrozzino "Posso vedere la mia nipotina?" nello stesso momento che si sporse le rivolsi uno sguardo carico di odio, dolore e disprezzo.
Era la mia migliore amica fino a qualche mese fa, ero passata dall'amarla all'odiarla con tutta la mia anima. Era stata lei la causa della mia rovina, la causa delle mie lacrime e la causa della morte del mio piccolo.

Quando la mente andò a Bryan non riuscì più a trattenere le lacrime, scoppiai in un pianto istrrico.

Il panico iniziò ad impossessarsi di me, strinsi forte il carrozzino e camminai il più veloce possibile, stavo male.

Entrai in un bar della zona, spedita arrivai in cassa e chiesi subito un bicchiere di acqua e zucchero. La cassiera capendo la gravità mi fece accomodare e mi portò subito la bevanda. Mandai un messaggio a John con il nome del bar e un "fai presto", con la speranza che arrivasse subito...

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