Capitolo 26

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-John-

Male, mi sentivo male.
Vederla inerme su quel lettino era fin troppo doloroso.

"Okay Dio, la punizione me l'hai data, sto soffrendo come una bestia ma ti prego, falla stare bene, lei non c'entra nulla!" dissi accasciandosmi sulla sedia accanto a lei.

Stavo impazzendo, ero evidentemente rincoglionito. Avevo un enorme bisogno di caffè ma non potevo lasciare Emily sola.

La guardavo dormire profondamente, al suo risveglio rimarrà delusa dalla triste realtà,  non era soltanto un brutto incubo.

"Ehi" disse con un fil di voce ancora impastata dal sonno.

"Ehi, non mi ero accorto che ti fossi svegliata,  avviso il dottore!"

"Lascia stare, volevo parlare un po' con te..." disse socchiudendo gli occhi.
"Perché non mi hai detto prima di Tiffany? Avrei preparato i bagagli e sarei tornata al dormitorio da Ilary senza problemi. " aggiunse poi.

"Emily,  Tiffany non c'entra nulla... "

"Non ti credo, Ilary non mi farebbe mai uno scherzo del genere!" disse cercando di alzare il tono della voce.

"Emily, Tiffany non c'entra niente in tutto questo. Perfavore, non parliamone ora..." risposi.

"Li hai visti?" disse interrompendo il silenzio che si era formato nella stanza.

"Si, ho tenuto tra le braccia uno di loro..." dissi con un groppo alla gola.

"Gli hai dato un nome? Come li hai chiamati? La scelta toccava a te, io non ero in condizioni di decidere nulla in quel momento." disse quasi amareggiata.

"Si, un maschietto ed una femminuccia, Bryan ed Amanda."

Stavo per darle la notizia più brutta della sua vita, dovevo stare calmo, lo dovevo fare per entrambi...

"Oltre al fatto di essere prematuri, stanno bene??" disse sollevando leggermente la schiena.

"Emy, ascolta,  Amanda é la bimba più forte del mondo, lotta come una leonessa, ce la sta mettendo tutta..." dissi quasi piangendo.

"E Bryan? Bryan sta bene vero? Me lo porteranno tra poco per allattarlo? É stato più forte di Amanda? Ti prego."

Ogni singola lacrima che le rigava il viso, equivaleva ad una pugnalata nel petto per me.

"Bryan non é stato forte quanto a
Amanda, ha deciso di andare via, in un posto migliore..." non trovavo altre parole, non esistevano frasi meno dolorose.

Si alzò di scatto poggiandosi alla spalliera del letto. Aveva lo sguardo fisso nei miei occhi, piangeva in silenzio ma quei dannati occhi dicevano tutto. Raccontavano il dolore di una mamma, la distruzione interiore, la rabbia,  i progetti andati in fumo, esprimevano troppe cose di cui il colpevole ero proprio io.

-Heartbeat-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora