Capitolo 55

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●Sempre●

Pov Sophia

Dopo aver sviato le mille domande di Alyssa e soprattutto dopo averle rifilato una bugia dopo l'altra, riesco ad ottenere l'auto di Alex.

Mancano cinque minuti alle sei e sto guidando il più veloce possibile per raggiungere il parco.

Cosa che mi riesce al quanto difficile dato che le mani non smettono di tremarmi e il cuore di battermi forte.

Giro ancora qualche minuto in cerca di un parcheggio e solo quando scendo dall'auto prendo realmente coscienza di quello che sto per fare.

Mi assicuro di aver chiuso bene l'auto e inizio a passeggiare all'interno del parco.

Andrea mi ha scritto di trovarsi in una delle panchine centrali.

Mille pensieri mi invadono la testa, e quello che forse potrei anche morire è sicuramente il primo di tutti.

Mi fermo tutto ad un tratto, voglio tornare indietro.

Mi guardo intorno.

C'è parecchia gente oggi.

Se avesse voluto uccidermi avrebbe scelto un posto più isolato, no?

Alla fine compongo il numero della polizia e blocco il telefono, non si sa mai.

Poi continuo a camminare e dopo un po' riconosco la figura di Andrea.

È seduto su di una panchina con le gambe accavallate e quando mi vede si alza in piedi e mi rivolge uno strano sorriso.

Più mi avvicino, più quel sorriso mi incute terrore.

"Sei venuta allora" dice quando orami sono di fronte a lui

"A quanto pare" incrocio le braccia al petto e lo guardo con attesa e timore allo stesso tempo

"Sediamoci" indica la panchina con un cenno di testa, ma io resto immobile.

Non voglio sedermi accanto a lui.

"Cosa vuoi Andrea? Smettila di fare la persona gentile e arriva al punto" dico  tutta d'un fiato. Voglio che arrivi al dritto al sodo, di giochetti ne ha fatti già abbastanza.

Alza un sopracciglio e sembra quasi stupito dalla mia audacia.

"Sei sempre la solita. Non ti piace proprio aspettare"

"In queste circostanze, no"

Si passa la lingua sulle labbra e si prende tutto il tempo prima di rispondere alla mia domanda.

Io intanto sto morendo dentro lentamente e non sento quasi le gambe talmente che sono in ansia.

"Voglio che te ne vai" dice sicuro

Sul serio?

"Perfetto, non aspettavo altro" mi volto per andarmene, ma mi blocca di forza e mi fa tornare nella stessa posizione di prima.

"Che hai capito" scuote la testa divertito "voglio che vai via da Londra"

"Coooosa?" Urlo senza renderme conto, attirando anche l'attenziome di alcuni passanti

"Non soltando da Londra, dall'Inghilterra proprio. Voglio che te ne vai in Italia...da sola ovviamente" conclude con sguardo di sfida

Ma che cazzo significa?

"Non farò mai una cosa del genere per te! E per quale motivo poi scusa?"

Sono confusa e la testa mi gira come mai nella mia vita.

Stay ||Genn Butch||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora