Capitolo 12

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●Io ti odio●

Pov Sophia

No.

Voglio sparire.
So già cosa vuole dirmi.

Sa che ho dormito con Dylan e ora se la prenderà prima con me e poi com il moro.

L'unica soluzione, è scappare.

Senza guardarlo negli occhi, lo supero ritornando verso la hall.

Sento i suoi passi dietro di me, mi sta seguendo.

La sua voce chiama più volte il mio nome.

"SOPHIA!" urla nel momento in cui sto per uscire dall'entrata principale dei dormitori.

"Sophia!"

Ma cosa?

Ci metto un bel pò a mettere a fuoco la situazione.

Non è successo assolutamente nulla.
Sono immobile nel bel mezzo del corridoio e ho appena immaginato una perfetta catastrofe.

Genn è ancora di fronte a me, e mi guarda con lo sguardo che fa quando è preoccupato per me.

Ho un nodo in gola, e il panico continua a scorrermi nelle vene.

Forza Sophia, rispondi.

"Parliamo" dico tornando finalmente a respirare "non qui però" aggiungo indicando con la testa il gruppetto di ragazzi che se ne va tranquillamente a spasso per i corridoi.

Genn annuisce sollevato e porta una mano fra i capelli.

"Camera tua?" Chiede grattandosi la nuca

Annuisco e insieme camminiamo fino alla mia camera, ma quando apro per poco non mi scappa un urlo.

L'unica cosa che ho visto è il sedere nudo di Alex in piedi di fronte al letto, poi ho chiuso immediatamente la porta.

Genn intanto non ha visto nulla e mi guarda con aria interrogativa.

Con una mano davanti alla bocca mi trattengo dallo scoppiare in una risata isterica.

"Che ne dici di andare in camera tua?" Chiedo poi tornando seria

Arriccia la fronte sempre più confuso ma alla fine sospira e inizia a dirigersi verso la 95 A.

Entra e mi fa cenno di seguirlo all'interno.

È tutto in ordine come sempre, non c'è un vestito fuori posto.
Scommetto che ha sistemato anche le cose di Alex questa mattina.

Mi indica il suo letto mentre lui si siede sulla sedia girevole accostata alla scrivania.

La trascina fino ad arrivare di fronte a me, l'espressione terribilemente tesa.

Non deve aver dormito nulla stanotte, e questo non fa che aumentare i miei sensi di colpa.

Inizia a giocherellare con le dita mettendo ansia anche a me.

"Genn..io"vorrei dirgli che ho sbagliato a trattarlo in quel modo, e soprattutto, ad aver chiamato subito Dylan, ma con una mano mi blocca impedendomi di continuare.

"No, per favore. Lasciami parlare"

Prende un ultimo respiro e alla fine inizia.

"Sono un cretino" esordisce

"Un fottuto cretino che non sa controllarsi.
Sbaglio troppe volte.
Non faccio mai la cosa giusta, mai.
E sono arrivato addirittura a pensare che fai bene e trattarmi come ieri, perchè solo così mi rendo conto di quanto io sia una merda"

Stay ||Genn Butch||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora