CAPITOLO 1 "Libero"

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Dalla finestra della sua stanza Oliver intravedeva la strada chiassosa del sabato mattina. Le macchine in coda al semaforo facevano un gran baccano facendo suonare il clacson a ripetizione, la strada intasata a causa della forte pioggia incessante pareva una scena estrapolata da un film. Mentre le orecchie gli fischiavano e gli occhi roteavano all'indietro Oliver si perse in un mondo tutto suo fatto di elfi, fate e colori fluorescenti. Il suo corpo si rilassò diventando molle, la presa sulla siringa cedette, la droga restante cadde sul parquet rimbalzando prima di atterrare. Il laccio emostatico ancora ben stretto sul suo braccio sinistro. Oliver era sempre stato un bravo ragazzo, aveva una buona famiglia, aveva sempre spiccato a scuola per la sua intelligenza e il suo talento ma adesso, era arrivato a quel punto nella vita in cui tutti hanno un crollo emotivo, c'è chi trova la forza di lottare e chi come lui non è abbastanza forte da potercela fare da solo. Accade almeno una volta nella vita di dire a se stessi "questa vita non vale la pena di essere vissuta". Oliver era giunto a quella conclusione quando, Clay la sua migliore amica ormai da undici anni era scappata via di casa con un uomo più grande, più muscoloso e più alto di lui conosciuto solo pochi giorni prima. Per tutti era chiaro che Oliver provasse dei sentimenti molto forti nei confronti di Clay, ma la ragazza lo vedeva solo come un amico facendo finta o, non credendo realmente a ciò che lui provava nei suoi confronti. Oliver restò in attesa di un gesto, di una parola, di qualsiasi cosa prima di poter fare una mossa, ma nulla mai arrivò. Si rassegnò ad essere "l'amico d'infanzia", il ragazzo della porta accanto che ci sarà sempre perché è sempre stato così.

Si era stancato di esserci sempre, si era stancato di essere buono e gentile con tutti e ricevere tanto dolore in cambio, non se lo meritava, non lui e non per questo. Nessuno dovrebbe soffrire per amore.

Non era di certo stato solo il rifiuto di Clay a farlo entrare nel limbo in cui si trovava. I suoi genitori dopo 30 anni di matrimonio avevano chiesto il divorzio poiché il padre, reverendo della chiesa protestante, aveva avuto una relazione parallela con un'altra donna per ben nove anni. Oliver perse il controllo del proprio corpo e della propria mente ed un giorno, scaraventò il tavolo da pranzo addosso al padre prima di saltargli al collo, la madre se ne stava in un angolo ammutolita con le mani sulla bocca. La sua vita era stata stravolta dall'uomo che lo aveva cresciuto praticando la parola di Dio e tradendo la propria moglie. Oliver non era mai stato credente, non frequentava la chiesa ma, aveva sempre creduto in qualcosa a modo suo. Clay, suo padre, la sua fede e un mondo che lo opprimeva e lo aveva portato a commiserarsi e rovinarsi.

Era stato inghiottito dalla perdizione, aveva iniziato a bere, poi fumare, poi ambedue le cose e infine deplorevolmente arrivò all'eroina. Se ne stava rintanato in camera sua per tutto il tempo ad uccidersi poco a poco. Quella piccola stanza una volta rispecchiava in tutto e per tutto Oliver e il suo stato da teenager, adesso era sporca, squallida e triste. La polvere accumulata aveva reso il parquet una volta di un legno scuro perlato alla vista. Sulla scrivania bianca, cartacce accumulate, merendine andate a male, macchie di caffè su documenti universitari e addirittura qualcosa di liquido dal colore scuro che lento gocciolava sul pavimento da un bicchiere di cartone capovolto. I poster alle pareti si erano aggrinziti anch'essi impolverati ed il letto era un cumulo di lenzuola e abiti. Oliver, se ne stava disteso sul letto perso nella sua estasi quando all'improvviso un fulmine bianco percosse la sua vista, stralunato il giovane umano spalancò gli occhi, conosceva l'effetto della droga e quello... non gli era mai capitato. Si alzò troppo facilmente dal letto e si diresse all'armadio dove vi era inchiodato ad uno sportello un lungo specchio che lo rifletteva fino ai piedi. Si guardò per qualche istante, l'immagine riflessa non gli apparteneva più. Il sorriso che una volta albergava in lui era sparito totalmente. Che ne era di se stesso? Oliver era capace di tutto, se solo ci avesse creduto abbastanza.

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