CAPITOLO 22 "Amore profano"

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Dominic era rimasto immobile. Tra le lunghe dita da pianista stringeva il ciondolo appeso ad una sottile catenina. Nicolai si fece in avanti e prendendolo per un braccio lo attirò a sé. I loro occhi s'incontrarono producendo un tepore unico a cui l'angelo ancora faceva fatica a resistere. Se il loro amore era sbagliato, come poteva essere così forte? L'angelo lasciò il ciondolo che ricadde sul suo petto brillando sotto la luce artificiale dei neon. Era un anello d'argento con una minuscola incisione al suo interno: "amor vero non que moritur" (l'amore vero non può morire). Quell'anello gli era stato donato proprio da lui. Da Nicolai. Il demone sospirò prima di parlare:

- Com'è possibile che dopo tutto questo tempo noi due... siamo sempre al punto di partenza? – gli chiese accarezzandogli una guancia, Dominic chiuse gli occhi appoggiando la mano su quella di lui

- So che siamo essenzialmente diversi. Come so che il nostro legame è profano ma... se tieni anche solo minimamente a me... farai ciò che ti ho chiesto. – il demone si distaccò respirando rumorosamente – Nicolai... - chiamò Dominic

- Sei venuto da me solo per questo? Per... usarmi? – l'angelo sussultò a quelle parole. Non aveva mai pensato che Nicolai potesse sentirsi "usato". Aveva sempre creduto che i demoni non provassero sentimenti così come gli angeli. Era anche vero che lui aveva dimostrato di tenere al loro rapporto in più di una circostanza. Bloccando la trasformazione, sopprimendo la sua fame, la sua ira. Nicolai aveva fatto molto di più di quanto Dominic potesse immaginare. Certo, non gli aveva mai detto "ti amo" ma, le parole alle volte sono inutili là dove le azioni parlano da sole.

- Non ti sto usando. Non lo farei mai! – esclamò in sua difesa l'angelo – voglio solo che... - deglutì prendendosi qualche istante – vorrei solo che il bene... - Nicolai lo interruppe sovrastando la sua voce calma con la sua acuta e profonda

- Il lieto fine a cui tanto ambisci non esiste. La tua amica non riavrà la sua anima. Adesso è mia. Mi appartiene. Se hai finito con i tuoi giochetti mentali... sai dove si trova l'uscita. – rispose brusco

- Non è così! – protestò il giovane e bellissimo angelo, Nicolai inarcò il capo guardandolo con i suoi occhi di fuoco – Non ti ho mai preso in giro. Non mi sono mai approfittato di te. Non ti ho mai chiesto niente! –

- Sono affamato Dominic. Per tutto questo tempo mi sono trattenuto. Ho cercato di mettere a tacere la fame. La mia aggressività. Non posso mettere in catene la bestia che sono. Non posso fingere di essere qualcun altro solo per renderti felice. – Dominic sentì come una lama rovente conficcarglisi in petto udendo quelle parole. Nicolai lo stava facendo per lui? Per amore? Ma lui non voleva questo, non gli avrebbe mai chiesto di cambiare per renderlo felice. Era un demone. Appartenevano a due schiere opposte, completamente opposte eppure, c'era qualcosa che li legava invisibilmente.

- Io non te l'ho mai chiesto. Non ti ho mai chiesto di cambiare per me. Non ti vorrei in nessun altro modo Nicolai... – ammise con le guance arrossate

- e allora cos'è che vuoi? –

- te. Ho sempre voluto soltanto te. – Nicolai lo guardò di sottecchi poi sospirò cambiando completamente espressione

- d'accordo. – disse – farò quello che mi hai chiesto. Lascerò libera l'anima della tua amica... ad un patto però... - Dominic doveva aspettarselo, i demoni non facevano mai niente per carità, inarcò un sopracciglio guardandolo con un punto interrogativo stampato in faccia - voglio te. – continuò il demone adesso sogghignante

- vuoi me? – ripeté l'angelo incredulo

- esattamente. Io dò una cosa a te, tu ne dai una a me. E' un patto. Funziona così... –

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