CAPITOLO 20 "Luce oscura"

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Quanto successo quella sera al parcheggio aveva del surreale persino per Dominic. L'angelo era stato seguito fino al bowling ove si trovava con Oliver, la madre e Clay. Belthazor si era parato dinnanzi a lui bloccandogli la strada. La signora Fehr, madre di Oliver alla vista del demone aveva perso i sensi. Il ragazzo stralunato dovette raccontare ogni cosa all'amica, Clay che, stravolta se ne stava ad occhi sbarrati a fissare la creatura demoniaca. Dominic all'improvviso fu circondato da un aura pallida, un chiarore proveniente da lontano eppure sembrava così caldo e confortante agli occhi di Oliver che fissò quella luce per svariati istanti. Il demone pronto ad attaccare si fece in avanti. Dominic schivò il primo colpo spostandosi alla velocità della luce. Il demone ringhiò sommesso e tentò una seconda volta. Questa volta la sua forza ebbe la meglio sull'astuzia e l'intelligenza dell'angelo. Belthazor conficcò i suoi artigli nel braccio sinistro di Dominic che fu travolto dal dolore. Un dolore umano che, non provava da molto tempo ormai. Oliver si dimenava all'interno dell'auto pronunciando il nome del suo angelo a gran voce. Lo sguardo di lui però stava puntando il demone dinnanzi a sé. Belthazor rise o, perlomeno Oliver aveva interpretato il suono gutturale emanato dalla sua gola come una risatina soddisfatta. Dominic stava sanguinando. Strinse la ferita con la mano mentre trafiggeva il demone con i suoi occhi color del cielo. Dal nulla piovve giù una piuma nera. Poi un'altra, poi un'altra ancora. L'angelo sollevò il capo e con sorpresa riconobbe una figura acciambellata su una trave a testa in giù. Quando il demone dischiuse le ali nere e si rivelò ai presenti aveva un sorriso che le andava da una pare all'altra della faccia. Toccò il terreno con i tacchi e le sua ali si dissolsero lasciando sparire con se anche le braccia nere piumate e gli artigli spessi e scuri. Una figura longilinea e sensuale stava avanzando verso di lui, aveva indosso un vestito nero con lo strascico. La demone, dotata di una bellezza "malvagia" aveva lunghi capelli bianchi ondulati sino alle punte e gli occhi grandi color ametista. Belthazor guardò la donna demoniaca assumendo il suo aspetto umano. Lei guardò a sua volta Dominic e scosse il capo, civettando prese Belthazor sotto braccio e, tutto ciò che pronunciò fu: "andiamo fratellino. Non è ancora tempo dei giochi.". Quando i demoni sparirono come fumo l'angelo raggiunse Oliver alla vettura. Adesso il giovane era messo alla guida e la madre nel posto del passeggero al suo fianco ancora priva di sensi. Dominic guardò il ragazzo e, bastò quello sguardo per far capire a Oliver che aveva bisogno di restare da solo. Il giovane umano di mondi demoniaci ne sapeva ben poco ma, gli era capitato di vedere Nicolai un paio di volte e da quello che Gregor gli aveva raccontato... La colpa di ciò che era divenuto non era la sua. Poteva non approvare i suoi comportamenti. Ma non poteva non biasimarlo. Per quanto riguardava gli altri demoni lui non sapeva niente ma, quella era una cosa che, presto o tardi avrebbe dovuto scoprire. Accese il quadro e l'auto partì.

Il cielo su di lui sembrava velluto. Un manto chiaroscuro dove nuvole spumose danzavano leggere. La luce bianca della luna illuminava il pallido viso di Dominic. Si trovava sulla battigia ad osservare il gelido mare. L'aria era appiccicosa e pungente. Si strinse nella giacca tirando su col naso. La ferita al braccio gli doleva ancora ma, grazie ai suoi poteri angelici si stava già rimarginando anche se questa volta ci stava mettendo più tempo del previsto. Adesso che Oliver sapeva tutto per lui era più difficile approcciarsi. Sapeva bene che lui non era il tipo di persona che giudicava anzi, Oliver era alla mano e sempre pronto ad aiutare. Ma qualcosa dentro di lui gli diceva che coinvolgerlo in quella situazione era stato sbagliato. Era rischioso e, mettere altre persone in mezzo era... controproducente. Non si trattava solo di lui e la sua relazione impossibile con il figlio di Lilith. Adesso c'era in ballo l'intero mondo delle tenebre e per un essere umano quello era davvero impossibile da digerire. Assorto nei suoi pensieri fu colto da una folata di vento alle spalle. Si strofinò le braccia e poi si voltò. Nicolai era in piedi alle sue spalle. Un sorriso beffardo sulle labbra. Dominic lo guardò solo per un istante poi scosse il capo tornando a fissare l'oceano.

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