CAPITOLO 30 "Mente e cuore"

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L' atmosfere si tinse quasi con colori visibili. Il rosso per la rabbia, il cremisi per il sangue versato, il nero per l'odio ed il disprezzo ed il bianco, il bianco per la morte. Lilith, la madre di tutti i demoni. Se ne stava in piedi. La veste bianca appiccicata all'ossuto corpo. I piedi nudi per aria molli sul nulla. Un ghigno beffardo stampato sul viso. Un viso bello e dannato. Dominic si tirò su a stenti e tossendo studiò la donna che aveva dinnanzi. Il viso cinereo, le pupille dilatate e gli occhi glaciali. La demone superiore lo guardò restando in silenzio per alcuni istanti. Poi, fece come per calciare l'aria o scendere un gradino invisibile e, come un lampo, gli fu subito davanti. Trovandosela ad un palmo dal naso il giovanissimo angelo indietreggiò istintivamente. Lilith rise soddisfatta. I demoni si nutrivano d'odio e paura era risaputo e adesso, Dominic era pieno di paura e odio. Paura per l'ignoto. Odio per quella donna. La donna che aveva negato anche solo la possibilità di esistere al suo Nicolai. Colei che, gli aveva strappato l'anima dal corpo quando era solo un bambino. Lei che gli aveva negato di percorrere un cammino lungo la strada della vita. Lei se l'era preso. Lo aveva reso il suo schiavo. Nicolai era stato un capriccio. Lilith aveva ucciso milioni di bambini prima di riuscire a creare Ialocin, il primo dei suoi figli. Quando il reverendo Wilson narrò quanto riportato da alcun testi in suo possesso. Dominic restò tramortito. Conosceva la verità solo in parte. Di certo sapeva che Nicolai era un demone. Il primogenito di Lilith. Ma, non sapeva che questa lo aveva ucciso poco dopo che lui aveva visto la luce, negandogli così l'occasione di poterla vedere ancora una volta. Aveva creato la sua "creatura". Un mostro. E l'angelo, odiava Lilith per questo. Nicolai non gli aveva mai parlato di sé, né di Lilith o degli inferi. Quando lui e il demone erano da soli, era come se venissero trasportati in un altro mondo. Un mondo solo loro. Dove non esisteva nessun altro. Dove non dovevano dare spiegazioni a nessuno. Dove potevano essere quello che erano. Due ragazzi che si amano e che non fanno nulla di male se non trasformare il proprio amore in passione.

C'era chi un tempo gli aveva detto che aveva peccato. Che frequentare un demone era un grave reato. Lui aveva pagato per quell'amore. L'arcangelo Gabriele lo aveva punito privandolo delle sue ali. Eppure adesso, gli sembrava che quel dolore, la perdita di una parte importante del suo corpo, come la perdita di un arto, non era un dolore paragonabile a quello che stava provando adesso, in quel preciso istante. Dominic serrava la mascella puntando con i suoi occhi in tempesta Lilith. Non possedeva più alcun potere. Era un "umano" immortale. Lì, dinnanzi alla demone ultra centenaria lui non poteva fare niente. La donna gli sfiorò il dorso della mano e Dominic ebbe come una scossa. Lilith ridacchio allontanandosi. Prese a fare avanti e indietro per la stanza accarezzando con la punta delle dita le pareti spoglie.

- Dominic. – disse – ho tanto sentito parlare di te. Un angelo con dei sentimenti... Un angelo raro. –

- un angelo difettoso. – rispose lui fermo

- oh no. Sei... speciale mio piccolo trono. Tu non lo sai ma... Dentro di te scorre sangue Serafino. – Dominic crucciò la fronte, Lilith mostrò i denti bianchi e perfettamente dritti

- Ti racconterò una storia. – annunciò – C'era una volta un entità buona, generosa, clemente e caritatevole. Quell'entità venne chiamata Dio.

Dio creò un suo regno. Heaven: Il regno celeste. Questo fu presto popolato. Per servirlo Dio creò quattro serafini. Angeli maestosi, bellissimi e potentissimi. Lucifero fu il primo ad avere vita. Seguito da Michele, Gabriele e infine Raffaele. Beh... Credo tu sappia cosa accadde quando Lucifero si ribellò agli ordini... Michele, il suo amato fratello. La sua famiglia. Lo tradì. – si colpì con il pungo chiuso il palmo della mano aperto verso l'alto – Michele era a capo delle schiere celesti. Quando Lucifero si ribellò lui lo scaraventò lontano dal paradiso... Scelse gli umani. – digrignò i denti – scelse degli esseri inferiori a suo fratello! Molti secoli dopo. Quando io e molti altri angeli ci unimmo a Lucifero. Riuscimmo a penetrare le barriere del regno celeste e, insinuandoci al suo interno riuscimmo a corroderlo e macchiarlo. – fece una risatina – il mio bambino! Ialocin s'impossessò di un angelo, un cherubino che vi era alla guardia dello specchio delle anime e, da quel momento. Lucifero ha iniziato a governare entrambi i mondi. –

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