CAPITOLO 36 "Una vita per una vita"

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Tutto intorno, la nebbia offuscava la loro vista. Grazie a Nicolai e Gregor tuttavia, riuscirono comunque a seguire il sentiero. Formarono una catena umana, prendendo ognuno la mano dell'amico che vi era davanti. Si udirono lamenti disumani e grida spettrali. Oliver ebbe un brivido, strinse ancor di più la presa sulla mano di Dominic e lui gli accarezzò il palmo. Giunti dinnanzi ad un pozzo di pietra si arrestarono di colpo. Nicolai si voltò verso i suoi "compagni":

- Come facciamo a far varcare la soglia agli umani? – chiese al cherubino che si stava scricchiando le ossa del collo.

- Io prendo Barbarah e Clay. Tu prendi Dominic e Oliver. – disse. Nicolai inarcò un sopracciglio e puntò i suoi occhi di fuoco sul giovane umano che gli rivolse un sorriso a trentadue denti. Il demone portò gli occhi ali cielo e gli diede le spalle. Ancora lamenti e ringhi si levarono tra le mura che li circondavano.

- Cosa sta succedendo? – chiese Barbarah

- E' la guerra. Ci sono degli angeli agli inferi oltre voi due. – disse Nicolai guardando prima Dominic e poi Gregor – stanno combattendo contro la mia famiglia... -

- Loro non sono la tua famiglia. – osservò Dominic - Prima di tornare. – continuò – Michele. Tu lo sapevi non è così? Sapevi che lui mi ha... creato. –

- Si. – rispose subito il demone – l'ho sempre saputo. Quando riuscì a rintracciarlo lo imprigionai. Tale madre tale figlio no? Lilith non voleva che trovaste il mio corpo e mettesse a posto i pezzi del puzzle. Io non volevo che tu trovassi Michele e che lui ti portasse via da me. – il trono sospirò accarezzandogli un braccio

- Andiamo via. -.

Varcata la "soglia" dei mondi. Là dove l'impossibile era possibile Dominic notò immediatamente che qualcosa non andava. Certo, erano tutti presenti ma lui, nonostante non possedesse più alcun dono angelico, riusciva a percepire come una morsa allo stomaco. Guardò i presenti più e più volte non riuscendo a comprendere cosa fosse quella strana sensazione che gli stava tagliando il petto. Nicolai era al suo fianco, doveva essere felice per questo eppure, eppure qualcosa gli comprimeva il cuore come un macigno. Arrivano nella palude ove, vi erano stati giorni addietro. Oltre immense distese verdeggianti, Dominic riconobbe due figure. Quella di Alex, la sorella minore di Clay e quella dell'arcangelo Michele, suo padre.

La ragazza corse in avanti e, stupendo i presenti si andò con vigore a gettare tra le sbilenche braccia di Oliver. Questi barcollò all'indietro perdendo l'equilibrio. Lei gli pianse con il viso nascosto nell'incavo della gola. Il giovane umano gli accarezzò i capelli goffamente. Certo, sapeva che Alex teneva a lui, ma non si sarebbe mai aspettato quell'accoglienza. Alex gli prese il viso tra le mani e facendo sì che i loro occhi s'incontrassero gli sussurrò sulle labbra:

- Avevo paura... temevo che... - Oliver gli rivolse un sorriso sincero e le accarezzò una guancia

- Sono piuttosto tosto. – disse – sono un tipo tosto. Ben Affleck mi fa un baffo. Diciamocelo, chi era lui per vestire i panni di un supereroe? Io sarò pure magrolino ma, ho grinta da vendere. – gli fece l'occhiolino, Alex scosse il capo stringendolo ancora una volta a sé.

Clay si lasciò cadere sulla terra umida e gettò via gli stivali. Barbarah sorrise e, chinandosi a sua volta gli massaggiò i piedi.

Dominic e Gregor, seguiti a malavoglia da Nicolai raggiunsero l'arcangelo Michele. L'uomo. Bello come una statua di marmo, rivolse a loro un flebile sorriso.

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