CAPITOLO 2 "Empatia"

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Il giovane umano si risvegliò in una stanza perfettamente riordinata, corrugò la fronte e si sollevò piano col busto strofinandosi gli occhi, sbadigliò e si guardò meglio in giro, saltò nel letto quando, con enorme stupore vide l'angelo. Dominic se ne stava a braccia conserte e gambe intrecciate in piedi con la schiena appoggiata all'armadio. Era alto, magro ma muscoloso, i suoi capelli erano oro, i suoi occhi celesti profondi come oceani, le sue labbra parevano petali ed il suo incarnato era come porcellana bianca rarissima. Le sue bellissime labbra si incurvarono in un sorriso ed i suoi occhi si illuminarono - ben tornato - pronunciò. Oliver scosse il capo, non si trattava di un sogno, Dominic era reale ed era proprio lì, in piedi di fronte a lui... Che fosse ancora sotto l'effetto dell'ecstasy?

Si lasciò cadere nuovamente sul cuscino e coprì il viso con le mani - non è possibile... sono impazzito? Questo coso è ancora qui non è normale, sarebbe dovuto sparire... - diceva Oliver tra se, Dominic inarcò un sopracciglio e fece qualche passo in avanti - questo coso - si indicò il busto - è un angelo ed è qui per badare a te - prese la sedia con le rotelle che era al fianco della scrivania e la mise accanto al letto - se fossi in te, lascerei perdere la droga - fece girare la sedia e si mise a sedere tenendola al contrario appoggiò entrambe le braccia sulla spalliera e si affacciò per scorgere Oliver. Il ragazzo si liberò gli occhi e con faccia schifata guardò Dominic che se ne stava a pochi centimetri da lui... quanto era bello? Sembrava uscito da uno di quei giornali di moda, un modello, un attore, un sex simbol... lo odiava. Sospirò rumorosamente e fece caso all'abbigliamento dell'angelo, era interamente vestito di bianco, camicia, pantaloni e scarpe e Oliver pensò se porta le mutande... scommetto che sono bianche. Si mise a sedere ed allora, faccia a faccia con il viso di porcellana dell'angelo imprecò - dannazione! - Dominic lo guardò con preoccupazione e stupore - Non sono gay! - Dominic strabuzzò gli occhi

- Co-cosa? - gli domandò con un rossore sulle guance

- Se sei un angelo, sei morto e non dovresti arrossire. Tutti gli angeli sono così? Voglio dire, sono tutti come te? Perché sono quasi certo che molte religioni non approverebbero. - Dominic inclinò il capo non capendo a cosa l'umano si riferisse, lui continuò – Guardati, sei bellissimo, un etero ti vede e dice "questo me lo farei" non è normale ti pare? E ti garantisco che io non sono gay! Non lo sono anzi, mi piacciono le donne! Mi piacciono moltissimo le donne! -

- Oliver - lo zittì l'angelo - E' normale che tu sia attratto da me, ma non lo sei in quel senso, siamo legati adesso, è l'empatia quella che senti - cercò di spiegare ma, a giudicare dal mutamento repentino di espressione Oliver pareva ancora più confuso - Ti spiego. Un angelo che viene assegnato ad un mortale viene collegato a lui. Per essere visti, per essere sentiti, capiti e accettati noi veniamo "legati". E' una specie di simbiosi. Un calore, un affetto ecco... è per questo che ti senti attratto da me. Non... c'entra l'orientamento sessuale. - disse in fine inclinando il capo a quelle ultime parole, Oliver lo notò. Si scompigliò i capelli già abbastanza arruffati di loro e guardò l'angelo solo per un momento prima di saltare giù dal letto.

Alcune ore dopo Dominic e Oliver dopouna lunga camminata, si trovavano a pranzare in un fast food al centro della città di Toronto, città natale del giovane umano. Oliver era solito mangiare cibo spazzatura, l'angelo invece non aveva mai assaporato un cheeseburger ben che meno riusciva ad immaginare cosa si celasse all'interno di quello strano panino.

- Come fai a non aver mangiato mai una delizia di queste? - Oliver addentò il suo panino mentre la maionese gocciolava sul tavolo

- Mi spiace giovane umano, nella mia epoca non erano ancora stati inventati... - replicò Dominic

- Ho un nome. E poi che significa nella mia epoca? - domandò Oliver adesso curioso corrugando la fronte - non mi hai parlato di te... -

- Non sono tenuto a farlo, il mio compito è quello di... -

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