EPILOGO

46 2 0
                                    


Il sole era alto nel cielo e si proiettava attraverso le grandi porte finestre di casa Wilson attraverso le tende, come spiragli di luce danzanti. Un pulviscolo sottile si alzava alla luce. La sala era ben rassettata. Sul camino spiccava tra tutte la foto di Oliver, incorniciata con una pesante cornice d'ottone. Raffigurava il ragazzo sorridente e con gli occhi colmi di entusiasmo. Alex, all'in piedi dinnanzi al camino si raffigurò sul vetro di quest'ultima. Allungando una mano ne carezzò piano con i polpastrelli la superficie. Indossava ancora indumenti neri nonostante fossero passati mesi dalla scomparsa prematura del ragazzo. Quello che c'era stato tra i due, seppur misero, per lei, aveva significato tutto. Il suo cuore apparteneva ancora al ragazzo e, non era certa che sarebbe potuto appartenere ad un altro. Alle sue spalle, con nonchalance, dieto il bancone di marmo della cucina vi era Nicolai. Se ne stava scalzo, con ancora indosso il pigiama. Il pantalone grigio chiaro più largo di alcune misure che lasciava intravedere il bordo degli slip e una maglietta bianca. I capelli arruffati e gli occhi ridotti a fessura alla visione del giorno, fece come i vampiri e si riparò gli occhi. Afferrò una tazza da latte e la riempì fino all'orlo di caffè. Ne ingurgitò una notevole consistenza prima di andare a gettarsi come un peso morto sul divano. Alex si voltò puntandolo con i suoi grandi occhi. Adesso Nicolai era pianta stabile a casa Wilson. La madre di Oliver, la signora Fehr. Stravolta e addolorata per la perdita del figlio era entrata nel giro dell'alcol. Presto però Dominic le diede il suo aiuta per rialzarsi. La donna frequentava infatti delle sedute di alcolisti anonimi e cercava di rimettere in sesto la sua vita. Ovviamente, non conosceva la verità sulla morte del figlio. Nessuno avrebbe mai potuto spiegargli che, a causare la morte di Oliver era stata Lilith. Di certo Tarah avrebbe creduto tutti pazzi. Era stato meglio così. Oliver era morto da eroe in entrambi i casi. Se, da una parte il ragazzo era stato colpito agli inferi ed aveva taciuto, per trovare il corpo di Nicolai, dall'altra, c'era stato un terribile incidente e, l'auto di Oliver era andata fuoristrada evitando quella figura che, giaceva a faccia in giù sull'asfalto, poco lontano dalla sua moto dal motore ancora acceso...

Oliver aveva salvato Nicolai e da allora, lui, adesso mortale, viveva a casa sua con una madre che lo proteggeva come se fosse suo. Servito e riverito, si sentiva un pascià. Roterò gli occhi da husky al cielo quando una figura snella e lucente divenne visibile.

- Dovresti smetterla di mangiare. Sai non sei più immortale, potresti mettere su peso. –

- OLIVER! – esclamò Alex saltandogli subito al collo, il ragazzo la strinse a sé sorridendo. Dominic con un sorriso sulle labbra andò a salutare il giovane angelo raggiungendo anche gli altri. Dopo quanto accaduto le cose tra lui e Nicolai erano notevolmente mutate. Era andato fino all'inferno per riprenderselo e ora... ora che finalmente era lì, ora che poteva essere suo... Continuava a pensare e ripensare ad Oliver. Forse, a non andargli a genio era il suo atteggiamento saccente e strafottente, forse era il suo modo di porsi o forse... forse aveva solo paura di amare un mortale. Al sol pensiero gli tremavano le ginocchia. La sua anima era salva, non era forse quello che lui aveva sempre voluto? Forse era vero, era nella natura umana lamentarsi per ogni cosa. Allungò lo sguardo oltre la finestra ove riconobbe la figura dell'arcangelo Michele. Lo raggiunse senza attirare l'attenzione dei presenti. Sgattaiolò fuori in silenzio. Si richiuse la porta finestra alle spalle e guardò dritto negli occhi suo "padre".

- Non temere. – disse lui con tono pacato e colmo d'affetto. – Nicolai ha un carattere particolare non è così? Lui fa finta di essere forte. E' come se vivesse ancora dentro un corpo non suo. Teme di sbagliare. Teme di non meritarsi più la tua fiducia ma, ciò che teme maggiormente è... -

- Che io non lo ami più. – fu Dominic a terminare la frase – questo è impossibile. Lo amo ancora. Lo amerò finché esisterò. Non potrò cambiare questo. –

- Allora cos'è che ti turba così tanto figlio mio? – Dominic sospirò e guardò la casa. Oliver e Alex stavano punzecchiando Nicolai che se ne stava a braccia conserte con il broncio. Sorrise.

- Lo amo. – disse – ed ho paura di poterlo perdere ancora una volta. – confessò. Dirlo ad alta voce le provocò delle vertigini – non voglio. Sarò egoista ma... io non voglio vivere senza di lui e, non venirmi a dire che è destinato ad Heaven perché è impossibile visto ciò che era... -

- Non è destinato al regno celeste è vero. Ma non lo sei neppure tu... – Dominic sussultò

- Cosa? –

- Non devi essere per forza un angelo. Lo sei per metà è vero. Ma sei anche umano e, spetta a te decidere... -

- Mi stai dicendo che... - un sorriso gli incurvò le carnose labbra – non voglio vivere in eterno e vederlo morire. Non voglio essere immortale se lui non può restare al mio fianco. – l'arcangelo gli fece cenno col capo e sorridendo sparì.

- Che ci fa questo qui? – domandò Nicolai con fronte corrugata – ma al giorno d'oggi nessuno resta più morto? –

- Mio carissimo Nicolai... se non fosse per il sottoscritto. Tu... saresti morto. –

- E sarebbe stato un grandissimo spreco. Insomma voglio dire, guardami! Sono bellissimo. Una gioia per gli occhi di chiunque. Tu invece... - Oliver ridacchiò e si lanciò sul divano al fianco del ragazzo ormai mortale, lo cinse per le spalle stringendolo a sé

- Ah Nicolai. Sarà bello passare del tempo insieme noi due. – lui inarcò un sopracciglio e Dominic adesso nella stanza, scoppiò a ridere

- Non può essere. – disse tra le risa

- Non può essere cosa? – chiese Nicolai scostandosi dall'abbraccio

- Si è così. – confermò Oliver – Sono ufficialmente un angelo del regno celeste e... da oggi sono il tuo protettore. –. 

Un chiacchiericcio disordinato inghiottì la sala. Nicolai afferrò un cuscino e lo scaraventò sulla faccia di Oliver. Lui sorrise e ne afferrò uno a sua volta pronto a colpire. Alex sorrise. Oliver non respirava più ma lei sentiva che, dentro di lui, qualcosa era ancora "vivo" rendendolo ancora capace d'amare.
Dominic si sedette sul bracciolo del divano e agguanto' la mano di Nicolai impriggionandola tra le sue. I due si guardarono dritto negli occhi. Non c'era bisogno di parole. Nicolai si protrasse e sigillo' la sua bocca su quella di lui ora ed ancora. Per il resto delle loro vite.

Fine. 

Grazie a tutti i miei lettori!!!

Grazie a tutti gli amici e i sostenitori!!!

CIAO HEAVEN!

HeavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora