CAPITOLO 26 "Il risveglio"

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Si udì un tonfo e Oliver e Alexis sobbalzarono all'unisono. I due ragazzi si guardarono. La parola pausa a lettere rosse stampata sul grande schermo. La sorella di Clay allungò il collo oltre le scale e istintivamente balzò in su. Oliver appoggiandole entrambe le mani sulle spalle la pregò di sedersi, gli occhiali che gli slittavano sull'ossuto naso.

- Tranquilla sarà solo un topo... - disse il giovane agitando le mani a ripetizione.

- Un topo bello grosso. – rispose lei posando il joystick sul basso tavolino dalla superficie di vetro che vi era dinnanzi al grande divano. Tuttavia non protestò, afferrò Star che si era acciambellata sul divano al suo fianco ed iniziò a farle il solletico. Mentre Oliver si accingeva a salire gli scalini alle sue spalle udì la risata di Alexis e l'abbaiare giocoso di Star. Ripensando a quel rumore udito ebbe un fremito. Ultimamente le cose stavano degenerando nella sua vita. Era uscito dal tunnel della droga per cadere in quello fatto di angeli e demoni. Lungo il corridoio accelerò il passo. Quasi scivolò con i suoi calzini sul parquet perfettamente liscio. Sua madre ed il pallino per la lucentezza! Fermo dinnanzi alla porta di camera sua vide una luce bianca intensa provenire da sotto la porta. Aggrottò la fronte poggiando la mano sulla maniglia. Quando la porta si aprì gli occhi di Oliver si sgranarono talmente tanto che pareva volessero uscirgli fuori dalle orbite. Al centro della stanza vi era una bara bianca e sopra di essa, fluttuante nel nulla, circondato da fiamme dorate vi era lui, Dominic. Con gli occhi completamente bianchi ed i capelli sparati per aria come se, il vento li portasse in quella direzione. Oliver a bocca aperta si precipitò a chiudere la porta alle sue spalle. Avanzò di qualche passo raggiungendo Dominic osservandolo da tutte le angolazioni. Non aveva ali eppure era a mezz'aria. La pelle talmente chiara da risultare quasi cadaverica.

- Dom? – chiamò Oliver – Dominic? – ripeté

- La grazia dei cieli è scesa sulla terra. – pronunciò una voce dalle labbra dell'angelo, una voce che non gli apparteneva - Et revertetur in terram gloria – Oliver agitò le mani dinanzi a sé, un gesto che gli veniva spontaneo quando la paura si insinuava in lui.

- Chi c'è in quella bara? – chiese titubante – forse la domanda più adatta sarebbe... chi sei tu? –

- Il mio nome è Michele. – rispose la voce

- L'arcangelo Michele? Quel Michele? Santo Dio! – esclamò il ragazzo schioccato. – e Dominic? Il mio amico? Lui sta bene? –

- Certo che sì. – rispose e i suoi piedi toccarono terra – non potrei mai nuocergli. –

- Sai, non tutti gli angeli sono buoni e caritatevoli. Vedi tuo fratello Gabriele ad esempio... -

- Gabriele è devoto e la sua devozione è divenuta ossessione. – disse – io, non potrei mai far del male a mio figlio. - .

Ormai erano passati una manciata di minuti ed Alexis non faceva altro che sbuffare e fissare il display del suo cellulare per controllare l'ora. Guardò la tv con il gioco ancora in standby e poi le scale. Picchiettò con i polpastrelli sulle ginocchia per trattenersi ma, non ci riuscì. Si tirò in su diretta al piano superiore. Salì gli scalini circospetta. Come Oliver, aveva sempre adorata l'azione. Il piano era silenzioso da far venire la pelle d'oca. Chiamò piano il nome di Oliver mentre si addentrava lungo il corridoio. Non ricevette risposta e così proseguì sui suoi passi.

Il corpo di Dominic d'un tratto divenne molle e cadde in avanti. Oliver scattato in suo aiuto lo prese tra le braccia adagiandolo piano sul tappeto. L'angelo aprì piano gli occhi, erano di nuovo azzurri e bellissimi. Il viso perlato ed i capelli sudaticci. Il giovane umano gli rivolse un sorriso sincero e gli accarezzò il viso.

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