CAPITOLO 5 "Sogni che non mi appartengono"

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La notte era calda, l'afa di quella sera aveva tramortito l'intera città, era insolito a Toronto. Oliver a pancia in giù sdraiato sul suo letto si agitava nel sonno come spesso accadeva. La maglietta bianca intrisa di sudore era appiccicata alla sua schiena, i pantaloni di una tuta grigio chiaro erano tirati in su fino al polpaccio tanto si era mosso. Sulla fronte perlata goccioline di sudore risplendevano quando il vento caldo faceva sì che le tendine azzurre appese alla finestrella svolazzassero. La luce biancastra dei lampioni lungo la strada illuminava debolmente la camera. Dominic come solito si trovava in piedi nella stanza a vegliare. Gli angeli non dormivano, non gli serviva. Da quando Dominic era divenuto un abitante del regno celeste si era sempre domandato perché gran parte degli esseri umani sprecasse il proprio tempo a poltrire, la vita era fuori e non sotto le coperte. Non riusciva a spiegarselo e, quando un giorno lo chiese ad Oliver lui gli aveva risposto "dormire è essenziale! Stare sotto le coperte, girarsi e rigirarsi nel letto fino a tardi. Non fare niente per tutto il giorno e restare tra le braccia di Morfeo. Non c'è nulla di più appagante. Se poi, si resta tutto il giorno a letto e si fa una mega maratona di serie tv accompagnando il tutto con snack è il massimo!" dopo quelle parole l'angelo era ancora più stupito, gli umani di quell'epoca erano così strani.

I giorni si susseguivano lenti ma finalmente Oliver aveva dato ascolto all'angelo, non aveva più fatto uso di droghe e stava cercando di controllare la sua dipendenza. Dominic si fidava del suo giovane umano, sentiva che, dietro quella faccia tosta e quel comportamento burbero, si nascondeva un cuore puro. La madre di Oliver, stava riposando nella sua stanza. Appariva sempre fresca e sorridente nonostante il lavoro la snervasse, la situazione con il marito chiaramente l'aveva segnata ma la donna era forte. Era una di quelle persone che non si arrendono mai, non importa quanti schiaffi incassino, non importa quanti pugni nel costato e pugnalate al petto, Thara si sarebbe sempre rialzata e, non per se stessa... la donna viveva solo per suo figlio. Dominic negli anni, aveva visto umani farsi la guerra, tradirsi e uccidersi gli uni con gli altri in nome di Dio. Ma quell'amore così terreno e profondo, l'amore di una madre per un figlio, Dominic non lo aveva mai visto prima.

Oliver si girava tra le lenzuola, la coperta cadde sul parquet, i calzini bianchi appesi alla punta dei piedi, si portò una mano sul volto e lo asciugò in modo burbero continuando a dormire, Dom l'osservò restando in disparte. Stava sognando, oramai, vegliandolo ogni notte, l'angelo aveva capito che quando Oliver era in preda agli incubi non faceva altro che girarsi e rigirarsi facendo cadere coperte, cuscini e persino se stesso per terra. I ricci castani che portava sulla testa erano scapigliatissimi e unticci, prese il cuscino da sotto la testa e lo strinse al petto. Dominic udì un brontolio e poi il silenzio. I respiri di Oliver erano diventati regolari, adesso stava dormendo beatamente. Quando il sole nascente piano inondò la stanza con il suo chiarore pallido Oliver era già sveglio. Se ne stava sdraiato sulla schiena a fissare il soffitto. L'angelo con un sopracciglio issato si avvicinò piano a lui, molte mattine era capitato che avvicinandosi furtivamente come un lampo Oliver spaventato cadesse dal letto. Aveva imparato la lezione e, da quel momento stava cercando di "far sentire" i suoi passi.

- Buongiorno - pronunciò con voce calda quasi come un sussurro. Oliver si voltò verso di lui e alzando la mano destra che aveva appoggiata allo stomaco, lo salutò piano muovendola avanti e indietro.

- Cosa c'è che non va? - gli domandò l'angelo andandosi ad accomodare ai piedi del letto

- Ho riflettuto molto su quello che mi hai detto e su ciò che mi hai mostrato... su Heaven, il regno celeste. - Mentre Oliver parlava Dominic gli rivolgeva tutta la sua attenzione - quella bambina che abbiamo visto, Brittany. Hai detto che hai salvato la sua anima. Come funziona? - chiese mettendosi a sedere - quando salvi un'anima intendo -

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