CAPITOLO 21 "In Venere Veritas

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La pioggia fitta rigava la grande finestra da cui Dominic guardava. La strada bagnata era quasi del tutto deserta. I lampioni emanavano un bagliore cupo. Le giovani donne si coprivano con ombrellini più consoni a oggetti da decoro che all'utilizzo. Il giovane dai capelli biondi sorrise sommesso tirandosi su il plaid sulle gambe. Il signor Kingdom, un vecchietto bibliotecario, avanzò verso di lui con un tomo rilegato in velluto cremisi. Raggiunto il ragazzo si arrestò porgendogli il libro. Dominic lo afferrò leggendovi sulla copertina "La sacra Bibbia". Dominic aveva letto ogni singolo libro vi era all'interno della biblioteca eppure, in ventun anni, non aveva mai letto la parola di Dio. Lui era ebreo ma, essendo cresciuto in un bordello, neppure la sua religione madre gli era stata insegnata. Aveva sempre vissuto giorno per giorno così, come veniva. Non si era mai fermato a pensare a cosa ci fosse dopo la morte. Se un Dio esistesse o meno. Era stato cresciuto da una donna che per vivere faceva la dama a ricconi e ospitava nella propria "casa" le più belle donne di compagnia. La donna lo aveva trovato per strada, allora aveva solo tre anni. Sporco di fuliggine con indosso abiti decisamente troppo grandi per lui. Crebbe così. Tra una stanza e l'altra durante un appuntamento e l'altro. La signora che lo aveva cresciuto, durante il tempo libero gli aveva insegnato a leggere e scrivere lui, da allora aveva coltivato la sua cultura e la sua creatività. Adesso che la donna era mancata, Dominic passava le sue intere giornate rinchiuso in una vecchia biblioteca. Amava leggere e perdersi in mille mondi differenti. Catapultarsi in luoghi e usanze distanti dalle sue. Dal Giappone all'Italia. Dall'Australia alla Francia. Ogni stato, ogni città, ogni posto sperduto o inventato. Dominic vagava con la mente forse perché il mondo in cui viveva non gli era mai appartenuto. Aveva da parte sua la bellezza ma, le donne cercavano non solo un bel marito ma anche e soprattutto un uomo che potesse mantenere e accontentare ogni capriccio. Lui non era così. Odiava sottomettersi e, nonostante avesse compiuto ventun anni, non aveva mai avuto una vera relazione. Non era mai stato innamorato. Aveva paura ad aprire il suo cuore, temeva che sarebbe stato giudicato, considerato "sbagliato". Dominic sapeva che le gonne non gli erano interessanti. Aveva letto tanto sulle donne eppure, in ogni storia, inevitabilmente si legava al principe, al protagonista maschile. Spesso gli capitava di adorare gli antagonisti. Quelli un po' stronzi che mettono tutto in subbuglio. Era attratto dal diverso, dal mistero, dal fascino macabro che si celava in quegli individui "unici". Non ne aveva mai incontrato uno in carne ed ossa ma era certo che da qualche parte un uomo del genere dovesse pur esserci. Non poteva essere solo frutto di un romanzetto. L'uomo bello e tenebroso esisteva ed era lì, da qualche parte. Strinse la Bibbia tra le mani e con le dita accarezzò il velluto, era vecchio e usurato ma ancora morbido. Aprì il libro e appoggiandosi con la schiena al muro prese a leggere. Il vecchio bibliotecario si era allontanato dirigendosi verso casa. Essa si trovava oltre una grande porta a vetri a tre battenti che divideva la biblioteca dal salone di casa sua. Un tuono squarciò il cielo e Dominic allungando il collo guardò ancora fuori dalla finestra, si fece ritto sulla schiena vedendo una figura avanzare verso la biblioteca. Si tirò su e a grandi passi raggiunse la porta. Vi era un uomo completamente fradicio, lo fece entrare porgendole il suo plaid...

- Prendete. – disse osservando adesso bene quell'individuo. Era alto, dai lineamenti ben definiti, un viso scarno e spigoloso. Due occhi rossi come le fiamme e dei capelli lunghi sul viso dal colore indecifrabile tanto erano bagnati. Dominic fece un piccolo passo indietro istintivamente quando si accorse che il ragazzo dinnanzi a sé indossava una divisa. Era un soldato. Lui se ne accorse ed inclinando il capo osservò con i suoi occhi di fuoco il ragazzo.

- Avete forse paura dei soldati? – gli chiese

- Considerato chi siete e a cosa appartenete... Direi di no. Non vi temo. Mi riluttate piuttosto. – rispose con tono risoluto e schietto. Il soldato dinnanzi a lui gli rivolse un sorriso sghembo, Dominic si sentì le gambe molli e si rimproverò mentalmente. No. Quello non era il momento. Non era il momento di provare certe emozioni. Quello non era un uomo dal fascino macabro, quello era un soldato e lui... era ebreo. Il soldato allungò il capo e vide sul davanzale della finestra la Bibbia.

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