Ci recammo a Londra e cercammo il Paiolo Magico. Dopo averlo trovato (con non poche difficoltà) entrammo e vedemmo della gente che, seduta ai tavoli, beveva e rideva tranquilla, ignara che fosse appena entrata una famiglia di babbani. O quasi.
Ci avvicinammo al bancone.
Mia madre era esitante per la prima volta nella sua vita, allora, con un'intraprendenza che non era da me, decisi di prender parola.
— Devo andare a Diagon Alley.
Odiavo i convenevoli, meglio andare dritti al punto.
Il barista, contro ogni previsione, annuì e ci guidò dietro il bancone. Uscimmo dalla porta sul retro e ci trovammo davanti a un muro.
Batté le nocche sui mattoni con una sequenza precisa e il muro... si aprì.
— Buona fortuna.
Lo ringraziammo e attraversammo il muro, io per prima, emozionata come mai prima di allora, e ci trovammo a Diagon Alley.
Girammo per le vie e comprammo tutto l'occorrente, mentre ammiravano gli splendidi edifici del luogo.
L'unica cosa che mancava era una bacchetta.
Entrai da Ollivander, dove su numerosi scaffali erano poggiate scatole contenenti bacchette di tutti i materiali e le tipologie.
— Salve... — mormorai, cercando con lo sguardo qualcuno che potesse aiutarmi.
Mi sistemai gli occhiali sul naso e aguzzai lo sguardo verso una zazzera di capelli bianchi.
Un uomo parecchio anziano era arrampicato a una scala e sistemava le scatole.
Non sembrava essersi accorto di me.
Mi schiarii la voce e l'uomo sussulto, volgendo finalmente lo sguardo verso la mia direzione.
— Oh, buongiorno. Mi spiace, non ti avevo notata. — ridacchiò e scese dalla scala, avvicinandosi al bancone dove ero appoggiata.
— Suppongo che tu stia cercando una bacchetta.
Strinsi le labbra, annuendo leggermente. Tutto ciò mi sembrava ancora parecchio assurdo e avevo la sensazione di essere all'interno di un sogno o di una bolla così fragile che sarebbe bastata la spina di un cactus per distruggere tutto.
Ollivander parve leggere l'esitazione nel mio sguardo e accennò un sorriso.
— Nata-babbana?
Non avevo mai sentito quell'espressione, ma capii in fretta il suo significato.
— Già.
— Beh, stai tranquilla. I nati-babbani sono potenti quanto i maghi normali e molto più rari dei comuni mezzosangue e sicuramente dei purosangue. Ti ambienterai in fretta in questo mondo. Ma adesso pensiamo alla bacchetta.
Ollivander mi guardò dalla testa ai piedi, strofinandosi il mento con le dita con aria pensierosa.
Dopodiché spostò la scala, posizionandola al lato opposto del negozio. Salì e prese due scatole, poi spostò nuovamente la scala (poco più in là) e ne prese altre due.
Ne provai una e poi un'altra, ma delle prime quattro nessuna sembrava fare a caso mio.
Mi guardai intorno e la mia attenzione venne catturata da una scatola messa al contrario.
Sembrava chiamarmi, non riuscivo a distogliere lo sguardo, come se ci fosse una strada forza a legarci. La voglia di vederla e di tenerla stretta in mano era diventata quasi un dolore fisico.
Ollivander seguì il mio sguardo e si avvicinò alla scatola, dalla quale sfilò la bacchetta in questione.
Quando le mie dita si strinsero intorno a essa tutto il corpo venne avvolto da una luce brillante e per qualche istante mi sentii... diversa.
È quella giusta.
— Legno di abete con nucleo di piume di fenice 11¾ e ragionevolmente flessibile.
Quando la luce si dissolse, mi tolse la bacchetta di mano e la ripose nella confezione.
— Ehm... è una buona bacchetta?
— Oh oh, altroché signorina.
Mio nonno, Gerbold Octavius Ollivander, chiamava le bacchette di questo legno "del sopravvissuto", perché l'aveva venduta a tre maghi che in seguito superarono incolumi plericoli mortali. Non c'è dubbio che questo legno, che viene dal più resiliente degli alberi, produce bacchette che richiedono resistenza e forza di scopo nei loro veri proprietari, e che sono strumenti poveri nelle mani di chi è di carattere mutevole e indeciso. Le bacchette d'abete sono particolarmente adatte alla Trasfigurazione e favoriscono i proprietari di comportamento mirato, risoluto e, occasionalmente, intimidatorio.
— Non mi descriverei proprio in questo modo. Sono una persona molto indecisa, non riesco a scegliere che gusto di gelato mangiare, che paio di scarpe comprare, che vestiti indossare la mattina...
— È nelle situazioni di gran pericolo o quelle in cui è messo alle strette che un mago dimostra davvero la sua risolutezza.
Non ebbi il tempo di rispondere che Ollivander riprese a parlare della bacchetta, commentando questa volta il nucleo.
— Questo è il tipo di nucleo più raro. Le piume di fenice sono in grado di offrire la più ampia gamma di magie, sebbene possano richiedere più tempo rispetto a nuclei di unicorno o di drago per rivelare ciò. Mostrano la maggior parte dell'iniziativa, a volte agendo di volontà propria, una qualità che molte streghe e maghi non amano. Le bacchette di piume di fenice sono sempre le più delicate quando si tratta di potenziali proprietari, poiché la creatura da cui sono presi è una delle più indipendenti e distaccate del mondo. Queste bacchette sono le più difficili da domare e personalizzare, e la loro fedeltà è solitamente difficile da vincere.
— Un po' come il cavallo di Alessandro Magno?
— Chi?
— Lasci stare. Roba da babbani.
Ollivander ignorò il commento e riprese a parlare.
— La maggior parte delle bacchette sarà tra i nove e i quattordici pollici. Mentre ho venduto bacchette estremamente corte (otto pollici e sotto) e bacchette molto lunghe (oltre quindici pollici), queste sono eccezionalmente rare. In quest'ultimo caso, una particolarità fisica richiedeva la lunghezza eccessiva della bacchetta. Tuttavia, le bacchette anormalmente corte solitamente scelgono maghi a cui manca qualcosa, piuttosto che perché sono fisicamente sottodimensionate (molte piccole streghe e maghi sono scelte da bacchette più lunghe).
— Quindi la lunghezza della bacchetta dipende dalla mia bassezza?
— Non mi interrompa, signorina. Dicevo, la flessibilità o la rigidità della bacchetta denotano il grado di adattabilità e disponibilità al cambiamento posseduto dalla coppia bacchetta e proprietario, anche se, ancora una volta, questo fattore non dovrebbe essere considerato separatamente dal legno, dal nucleo e dalla lunghezza della bacchetta, né dall'esperienza di vita del proprietario e lo stile della magia, che si uniranno per rendere unica la bacchetta in questione...
Mi scusi se sono tanto logorroico ma quando parlo di bacchette... entro in un mondo a parte.
— Oh, stia tranquillo. È stato molto interessante e istruttivo ascoltarla. Ma non sono sicura di essere adatta a una bacchetta del genere. Sembra... troppo per me. Non penso di aver la forza necessaria per addomesticarla come si deve. E se si ribellasse? Se non riuscissi a usarla nel modo giusto? Non penso di essere pronta...
— È la bacchetta che sceglie il mago, signorina, non il contrario. Se lo ricordi sempre.n/a:
La tipologia della bacchetta non è inventata, ma è il risultato del test che ho fatto su Pottermore.
Il monologo extra-lungo di Ollivander (che fino a oggi pensavo si scrivesse con una sola L *trauma*) è ciò che c'era scritto su Pottermore riguardo la mia bacchetta (mi sono limitata a tradurlo).
Spero che la storia sia comprensibile e interessante, se è pallosa ditemelo pure, così cerco modificare lo stile narrativo.
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mudblood - the descendant [d.m.]
FanfictionIl lato oscuro non lascia nessuno indifferente, ma nella storia di Georgia si celano segreti che la incatenano irremovibilmente a esso. - Perché è così interessato a lei? - Perché lei è la discendente. La nata babbana Georgia Sheve viene ammessa al...