49 - i'm the descendant

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Davanti a me sorgeva in tutta la sua maestosità Malfoy Manor, una grigia tenuta di cinque piani dotata di torri e di un ampissimo giardino.
Il viale di pietra che conduceva direttamente all'entrata principale dell'abitazione era delimitato da alte siepi che facevano assomigliare il luogo a un inquietante labirinto.
Bussai alla porta, colpendo il legno scuro col battente di ottone. Due volte, pausa, tre volte, secondo il codice che, insieme all'indirizzo, Draco mi aveva lasciato due giorni prima.
Ad aprirmi fu un uomo possente e pauroso dagli occhi chiari e la faccia ricoperta da peli grigi. Il suo volto era familiare: doveva essere uno dei Mangiamorte che avevano attaccato me e i miei amici al Ministero.
Esitò un po' sulla mia figura minuta, ma parve capire chi fossi e mi lasciò entrare, per poi condurmi silenziosamente verso una sala in fondo a un corridoio.
L'aria che si respirava a Malfoy Manor era gelida, e nonostante le dimensioni della tenuta fossero esorbitanti, sembrava che ogni stanza fosse vuota e mancasse di calore e familiarità.
Essere cresciuto come figlio unico in quella casa doveva essere stato tremendo e dannoso per Draco.
Quando la porta della sala venne aperta, trattenni il fiato.
Lungo un enorme tavolo (forse da pranzo) erano seduti più di una decina di Mangiamorte. Verso il centro dal lato destro si trovavano uno accanto all'altro Lucius e Draco. Quest'ultimo mi guardava con le labbra tirate e uno sguardo rassegnato.
I miei occhi corsero verso il termine del tavolo, dove, seduto a capotavola, vi era un uomo incappucciato. Quando mi resi conto di chi era seduto al suo fianco, rimasi scioccata.
— Professore...?
Piton si passò elegantemente una mano sugli unti capelli corvini, lanciandomi uno sguardo imperturbabile.
— Risparmia a dopo le domande.
— Andiamo, Severus. La signorina ha bisogno di sapere. Penso sia il motivo per cui è venuta qui, non pensi?
Piton fece un quasi impercettibile cenno di assenso, senza perdere la sua innaturale compostezza.
— Georgia Sheve... — riprese l'uomo incappucciato, — Finalmente ci rincontriamo.
Quando abbassò il cappuccio e rivelò il suo volto, rabbrividii, e dovetti trattenermi dal mostrare una smorfia di disgusto.
La pelle era di una strana sfumatura tra il sabbia e l'azzurrino, gli occhi rossi sembravano capaci di captare tutti i miei segreti. Non aveva un naso e al posto delle narici vi erano due fessure che lo facevano assomigliare terribilmente a un serpente.
Non ebbi bisogno di riflettere per realizzare chi fosse.
— Oscuro Signore.
— Sono qui a tua disposizione per rispondere a ciò che hai da chiedere. Non che tu possa aspettarti una riposta a tutte le tue curiosità.
— Se crede che sono qui per scoprire i suoi piani, si è fatto un'idea sbagliata. — deglutii, asciugandomi sui pantaloni le mani sudate, — Voglio solo sapere perché è interessato a me. Cosa ho di così speciale?
Voldemort sorrise, mostrando due file di denti gialli e aguzzi.
— Oh, cara Georgia... tu non puoi neanche immaginare...
— Non parli per enigmi. Si spieghi meglio.
— Bene. — disse, alzandosi dalla sedia e invitandomi ad avvicinarmi con un elegante movimento del braccio. — Accomodati.

External POV

Georgia si sedette dove, fino a qualche istante prima, si trovava il Signore Oscuro, che ora era in piedi davanti a lei e le incuteva un timore intrinseco.
Voldemort era imponente, non per la corporatura, ma per l'atteggiamento. Eppure non era un'imponenza confortante, come quella di una fortezza difensiva, che aveva spesso riconosciuto in Silente.
Per quanto Voldemort non mancasse certamente di accortezza ed educazione, la sua imponenza era minacciosa e trasmetteva sopraffazione e paura.
Georgia non si rese neanche conto che le sue nocche erano diventate bianche, tanto stava stringendo le braccia di legno della sedia.
— C'era una volta una donna: il suo nome era Merope Gaunt. Viveva in una casa fatiscente col fratello maggiore e il padre, discendenti dell'antica e prestigiosa stirpe del grande Salzar Serpeverde.
Voldemort camminava avanti e indietro, sventolando la sottile bacchetta bianca come se fosse un bastoncino qualunque.
— La povera e giovane Merope era cresciuta come una lurida maganò, a causa della malignità del padre, che considerava degno di attenzioni solo il figlio Orfin, e la violenza di Orfin stesso. Destino volle che Merope si innamorasse di un babbano, — si fermò un istante, mentre il labbro superiore guizzava verso l'altro in una smorfia di disgusto, — Tom Riddle.
Georgia aggrottò le sopracciglia, inizialmente confusa. Poi, improvvisamente, come colpita da una fulmine, nella sua mente si accese una lampadina. Georgia si vide scorrere a ritroso davanti agli occhi tutti gli avvenimenti degli ultimi anni, fino a quando non giunse a un evento in particolare. 
Il diario di Tom Riddle.
— Quindi... Tom Riddle era suo...
Con rapidità disarmante, Voldemort si chinò verso di lei sibilando, con un dito sulle labbra che le intimava di rimanere in silenzio.
— Tutto a suo tempo, ragazzina.
Tom Orvoloson Riddle, che di quel ragazzo che Georgia aveva visto cinque anni prima non aveva più nemmeno il nome, si raddrizzò e ripose la bacchetta in una tasca interna alla veste.
— L'uomo, tuttavia, non la ricambiava. La donna, disperata, riuscì a somministrargli un filtro d'amore e a fuggire con lui. Per un po' di tempo visse felice con l'amato e la magia che per tanti anni era rimasta celata, soppressa da continui abusi, sembrò risvegliarsi. Una volta incinta, convinta che un figlio bastasse a farsi amare dal babbano, smise di somministrargli il filtro d'amore. Merope, però, aveva sbagliato i calcoli.
— La abbandonò, Signore? Tom Riddle, intendo.
Voldemort corrugò la fronte, infastidito dall'intervento della giovane, ma anche piacevolmente sorpreso dalla sua intraprendenza. Gli avrebbe fatto comodo una ribelle nel suo esercito?
— Sì, ragazza. Quello sporco babbano abbandonò Merope che si trovò da sola con un figlio in grembo. Quando giunse il giorno del parto, Merope partorì in un orfanotrofio e morì poco dopo.
Georgia approfittò dell'attimo di silenzio del Signore Oscuro per fare la domanda alla quale stava pensando da quando si era seduta.
— Scusi, ma... Non riesco a capire. Dove vuole arrivare?
Voldemort schiuse le labbra in qualcosa che assomigliava a un sorriso, mostrando le due disgustose arcate di denti gialli e aguzzi.
— Fino a poco tempo fa nessuno avrebbe mai potuto immaginare che, oltre a me, ci fosse un altro erede di Serpeverde. Io stesso ero convinto di essere l'unico e il solo. Poi, tu, Georgia Sheve, nata babbana, lurida sangue marcio, hai comandato il basilisco, una bestia secolare che solo un diretto discendente di Salazar avrebbe potuto controllare. Pensavi che me ne fossi scordato, o, peggio ancora, che non fosse un dettaglio importante? Oh, piccola, tu non puoi immaginare neanche lontanamente cosa scorre nelle tue vene. Appena ne ho avuto l'occasione ho mandato a fare delle ricerche chi di dovere e... ho scoperto qualcosa di molto interessante sulla tua famiglia, cara ragazza.
— Non mi tenga sulle spine. — disse Georgia, mentre cercava di calmare l'incontrollabile tremore che le aveva colpito le gambe.
— Cosa sai del tuo albero genealogico?
Georgia alzò le spalle, guardando il pavimento e picchiettando nervosamente le dita sulle cosce.
— So poco e nulla dei genitori dei miei nonni. I miei nonni paterni sono morti quando ero piccola. Non ho mai chiesto nulla a mio nonno materno e mia nonna è morta prima che potessi raggiungere l'età per interessarmi a dettagli di questo genere.
— Beh, è proprio un peccato. — esordii Voldemort, — Perché è proprio tua nonna materna il dettaglio cardine di tutto ciò.
— Cosa vuole dire?
— Come dicevo, ho fatto una scoperta sorprendente, che ha sconvolto anche me. Nessuno, neanche Albus Silente in persona, poteva sapere che, la notte del 31 dicembre 1926, in quell'orfanotrofio dal ventre di Merope Gaunt, non fosse nato un solo bambino...
Non può essere pensò Georgia, mentre pian piano nella sua testa tutto trovava un filo logico.
Frances. Era questo il nome della tua bisnonna materna, vero? Frances che, nata senza nome, cognome e alcuna traccia di magia nel sangue, venne adottata quando ancora non aveva cominciato a muovere i primi passi. E poi si sposò. Frances Delightly, nata Riddle, sposò un babbano, Robert si chiamava, se non ricordo male. Da loro nacquero ben cinque figli, ma questo tu lo sai bene, perché una di loro, la sorella di mezzo, non era altri che tua nonna...
— ...Esther.
Il sorriso sul volto del Signore Oscuro si allargò notevolmente, ma Georgia non ci fece nemmeno caso.
— Esatto, Georgia, esatto! Penso che il resto della genealogia possa completarla tu stessa.
— Non può essere. — mormorò con voce spezzata, il viso completamente coperto dai disordinati riccioli ramati.
— Oh sì, può essere eccome, cara. Nel tuo sangue c'è qualcosa di così prezioso da annullare completamente la componente babbana del tuo DNA. Sei una Riddle, una Gaunt, ma ancor prima... una Serpeverde.

Georgia's POV

Non poteva essere. Non doveva essere.
La mia bisnonna era una Riddle, il che rendeva anche di me una Riddle, e quindi una Gaunt, e quindi una Serpeverde, ma io non volevo essere niente di tutto ciò. Mi sembrava tutto incredibilmente sbagliato. Mi sentivo come se avessi aspettato tanto solo per ricevere una secchiata di acqua gelida in faccia.
Il silenzio nella stanza era così assordante che mi faceva venire un'incredibile voglia di gridare, di lanciare tutto all'aria e di smontare la tenuta pietra per pietra. Sentivo gli sguardi di ogni Mangiamorte pungermi addosso come spilli che mi tenevano inchiodata alla sedia.
Volevo alzarmi, urlare che ci doveva essere un errore, ma sapevo benissimo che era tutto fin troppo giusto, fin troppo insopportabile.
Improvvisamente sentivo come se un enorme peso gravasse sulle mie spalle, un peso così pesante che probabilmente un giorno, presto o tardi, mi avrebbe schiacciato.
— Non importa che tu sia una nata babbana. Georgia Sheve, sei più che degna di unirti ai ranghi dei Mangiamorte. La risposta dovrà arrivarmi entro il 5 del quinto mese del prossimo anno. Ti aspetto, Georgia.
Il mio sguardo incontrò quello di Draco. Sembrava cercasse di comunicarmi qualcosa con lo sguardo, ma qualunque cosa fosse, lo shock sul suo volto mi impediva di vedere altro. Non sapeva nulla. Non aveva mai saputo nulla. Non riguardo a questo, almeno.
Avevo desiderato con tutto il cuore dei chiarimenti, e ora che avevo completato il puzzle, che avevo trovato una parte di me, mi sentivo più persa che mai.

n/a:
Crudeli verità: a quanto pare Voldy è il pro-pro-zio di Georgia...
Cosa deciderà di fare la nostra protagonista?
Is she going to join the dark side?

mudblood - the descendant  [d.m.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora