Ero seduta su una poltroncina isolata della Sala Comune dei Serpeverde e aspettavo con ansia che Harry e Ron, nei panni di Tiger e Goyle, e Hermione, trasformata in Millicent Bulstrode, entrassero insieme a Draco.
Quando la porta finalmente si aprì, rivolsi lo sguardo sul libro, che leggevo molto distrattamente, seguendo attentamente ogni movimento dei tre senza farmi notare.
Tre? E Hermione?
Draco spinse Ron e Harry su un divanetto più o meno distante da dove mi ero posizionata io. Disse loro qualcosa e sparì dalla loro vista. Approfittai di quell'attimo di tempo per spostarmi strategicamente più vicina, in modo da poter vedere e sentire senza destare alcun sospetto.
Quando Malfoy tornò, mise sotto il naso di Ron un ritaglio di giornale. Ron scoppiò in una risata forzata e passò il trafiletto di giornale a Harry.
Non avevo alcuna idea riguardo l'argomento trattato nell'articolo, ma qualunque cosa fosse, aveva messo Harry e Ron molto a disagio.
— Non è buffo? — sghignazzò Draco.
— Molto buffo... — rispose tetro Harry.
— Arthur Weasley ama tanto i babbani che dovrebbe gettare alle ortiche la bacchetta e andarsene a vivere con loro. Da come si comportano non si direbbe mai che i Weasley siano dei purosangue.
Il volto di Ron, o meglio di Tiger, era contratto per la rabbia. Avevo paura che avrebbe aggredito Draco da un momento all'altro, mandando all'aria la copertura.
— Che cosa ti prende, Tiger?
— Uhm... mal di stomaco...
— Beh, vattene in infermeria. E dai un calcio da parte mia a tutti quei sangue marcio.
Questa volta fu il mio viso a contrarsi per la rabbia e chiusi il libro con forza, per riaprirlo subito dopo quando mi resi conto che Malfoy se n'era accorto.
— Che fai tu, origli?
Sentendomi chiamata in causa, abbassai il libro e lanciai un'occhiataccia a Malfoy.
— Difficile ignorarti dato che, per prima cosa, la tua voce acuta e gracchiante che non fa altro che parlare male degli altri è davvero una rottura di scatole e, per seconda e ultima cosa, mandi delle frecciatine davvero fastidiose. Mi pare proprio di cattivo gusto parlare male dei "sangue marcio" quando sai benissimo che una di loro e a un paio di metri da te.
— Per prima cosa — mi scimmiottò Malfoy — il mondo non gira intorno a te, perciò non considerare ciò che ho detto una frecciatina. E per seconda cosa — continuò — la mia voce non è acuta né gracchiante, ma profonda e sexy.
Corrugai la fronte. — Sì, certo.
— Comunque — riprese Draco, rivolgendosi nuovamente a Tiger e Goyle — Non vi sembra strano che la Gazzetta del Profeta non abbia ancora scritto nulla riguardo questi attentati? Immagino che Silente stia cercando di mettere tutto a tacere.
Alzò le spalle, pensieroso.
— Se la cosa non finisce presto, gli daranno il benservito. Mio padre dice sempre che Silente è la più gran disgrazia che sia mai capitata a questo posto perché adora... — sentì il suo sguardo pungermi addosso — ...i nati babbani. Un preside decente non avrebbe mai dovuto ammettere un rifiuto della società come quel Canon.
Malfoy mostrò a tutti una sua sublime performance interpretativa in cui vestiva i panni di Colin Canon, che pregava Potter di poter avere una sua foto con tanto di autografo.
Smise di ridere quando si rese conto che i presunti Tiger e Goyle non sembravano divertiti quanto lui.
— Ma che cosa avete voi due?
Harry rise in ritardo, ma Draco parve comunque soddisfatto. Probabilmente Tiger e Goyle non erano di quelli che capivano al volo le battute (se quelle di Malfoy potevano essere considerate tali).
— San Potter — scandì Malfoy — l'amico dei sangue marcio; lui è un altro che non ci tiene al buon nome di mago, altrimenti non se ne andrebbe sempre in giro con quella presuntuosa sangue marcio della Granger. E pensare che la gente pensa che l'erede di Serpeverde sia lui.
Ignorando il commento maligno su Hermione, tesi le orecchie: la conversazione si stava improvvisamente facendo interessante.
Negli occhi di Harry e Ron vidi una scintilla e i due si guardarono con aria complice. Probabilmente si aspettavano che Draco confessasse di essere lui il legittimo erede di Salazar.
— Quanto mi piacerebbe sapere chi è.
E invece no.
— Ma tu avrai sicuramente un'idea di chi c'è dietro a tutto questo.— si affrettò a dire Harry.
— Lo sai che non ce l'ho, Goyle. — rispose annoiato Malfoy — Quante volte ancora te lo devo ripetere? E mio padre non mi vuol dire niente dell'ultima volta che la camera è stata aperta.
Corrugai la fronte.
La camera è stata già aperta...?
— Certo, è successo 50 anni fa e quindi prima che lui fosse a Hogwarts, ma conosce la storia nei minimi particolari e dice che fu messo tutto a tacere, per cui se io ne sapessi troppo apparirebbe sospetto. Però so che l'ultima volta che la camera dei segreti è stata aperta un sangue marcio è morto.
Mi sentii rabbrividire.
— Perciò scommetto che è solo questione di tempo. Anche questa volta uno di loro ci rimetterà la pelle. Spero proprio che sia la Granger.
Vidi Ron che stringeva i pugni, teneva tanto all'amica e avrebbe voluto che fosse rispettata, ma sapeva che tirare un pugno a Malfoy significava farsi scoprire.
Ma io non ero sotto copertura; allora PUM!
— AHIA!
Malfoy raccolse il libro da terra e mi lanciò un'occhiata furibonda, mentre camminava a passi rapidi verso di me, guardandomi da cinque centimetri più in alto.
— Come ti sei permessa? — esclamò scaraventando il libro sul divano.
— Sono qui da un solo trimestre e ne ho già le scatole piene del tuo atteggiamento del cacchio! Sei un immaturo! Sei così acciecato dal tuo odio contro i sangue marcio da dimenticare che sono esseri umani anche loro. E augurare la morte a qualcuno è un qualcosa di così crudele che non si dovrebbe riservare neanche al proprio nemico. Perciò la prossima volta che dirai una cosa del genere non sarà un libro a esserti lanciato addosso ma sarai TU a essere lanciato giù dalla torre di astronomia. — lo interruppi con un gesto della mano prima che potesse ribattere. — Sì, era una minaccia di morte. Così capisci un po' come ci si sente, bambino viziato che non sei altro.
Mi voltai e presi il libro dal divano, stringendomelo al petto. Non lo guardai in faccia e mi diressi verso l'uscita della Sala Comune, infastidita dagli sguardi dei pochi Serpeverde rimasti, alcuni divertiti (non tutti idolatravano Draco, al contrario di ciò che gli piaceva credere), altri sorpresi, per non dire sconvolti.
— Nessuno mi volta le spalle, lurida...
— Cosa? — chiesi senza voltarmi — nata babbana? mezzosangue? sangue marcio? Sai una cosa? Non me ne frega assolutamente nulla. E non dire che tuo padre lo verrà a sapere, hai dodici anni, non cinque!
Una volta raggiunta la porta della Sala Comune mi resi conto che al suo interno non volava più una mosca.
— Certo che è proprio figa.
— Sta' zitto Tiger!n/a:
Questo capitolo mi piace un casino lol.
Comunque, sono indecisa se lasciare questo titolo, o cambiarlo in "Mudblood - the descendant" (proseguendo la lettura scoprirete perché proprio "the descendant").
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mudblood - the descendant [d.m.]
FanfictionIl lato oscuro non lascia nessuno indifferente, ma nella storia di Georgia si celano segreti che la incatenano irremovibilmente a esso. - Perché è così interessato a lei? - Perché lei è la discendente. La nata babbana Georgia Sheve viene ammessa al...