31 - keep up your friends close and enemies even closer

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L'anno a Hogwarts si era concluso nel peggiore dei modi.
Avevamo perso una persona.
Ancora oggi nel pensare che parlo di lui come se fosse stato un mio amico, mi sento un'ipocrita, perché non lo conoscevo affatto.
Ma tutti a Hogwarts avevamo sentito qualcosa di più di un semplice lutto collettivo, c'era qualcosa dentro ognuno di noi, nel profondo, un senso di mancanza, pericolo, sicurezza perduta.
Perché a cosa si può ancora credere quando Lord Voldemort, che la maggior parte della gente pensava (o almeno sperava) fosse morto, si scopriva essere vivo e pronto a uccidere chiunque cercasse di intralciarlo?
Mi sedetti in un vagone vuoto dell'Hogwarts Express. Passai tutto il tempo del viaggio a rimuginare sulle parole di Silente e a quelle che avevo detto a Raven dopo il Ballo del Ceppo.
C'era qualcosa che legava effettivamente ognuno di noi? Era il destino a scegliere per noi o dipendeva tutto dalle nostre scelte, come mi disse il Cappello Parlante il mio primissimo giorno a Hogwarts?
Cercai di ricordarmi cosa mi univa a quelli che per quei tre anni avevo considerato amici.
Rebeka Prinsy. Lei era una Serpeverde sfacciata e schietta, vanitosa e vivace, la mia compagna di stanza e una persona che quando ero giù cercava sempre di tirarmi su il morale. Rebeka era una ragazza che faceva finta di non provare niente, nonostante dentro avesse un mondo di emozioni che aspettava di uscire.
Raven Prinsy era probabilmente quello che più vicino avevo a un migliore amico, colui a cui potevo dire tutto con la certezza che sarebbe stato sincero con me, che mi avrebbe dato consigli e che sarebbe stato dalla mia parte, sostenendomi sempre, anche quando ero dalla parte del torto.
Ginny Weasley era una delle prime compagne conosciute a Hogwarts, la persona giusta con la quale parlare quando ero giù di corda e quando avevo voglia di passare una giornata divertente. Ginny era quel tipo di ragazza disposta a fare qualunque cosa pur di farmi ridere, perfino qualche pazzia; una persona dalla quale non mi sarei mai separata e di cui dentro di me sarebbe sempre rimasto un bel ricordo.
Harry Potter, il ragazzo che è sopravvissuto, ma che era molto di più di questo. Harry era una persona che aveva passato e continuava a passare tanto, ma che nonostante tutto non era mai crollato. Non gli piaceva mostrare le sue crepe, ma ne aveva fin troppe e già all'epoca sapevo che se ne sarebbero presto create delle altre. Prima o poi tutto ciò che si teneva dentro sarebbe esploso e io sarei stata lì ad aiutarlo a raccogliere i pezzi rotti del suo cuore, perché eravamo amici e... avevamo qualcosa in comune.
Hermione Granger era una ragazza a cui piaceva sapere sempre tutto. Solo in pochi capivano che il suo essere saputella serviva a colmare un vuoto interiore causato dalla sua bassissima autostima. Hermione era generosa, per quanto possibile, e mi avrebbe sempre aiutata se glielo avessi chiesto. Era un diamante grezzo, ma pur sempre un diamante, e speravo che lo capisse presto.
Ron Weasley, colui che che cercava sempre di far sorridere la gente (lui e i gemelli erano fatti così). Ron era un ragazzo orgoglioso, per il quale l'amicizia era uno dei valori più importanti. Per me, Harry, Hermione, Ginny e pochi altri si sarebbe perfino sacrificato. Ci voleva bene come se fossimo una grande famiglia.
Blaise Zabini. Non potevo considerarlo proprio un amico, dato che l'uno per l'altra non ci eravamo mai comportati come se tra noi ci fosse un rapporto così stretto. Nell'ultimo periodo, però, dopo il casino con Malfoy, mi era stato vicino. Diceva che lo faceva per non distruggere la reputazione del suo amico, ma sapevo che era vero solo fino a un certo punto. Stando vicini per ore durante le lezioni avevamo legato e, anche se non l'avrebbe mai ammesso, si era affezionato a me.
Draco Malfoy. Lui non l'avevo mai considerato un amico, considerato il suo atteggiamento nei miei confronti, ma avevo spesso desiderato lo diventasse; dentro di me quella scintilla di ottimismo, che mi portava a pensare che, in un modo o nell'altro, saremmo potuto esserci simpatici, non si era ancora spenta.
La porta della cabina si aprì all'improvviso e io sussultai, soffocando un grido di paura ancor prima che potesse uscire dalla mia bocca.
— I posti sono occupati?
Sentii le guance bruciarmi (probabilmente erano diventate bordeaux).
— Uhm... no.
Malfoy si chiuse la porta alle spalle e si sedette di fronte a me.
Non riuscivo a incontrare il suo sguardo, ero troppo imbarazzata.
Il solo pensiero che le sue labbra si erano poggiate sulle mie mi fece diventare rosse perfino le orecchie.
— Uhm... come mai qui?
— Ti stavo cercando?
Allora il rossore non solo mi ricoprì tutto il viso, ma si accentuò notevolmente.
Di questo passo avrei presto cominciato a sudare.
— E... come mai...?
— Stavo pensando alle parole di Silente, sai?
Alzai lo sguardo verso di lui, incrociando finalmente i suoi occhi, che per la prima volta mi parvero di un grigio caldo, quasi confortante, completamente diversi da come li avevo visti la prima volta, freddi e taglienti come il ghiaccio.
Notando la mia espressione confusa, che gli chiedeva di continuare e di chiarire, accennò un sorriso.
— Il fatto degli amici. Non ricordo le parole che ha usato, ma penso che tu abbia capito il concetto.
Annuii.
— Bene, allora, ci ha praticamente consigliato di tenerci stretti gli amici. Ma come dice il famoso detto, che spero vivamente non abbia inventato un babbano, perché altrimenti dovrò lavarmi la lingua col sapone, Tieniti stretti gli amici e ancora più stretti i nemici!
Mi trattenni dallo scoppiare a ridere.
— Quindi, vorrei... scusarmi, sì, non ridere, sono serio. Vorrei scusarmi per averti ignorata dopo il Ballo del Ceppo, non so nemmeno io cosa mi sia preso, in realtà.
Oh, io lo so. E lo sapresti anche tu se non fossi stato ubriaco.
— Vai dritto al punto, Malfoy.
— Quindi, da oggi ricomincia la guerra, lurida sangue marcio.
Mi porse la mano, che afferrai senza farmi pregare.
— Si ricomincia, Malfoy. In fondo, tenersi stretti i nemici, giusto?
E mi rivolse il suo solito fastidioso ghigno, che, quella volta, però, non mi infastidii.
— Giusto.
Tutto sta per cambiare.

mudblood - the descendant  [d.m.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora