29 - tell me your secrets and i'll tell you mines

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Il giorno dopo non mi presentai a lezione e se fosse dipeso da me non mi sarei mai più fatta vedere.
Avevo usato la scusa del mal di stomaco a causa dell'abnorme abbuffata durante il Ballo del Ceppo.
Rimasi tutta la giornata in stanza, perché avevo il terrore che se fossi uscita anche solo un secondo e avessi incontrato qualcuno, quel qualcuno mi sarebbe scoppiato a ridere in faccia o, peggio, quel qualcuno sarebbe stato Draco Malfoy.
Quando Zabini mi aveva dato la sconvolgente notizia, avevo reagito col silenzio e poi con un urlo che Blaise fu abbastanza pronto da soffocare tappandomi la bocca.
Ebbi il bisogno di sedermi e Blaise fu così gentile (anche se lo fece in modo abbastanza rude, in realtà) da cacciare un Serpeverde a caso dalla poltrona vicino al camino e farmi sedere al suo posto.
Per riprendermi ci misi una decina di minuti, nella quale non feci altro che sforzarmi di ricordare (invano) ciò che era accaduto e autocommiserarmi.
— Chi ha visto? — esclamai in preda al panico.
— Io e Daphne.
— Merda, Daphne lo dirà sicuramente a Pansy e la mia vita sarà rovinata per sempre.
L'ultima cosa che volevo si sapesse in giro era che avevo baciato Draco Malfoy. Sarei sembrata un'ipocrita.
— Tranquilla, ho già provveduto.
Inarcai un sopracciglio, — In che senso?
— Denaro, Georgia. Ne ho sempre un po' per questo tipo di situazioni. Non ringraziarmi, l'ho fatto più che altro per Draco.
— E perché mai?
— Perché non voglio che neanche lui lo sappia.
Feci un respiro di sollievo.
Anche Draco aveva bevuto, il che voleva dire che molto probabilmente non ricordava nulla, o, almeno, non tutto.
— Blaise, chi altro può aver visto?
Lui alzò le spalle.
— Ero impegnato a pomiciare, ti pare che mi guardassi intorno a guardare tutti quelli che facevano lo stesso?
— Hai visto me e Draco, però.
— Oh beh, voi eravate uno scoop, avessi avuto una macchina fotografica, sicuramente vi avrei fotografati.
Alzai gli occhi al cielo.
— Se tieni veramente alla reputazione di Draco vedi di scoprire chi era in Sala Comune e... falli tacere, chiaro?
— Mi stai dicendo di ucciderli?
— Cosa? No! Ti sto dicendo di corromperli, ovviamente. Sei ricco? Sfruttalo, diamine.

Avevo passato tutta la giornata a poltrire e a leggere Il Giardino Segreto, con occasionali visite di Rebeka, che ovviamente era stata tenuta all'oscuro dei fatti, e di Raven, al quale non ero capace di nascondere nulla e che, di conseguenza, aveva deciso di saltare le lezioni per stare con me.
— Non posso ancora credere che tu e Malfoy vi siate... — imitò un conato di vomito, — ...il solo pensiero mi fa venire i brividi.
— Mi sento uno schifo, soprattutto per tua sorella. Diamine, ha una cotta per lui dal primo anno e io che faccio? La tradisco e ci pomicio. Cosa c'è di sbagliato in me?
Immersi il viso nel cuscino e quasi sarei rimasta lì a soffocare, se non fosse stato per le rassicuranti carezze di Raven sui capelli.
— Non c'è niente di sbagliato in te, Georgia. Eri soltanto ubriaca, non sapevi quello che facevi.
— L'alcol fa salire in superficie i più reconditi istinti dell'uomo, non li crea dal nulla!
Abbracciai forte il cuscino come se fosse la mia ancora di salvezza.
— C'è qualcosa Raven, qualcosa di strano dentro di me.
— Di cosa stai parlando? Io penso che il bacio con Draco ti abbia resa troppo paranoica.
— Taci e ascolta.
Raven si zittì e annuì
— Io... voglio bene agli amici, ma in... modo limitato. Non... non so come spiegarlo, okay? È una cosa strana che ho sempre odiato di me. Non riesco a dire a una persona che le voglio bene, tranne in rarissimi, ma davvero rarissimi casi, e quando accade, succede per una volta o due, non si ripete quasi mai. Il vero problema, però, è che tengo troppo a me stessa. Quindi, sotto un altro punto di vista, è come se degli amici non me ne fregasse un cazzo, come se la mia mente fosse più rapida a ragionare della loro, come se loro mi rallentassero, come se fossero un peso...
— Come se potessi fare tutto da sola?
Mi misi seduta e guardai Raven, annuendo.
— E poi... insomma, se dovessi scegliere se salvare me stessa o salvare i miei amici... sceglierei me stessa, probabilmente. Sceglierei ciò che è meglio per me, non per gli altri.
— Georgia, è una sorta di... auto-preservazione. Non devi sentirti in colpa per questo. È un lato caratteristico di tutti i Serpeverde.
— Ma tu hai deciso di saltare le lezioni per stare con me.
— Diciamo che... — mimò le virgolette con le dita, — lo stare con te... era una scusa per saltare le lezione.
Aprii la bocca per un istante, non sapendo cosa dire. Poi, scoppiai a ridere, immediatamente seguita da Raven.
— Allora, facciamo così. Tu mi hai rivelato due cose segrete, ora te ne dico due io, così siamo pari, va bene?
— Va bene.
Mi misi a gambe incrociate di fronte a lui, curiosa.
— Allora, ecco la prima. Non mi prenderai in giro, vero?
Stranamente, sapevo già cosa stava per dirmi.
— Vero, su, dimmi.
Raven chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
— Sono gay.
Accennai un sorriso.
— Dovrei fingermi sorpresa adesso?
Lui aprì gli occhi e aggrottò le sopracciglia, confuso.
— Che vorresti dire?
— Che era ovvio quanto la sporcizia della barba di Hagrid. Soprattutto quando Viktor Krum è spuntato fuori dal nulla...
Raven scoppiò a ridere.
— Già.
— I tuoi lo sanno?
Il suo viso si oscurò.
— Non so se l'abbiano capito o meno, comunque non gliene ho parlato. È l'ultima cosa che ci vuole, peggiorerei solo le cose. Mi limiterò a sposare la ragazza che loro sceglieranno per me.
— In che senso?
— Cosa?
— In che senso peggiorerei solo le cose?
— Oh, — si grattò la nuca, — ecco... è la seconda cosa che voglio dirti.
Gli poggiai una mano sulla spalla e gli sorrisi, anche se al momento, somigliante a una barbona, non ero molto rassicurante.
— Sono tutta orecchi.
Raven fece un altro respiro profondo e cominciò.
— Mia madre fu smistata in Corvonero, mio padre in Serpeverde e il loro più grande desiderio quando scoprirono di aspettare due gemelli era che uno fosse smistato nella casa di mia madre e l'altro in quella di mio padre. Con Rebeka non ci furono problemi, le venne dato il nome della sorella di papà, anche lei Serpeverde, morta per contrastare Tu-sai-chi, inoltre aveva un temperamento che di Corvonero aveva ben poco. Ovviamente la Serpeverde sarebbe stata lei. Io, però, di Serpeverde non avevo nulla. Fin da piccolo sono stato uno molto tranquillo e composto, non mi sono mai fatto beffa degli altri e potevo, come ancora posso, considerarmi abbastanza sveglio e intelligente. I miei genitori mi avevano dato il nome Raven, che significa appunto corvo, perché speravano che finissi nella casa di Corinna Corvonero. Immagina il loro disappunto e la loro delusione... quando inviai loro una lettera, dopo la prima settimana a Hogwarts, dicendoli che ero stato smistato nella stessa casa di mia sorella...
— Raven, — lo interruppi, — Aspetta un attimo. Non mi sembra una cosa così grave, in fondo in famiglia hai dei Serpeverde, non è una casa disprezzata.
— Anche io la pensavo così. E anche loro se ne sono fatti una ragione. Ma ancora oggi, dopo tre anni, mi è difficile guardarli in faccia e parlare della mia casa, del Quidditch, senza sentirmi in colpa. Mi sento come se avessi distrutto i loro sogni. E loro non hanno mai fatto nulla per confortarmi.
Accennai un sorriso amareggiato.
— L'anno prossimo hai intenzione di entrare nella squadra, vero?
Raven fece un cenno d'assenso.
— Ruolo?
— Cacciatore.
— Perfetto! Diventerai Cacciatore della squadra di Quidditch di Serpeverde, ci porterai alla vittoria del campionato e renderai fieri i tuoi.
Lui parve convincersi, tanto che il velo che era calato sul suo volto parve risollevarsi, per poi, purtroppo, cadere di nuovo.
— Che succede adesso?
— Ci sarebbe un'altra cosa...
— Ovvero?
— Non sento di appartenere ai Serpeverde.
Alzai le sopracciglia.
— Dopo quasi tre anni?
— Già...
— Non è solo per i tuoi genitori, vero?
Scosse la testa.
— Sono intelligente, sveglio, ma non prendo in giro nessuno, non mi vanto dei miei successi, sono bravo a dare consigli, ma solitamente mi faccio sempre i cazzi miei e non dò fastidio. Cosa c'entro qua dentro?
Poggiai entrambe le mani sulle spalle di Raven, invitandolo a guardarmi e non smisi di dirglielo finché non mi ubbidì.
— Ti ricordo che sono stata una testurbante. Il cappello parlante non sapeva dove smistarmi ed era ovvio che fosse indeciso tra Corvonero e Serpeverde. All'inizio neanche io ero convinta del perché fossi finita in Serpeverde e non in Corvonero, ai quali pensavo di appartenere maggiormente. Poi tu immagina, il mio primo incontro è stato proprio Malfoy, cosa dovevo pensare?
La risata di Raven mi scaldò il cuore.
— Quindi, tornando a noi. Adesso ho capito dove il Cappello aveva il dubbio e ho anche capito perché sia finita qui. C'è una cosa che i Serpeverde hanno in più degli altri, Raven.
Non mi chiese cosa fosse, ma dalla sua espressione, così presa dalle mie parole, mi parve giusto continuare.
— Un Corvonero è dotato di intelligenza, Raven, — e scacciai ogni dubbio, che come un fantasma aveva infestato per anni la mente del mio amico, — ma un Serpeverde sa come usarla.

n/a:
mi chiedo ancora perché Tiger e Goyle siano stati smistati in Serpeverde.

mudblood - the descendant  [d.m.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora