Ormai le mie conoscenze erano notevolmente più avanzante rispetto a quelle dei ragazzi che attualmente frequentavano il quarto anno, perciò ero stata definitivamente trasferita nel corso avanzato.
Non ero per nulla impaziente di fare lezione con la Umbridge, ma il momento arrivò fin troppo presto.
Nella classe c'era il silenzio più totale.
— Beh, buon pomeriggio! — disse una volta che la classe fu al completo.
Noi rispondemmo, seppur con poco entusiasmo.
— No, — disse lei, — così non va bene. Vorrei che diceste "Buon pomeriggio, professoressa Umbridge!". Forza, ripetete.
Ubbidimmo, con ancor meno entusiasmo di prima, e io e Blaise ci scambiammo sguardi annoiati.
— Bene, non era troppo difficile, vero? Via le bacchette e fuori le piume!
I miei occhi si incontrarono nuovamente con quelli di Blaise.
— Via la bacchette? — sussurrai cupa, ricevendo in risposta da Blaise una scrollata di spalle.
La Umbridge batté la bacchetta straordinariamente corta sulla lavagna e comparvero le seguenti scritte: Difesa contro le Arti Oscure Ritorno ai principi base.
— Allora, l'insegnamento di questa materia è stato piuttosto discontinuo e frammentario, non è così? Il continuo cambio d'insegnanti, molti dei quali pare non abbiano seguito alcun programma approvato dal Ministero, ha purtroppo sortito l'effetto di porvi assai sotto la media d'istruzione che ci aspetteremmo di vedere nell'anno dei G.U.F.O.
I G.U.F.O., ovvero Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari, era l'esame che tutti gli studenti a Hogwarts svolgevano una volta arrivati al quinto anno. Serviva a decidere le materie che gli studenti potevano studiare nel sesto anno e, così, che professione intraprendere dopo Hogwarts. Le prove erano divise in teoriche e pratiche e il numero di materie massimo di cui era possibile svolgere l'esame era di dieci. I giudizi erano Eccezionale, Oltre ogni previsione, Accettabile, Scadente, Desolante e Troll (era possibile essere promossi solo ottenuti i primi tre).
— Vi farà piacere sapere, tuttavia, — continuò la Umbridge, — che questi problemi saranno finalmente risolti. Quest'anno seguiremo un corso di magia difensiva strutturato con cura, fondato sulla teoria, approvato dal Ministero. Copiate le frasi seguenti, prego.
Colpì di nuovo la lavagna e comparvero gli "Obiettivi del Corso".
1. Comprendere i principi base della magia difensiva.
2. Imparare a riconoscere le situazioni nelle quali la magia difensiva può essere usata legalmente.
3. Porre la magia difensiva in un contesto per l'uso pratico.
Il silenzio della classe era disturbato solo dai fruscii delle piume.
— Avete tutti Teoria della Magia Difensiva di Wilbert Slinkhard?
— Sì, professoressa Umbridge. — risuonò nell'aula.
— Bene. Vorrei che apriste il libro a pagina cinque e leggeste "Capitolo Uno, Fondamenti per principianti". Non ci sarà bisogno di parlare.
Si allontanò dalla lavagna e si sedette dietro la cattedra.
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
— Principianti? — mormorai, — Ma stiamo scherzando?
Aprii il libro svogliatamente e ciò che cominciai a leggere era tanto noioso da farmi rivoltare lo stomaco.
Hermione non aveva nemmeno aperto il libro. Guardava fisso la professoressa Umbridge, con la mano alzata.
Anche Blaise parve notarlo, perché mi toccò una spalla e indicò Hermione con un cenno del capo.
— Da quando la Granger si rifiuta di leggere?
Alzai le spalle, come se non sapessi cosa rispondere, quando in realtà conoscevo benissimo il motivo per cui Hermione era così decisa a parlare, nonostante la Umbridge facesse evidentemente finta di non vederla.
Distolsi lo sguardo da lei per soffermarmi sulle parole del capitolo, che mi stancai di leggere praticamente subito.
Dopo due minuti, infatti, il mio libro si trovava chiuso e riposto all'angolo del banco, mentre io, appoggiata allo schienale della sedia, fissavo la Umbridge attendendo pazientemente che smettesse di ignorare Hermione.
Passarono parecchi minuti, ma alla fine la determinazione di Hermione vinse sulla professoressa, anche perché un numero sempre crescente di studenti aveva deciso di sostenere il tentativo della Granger di ribellarsi e aveva smesso di leggere (anche Blaise, che si sarebbe addormentato sul banco se non l'avessi scosso prima che la testa gli fosse caduta sul legno).
— Voleva chiedere qualcosa a proposito del capitolo? — domandò a Hermione, come se si fosse appena accorta di lei.
— Ho una domanda sugli obiettivi del suo corso.
La Umbridge alzò le sopracciglia.
— Il suo nome è?
— Hermione Granger.
— Beh, signorina Granger, credo che gli obiettivi del corso siano perfettamente chiari se li legge attentamente.
— Veramente non mi pare.
Il modo brusco in cui Hermione aveva obiettato quasi mi fece scoppiare a ridere.
— Là non c'è scritto niente sul fatto di usare incantesimi di Difesa.
Finalmente era stato toccato l'argomento che tutti volevano sentirsi spiegato, in particolare io, che amavo Difesa contro le arti oscure per la pratica, non di certo per la teoria.
— Usare incantesimi di Difesa?
La Umbridge rise, come se Hermione avesse detto la cosa più stupida del mondo.
— Non riesco a immaginare una situazione nella mia classe che richieda di ricorrere a un incantesimo di Difesa, signorina Granger. Lei non si aspetta di venire aggredita durante le lezioni, no?
Hermione alzò nuovamente la mano, preceduta di qualche secondo da Harry, sul quale la professoressa parve indugiare con lo sguardo.
— Sì, signorina Granger? Voleva chiedere qualcos'altro?
— Sì — rispose Hermione, — Senza dubbio lo scopo di Difesa contro le Arti Oscure è esercitarsi negli incantesimi di Difesa, no?
— Lei è per caso un'esperta di istruzione del Ministero, signorina Granger? — disse la Umbridge sorpresa dall'intraprendenza della studentessa.
— No, ma...
— Beh, allora temo che non sia qualificata per decidere qual è lo "scopo" di un corso. Maghi molto più anziani e capaci di lei hanno ideato il nostro nuovo programma di studi. Apprenderete gli incantesimi di Difesa in un modo sicuro, privo di rischi...
— A che cosa serve? — intervenì Harry, — Se verremo attaccati, non sarà in un...
— Deve alzare la mano, signor Potter.
Il braccio di Harry saettò verso l'alto, proprio mentre il mio pugno batteva sul libro di teoria con violenza (che in qualche modo avrei dovuto sfogare, altrimenti le mie nocche sarebbero finite proprio contro quel muso da rospo).
— Non ho intenzione di criticare il modo in cui le cose sono state condotte in questa scuola, ma in questo corso siete stati esposti all'influenza di maghi assai irresponsabili, davvero assai irresponsabili... per non parlare di ibridi estremamente pericolosi.
— Se intende il professor Lupin —sbottò Dean Thomas, — è stato il migliore che abbiamo mai...—
— Come stavo dicendo, siete stati introdotti a incantesimi complessi, inadatti alla vostra età e potenzialmente letali. Siete stati indotti con la paura a credere che sia probabile imbattersi in Attacchi Oscuri un giorno sì e uno no... Mi pare di aver capito che il mio predecessore non solo ha praticato maledizioni illegali davanti a voi, ma addirittura su di voi.
— Beh, è saltato fuori che era un pazzo, no? — disse Dean, continuando, da vero Grifondoro, a farsi valere, — Ma comunque abbiamo imparato un sacco di cose.
— Ora, è opinione del Ministero che una conoscenza teorica sarà più che sufficiente. E se avrete studiato abbastanza a fondo la teoria, non c'è ragione per cui non dovreste essere in grado di eseguire gli incantesimi durante la prova pratica degli esami G.U.F.O., in circostanze di massima sicurezza.
— E a che cosa servirà la teoria nel mondo reale? — intervenne nuovamente Harry.
— Qui siamo a scuola, signor Potter, non nel mondo reale.
— Allora non dobbiamo prepararci a ciò che ci aspetta là fuori?
— Non c'è niente che ci aspetta là fuori, signor Potter.
— Oh, davvero? — ribatté Harry.
— Chi immagina possa desiderare di aggredire ragazzini come voi? — chiese la professoressa.
—Mmm, mi lasci pensare...
— Cazzo, — sussurrai sottovoce, — Ora lo dice.
— Forse... — riprese Harry meditabondo, — Lord Voldemort?
Ecco.
Le reazioni degli studenti furono delle più varie, c'era chi emise gridolini, chi trattenne il fiato, chi fece cadere la piuma e chi scivolò dallo sgabello (sì, parlo di Neville).
— Dieci punti in meno a Grifondoro, signor Potter.
Nessuna mano era più alzata, ora.
— Vi è stato riferito — riprese la Umbridge alzandosi, — che un certo Mago Oscuro è tornato dal mondo dei morti...
— Non era morto — disse Harry con rabbia, — ed è tornato!
— Come stavo dicendo, vi è stato riferito che un certo Mago Oscuro è di nuovo in circolazione. Questa è una bugia.
Harry era esasperato.
— NON è una bugia! — esclamò, — Io l'ho visto, io ho combattuto contro di lui!
— Punizione, signor Potter!
La Umbridge era pienamente soddisfatta e quell'espressione da stronzetta, insieme alla certezza che Harry stava dicendo la verità, mi fece venir voglia di bruciarle quel merdoso cardigan rosa.
— Se qualcuno vi mette in agitazione diffondendo frottole su Maghi Oscuri rinati, vorrei esserne informata. Sono qui per aiutarvi. Sono vostra amica.
La professoressa Umbridge sedette dietro la cattedra.
— Quindi secondo lei Cedric Diggory è morto così, da solo?
Non mi resi conto di aver parlato ad alta voce finché non sentì il sospiro frustrato di Blaise al mio fianco.
Vari mormorii attraversarono la classe, mentre la bocca della Umbridge divenne una linea retta.
— Lei è?
— Sheve. Georgia Sheve.
Harry mi guardò accennando un sorriso, felice che avessi deciso di prendere le sue parti, ma nei suoi occhi potevo leggere la sofferenza dovuta all'accaduto e la frustrazione di non essere creduto.
— Bene, signorina Sheve. — rispose in tono gelido, — La morte di Cedric Diggory è stata un tragico incidente.
— Oh, certo.
Serrai la mascella.
— Un incidente. In un torneo scolastico, che, quindi, sarebbe dovuto essere di... mmm, come ha detto lei? Massima sicurezza? Oh, magari Cedric è caduto dalle scale. Ah, no, giusto. — guardai negli occhi la Umbridge, — Non c'erano scale nel labirinto.
Trattennero tutti il respiro, perché nessuno aveva mai sentito Harry parlare dell'accaduto, quindi non si aspettavano che fossi proprio io a uscire fuori l'argomento, come persona completamente esterna alla vicenda. Ma, in fondo, ero io che avevo combattuto contro il basilisco nella Camera dei Segreti insieme a Harry, il mio primo anno. Ero stata io a essere quasi uccisa dal ricordo del Signore Oscuro. Non loro, né tantomeno la Umbridge.
La professoressa stava per perdere le staffe e mai avevo conosciuto compiacimento più grande. Tutti gli sguardi erano puntati su di me, studentessa modello sullo stampo di Hermione Granger, che mai si era permessa di contraddire o di comportarsi in modo insolente con un insegnante.
— Oh, ma sì. — continuai, — Il mondo è fatto solo di gattini e unicorni che corrono insieme felici su un prato fiorito sotto un cielo pieno di arcobaleni.
— È stato un assassinio! — sbottò Harry, il corpo scosso da tremiti.
La Umbridge si alzò nuovamente, sbattendo le mani grassocce sulla cattedra.
— BASTA! IN PUNIZIONE, DOPO LE LEZIONI. ENTRAMBI!
Cosa?
— Voldemort l'ha ucciso, — disse Harry, questa volta con voce spaventosamente calma, — e lei lo sa.n/a:
La prima punizione di Georgia ZAN ZAN ZANNNNN.
Anche in questo capitolo la maggior parte delle battute è presa dal libro ;))
Perché io non sono come gli sceneggiatori del film, io sono una persona BRV. Mentre la Umbridge è una persona KTTV.
NO, NON È VERO, KTTV UN CAZZO, È PROPRIO UNA STRONZA.
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mudblood - the descendant [d.m.]
FanfictionIl lato oscuro non lascia nessuno indifferente, ma nella storia di Georgia si celano segreti che la incatenano irremovibilmente a esso. - Perché è così interessato a lei? - Perché lei è la discendente. La nata babbana Georgia Sheve viene ammessa al...