Quando tornammo ad Hogwarts, ero così euforica che cominciai ad abbracciare chiunque, sostenendo che mi fosse mancato tanto.
Quell'anno, però, non sarebbe stato come gli altri.
A Hogwarts, infatti, arrivarono altre due scuole di magia: Beauxbatons dalla Francia e Durmstrang dalla Bulgaria.
Eravamo tutti seduti ai nostri rispettivi tavoli, quando gli allievi delle due scuole fecero il loro ingresso trionfale.
Accanto a me c'era Rebeka, mentre di fronte avevo Raven.
Gli alunni di Beauxbatons, prevalentemente ragazze, ci mostrarono incantesimi eleganti e raffinati, con luci lievi e farfalle di carta che svolazzavano per la sala.
Durmstrang, invece, molto più aggressiva, ci mostrò le capacità fisiche e atletiche dei loro alunni, solo maschi.
— Per la barba di Merlino... — mormorai stringendo il braccio di Rebeka.
Lei non parve capire nemmeno quando le indicai un ragazzone bruno che entrò nella sala dopo tutti gli altri.
— Rebeka. Quello là è...
— Viktor Krum! — intervenne Raven con gli occhi che saltavano fuori dalle orbite, — Il grande Viktor Krum!
Il mio sguardo incrociò quello di Ron e gli ammiccai, indicando Krum e mimando con le labbra: Il tuo amore!
Ron arricciò il naso e alzò gli occhi al cielo, divertito, per poi tornare a contemplare il cercatore bulgaro.
Ero certa che gli avrebbe chiesto un autografo. E non sarebbe stato il solo!
Silente annunciò che Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang, si sarebbero sfidate nel leggendario torneo che vede un campione per scuola combattere contro gli altri per aggiudicarsi fama e gloria eterne.
Purtroppo, per ragioni di sicurezza, solo gli alunni con almeno 17 anni avrebbero potuto prendere parte al Torneo.
— Peccato. — commentai, — Avrei voluto partecipare anche io.
Rebeka e Raven mi guardarono perplessi.
— Geo, in questo torneo la gente muore. Saresti davvero disposta a rischiare così tanto? — mormorò Raven poggiandomi una mano sulla spalla.
Abbassai lo sguardo.
— A volte penso sia bello essere un Grifondoro. — sussurrai tra me e me.
— Cosa? — domandò Rebeka alzando le sopracciglia.
— Oh. Non fraintendetemi. Sono fiera di essere Serpeverde. Noi Serpi siamo davvero tanto fighe! Volevo solo dire che... vorrei avere la forza di gettarmi tra le fiamme senza paura.
— Ti capisco. — annuì Raven, — Ma devi imparare che essere Grifondoro non significa rischiare costantemente la propria volta. E soprattutto non sentirti in colpa solo perché tu ci tieni a restare viva.
— Passo troppo tempo con Harry Potter. — risi e voltai lo sguardo verso Rebeka, con un sopracciglio alzato,
— Pensi che non sarei all'altezza, eh?
Lei alzò le braccia e scosse la testa.
— Non volevo criticarti! Sei la migliore anche nei corsi avanzati! Ma non hai le conoscenze necessarie! Insomma... anche quelli del quarto anno non possono partecipare, ma hanno più conoscenze di te!
La guardai, alzando un angolo della bocca.
— Tu dici? Beh... secondo la McGranitt, Piton e gli altri anche quest'anno sarei perfettamente in grado di partecipare ai corsi dei ragazzi più grandi.
Rebeka e Raven mi fissarono confusi.
Sorrisi soddisfatta.
Mentre tornavamo al dormitorio, Raven e Rebeka mi tempestarono di domande.
Sapevo bene che entrambi erano tristi perché non avrebbero seguito le lezioni insieme a me neanche quest'anno. Ma la mia istruzione era la ragione per cui ero andata a Hogwarts e non potevo lasciarmi condizionare dall'amicizia.
Non parliamo della gelosia che Rebeka provava nei miei confronti da quando l'anno precedente avevo cominciato a seguire le lezioni con Malfoy.
Il giorno seguente, prima delle lezioni, mi fiondai con Raven al tavolo in cui Krum faceva colazione.
Per la prima volta da quando lo conoscevo vidi Raven arrossire.
— Hey! Ci potresti fare un autografo, per favore? — gli chiesi abbassando la testa e porgendogli un foglio di pergamena.
Viktor guardò i suoi amici e sorrise.
— Certo, ma questo non serve.
Il suo accento era tremendamente sexy. Rebeka non sapeva cosa si perdeva sbavando dietro a Malfoy.
Krum impugnò la bacchetta e fece comparire una foto e una penna con cui autografarla.
— Per Salazar, è così figo! Abbiamo l'autografo di una star, ci rendiamo conto?
Non avevo mai visto Raven così gasato, sembrava quasi avere una cotta per quel bulgaro.
Ron aveva concorrenza.
Mi diressi verso l'aula di pozioni in cui si stavano muovendo i Serpeverde e i Tassorosso del quarto anno.
— Geo, dove vai... oh, giusto.
Raven abbassò lo sguardo un istante, poi lo rialzò e mi sorrise.
— Buona fortuna. Soprattutto con Malfoy e gli altri, fai attenzione.
Risi.
— Nessuno oserebbe fare del male a me. E poi ho già tenuto testa a quei tipacci per un anno. — ghignai ed entrai nell'aula, tra gli sguardi straniti di tutti gli altri, che probabilmente non si aspettavano di vedermi anche quell'anno.
E alla faccia vostra, io sono ancora qui.
Presi posto a un banco libero e poggiai il mento sulle mani.
Delle risate irruppero nella classe.
Sapevo già chi fosse anche prima che smettesse di ridere.
— Sentivo puzza di marcio, e infatti... eccola qua.
Mi voltai verso Malfoy alzando un sopracciglio.
— Continua pure, i tuoi insulti non mi fanno né caldo né freddo.
Una risatina stridula mi fece alzare gli occhi al cielo. Pansy-sono-stronza-Parkinson. Sempre al seguito di Malfoy, del resto. Il che la rendeva non solo ancora più stronza ma anche più stupida. Non che tutte quelle che andavano dietro a Malfoy fossero stronze e stupide. Rebeka non lo era.
— Cos'hai da ridere Parkinson?
Pansy indicò il professor Piton che era entrato senza che ce ne accorgessimo e ci osservava con le braccia incrociate aspettando che ci sistemassimo.
— Pensavi davvero di intrufolarti nelle lezioni dei più grandi? Piccola ingenua.
L'avevo detto che era stupida.
Sghignazzai. — Fai come vuoi Pansy.
Guardai il professore, picchiettando le dita sul banco.
— Professore, la signorina Parkinson continua a dare fastidio, — protestai imbronciata.
Fino all'anno precedente non mi sarei mai sognata di ribellarmi così apertamente, ma oramai ne avevo preso atto. Erano passati tre anni e sapevo come rigirare la frittata.
Piton scoccò un'occhiata malevola a Pansy, indicandole il suo posto.
— Spero che la smetta, prima o poi, di infastidire gli altri, signorina Parkinson, sempre che non voglia finire in punizione. — disse il prof con il suo tono lento e smielato.
Pansy mi guardò indispettita e io sorrisi soddisfatta.
Se l'è cercata.
— In piedi. — mi ordinò Piton.
Io ubbidii all'istante. Quell'uomo mi aveva sempre messa in soggezione.
— Bene, ragazzi. L'anno scorso a causa dell'inconsueta situazione, nessuno si è preoccupato di presentarvela e, conoscendo il tipo, dubito che più di tanto si sia prestata a farlo per conto suo. Quindi, qui abbiamo una nuova alunna. In seguito a circostanze... particolari, o dovrei dire... straordinarie, questa ragazza farà parte anche quest'anno dei vostri stessi corsi. — spiegò svogliatamente e con una lentezza disarmante.
— Qualcosa da dire, Sheve?
— Niente di che; solo che, per chi non lo sapesse, anche se dubito dato che Malfoy passa intere giornate a parlare di me, il mio nome è Georgia Sheve. E che... — sorrisi a Draco, — ...non vedo l'ora di passare tanto tanto tanto tempo insieme a voi.
Questo è il mio anno.n/a:
Questo capitolo mi ispira ahah.
Comunque, qualcuno mi sa spiegare come risolvere il fatto delle notifiche delle bacheche altrui? È frustrante.
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mudblood - the descendant [d.m.]
FanfictionIl lato oscuro non lascia nessuno indifferente, ma nella storia di Georgia si celano segreti che la incatenano irremovibilmente a esso. - Perché è così interessato a lei? - Perché lei è la discendente. La nata babbana Georgia Sheve viene ammessa al...