39 - at least now, no regrets

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Il giorno successivo attuai il secondo passo del piano (se poteva essere considerato tale), abbastanza semplice in realtà, che consisteva nell'indossare un po' di profumo (del quale avevo una boccettina minuscola nel beauty-case).
Rebeka mi riempiva di domande. Non era stupida e aveva capito che a spingermi a "farmi bella" non era stata solo la voglia di un cambiamento, ma c'era... qualcos'altro, qualcosa di cui, aveva notato, con lei non volevo parlare.
Quando arrivai in Sala Grande, pronta a fare colazione, invece di sedermi con Raven e Rebeka come la maggior parte delle mattine, corsi verso Ginny, che stava già mangiando.
— Ne ho messo troppo?
Ginny sbatté le palpebre.
— Di cosa parli?
— Di profumo.
— Oh. — mi fece cenno di avvicinarmi e io ubbidii. Si sporse verso di me e socchiuse gli occhi, concentrandosi sul senso dell'olfatto.
— Nah. Direi che va bene.
— Perfetto. Uhm...
Mi guardai intorno e mi grattai la nuca.
— ...che dovrei fare ora?
— Sederti vicino a lui, ovviamente.
— Ma non è troppo ovvio così? E se si monta la testa?
Ginny alzò gli occhi al cielo.
— Sei paranoica!
Sospirai, mentre mi torturavo le dita delle mani schifosamente sudate.
— Georgia?
Draco aveva fatto il suo ingresso in Sala Grande e, istintivamente, mi ero voltata dal lato opposto, come se ciò bastasse a rendermi invisibile.
— Georgia?
Volevo farmi notare, certo. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Desiderare una cosa era molto diversa dal vederla realizzarsi.
— Georgia, muovi il culo e vai dal tuo uomo, diamine.
— Vado?
Ginny alzò gli occhi al cielo.
— Muoviti!
Feci un respiro profondo e percorsi la strada che poteva condurmi al paradiso o al patibolo (in qualunque dei due casi, sarei morta comunque).
Giunta a destinazione, esitai.
Quando toccai la spalla di Malfoy, mi sembrò di prendere la scossa e ritrassi la mano ancor prima che lui si voltasse.
Quando si girò e i suoi occhi incontrarono i miei, per un attimo mi pietrificai.
Aprii la bocca per parlare, ma non ne uscì altro che una parola soffocata.
Georgia, andiamo. Non fare figure di merda, non proprio con lui.
Dopo aver fatto l'ennesimo respiro profondo, accennai un sorriso e indicai con un cenno del capo il posto vuoto accanto a Draco.
— È occupato?
Malfoy ricambiò il sorriso.
— Per te no.
Okay, capitan cervello ha abbandonato la nave.
Mi sedetti e mi scostai una ciocca di capelli ribelli dalla faccia.
— Allora? Oggi a caccia di Harry & Co?
Il sorriso di Draco si allargò notevolmente.
— Ovviamente. E dopo ronda notturna?
Ovviamente. — risposi.
— Comunque, — disse lui, — mi piacciono i tuoi capelli. Sono meno disordinati del solito.
Parve notare la mia espressione compiaciuta, perché ridacchiò.
— Non l'avrai mica fatto per farti notare da me, eh, Sheve?
— Pff. Non sei il centro del mondo, al contrario di ciò che pensi, Malfoy.
— Forse non del mondo in generale, ma del tuo... sì.
Non mi diede il tempo di ribattere che si era già alzato, diretto non so dove (forse non lo sapeva neanche lui, probabilmente voleva solo fare un'uscita di scena teatrale).
E ci è riuscito, diamine.

— E anche oggi niente! — borbottò Pansy, dando un calcio a una povera poltrona della Sala Comune.
— Come mai non riusciamo a scovarli?
— Perché si sono organizzati in modo tale da non farsi scovare, forse? — risposi a Goyle, — Non sono mica stupidi.
— O forse il tuo comando è inefficiente.
Ecco Pansy, che deve sempre mettere i bastoni tra le ruote.
— Oh, e chi dovrebbe prendere le redini della squadra? Tu, Pansy?
— Perché no? — rispose lei insolente, mettendosi a braccia conserte, — Forse sarebbe meglio.
— Meglio? Ma non farmi ridere. — ribattei, — Tu? Tu che non sai pensare con la tua testa? Tu che sei così ottusa da esserti praticamente già arresa per i G.U.F.O.? Tu che fai niente senza prima chiedere approvazione ai tuoi amichetti? Le uniche cose in cui sei perseverante è rompere il cazzo agli altri e sbavare dietro a Malfoy.
Pansy rimase muta. Probabilmente avevo sbriciolato quel poco di autostima che le era rimasta dopo le numerose friendzone di Draco.
A dire la verità, mi dispiacque un po', ma un alfa può preservare il proprio potere sul branco solo impedendo agli altri lupi di attaccarlo e ucciderlo. E poi, lo dovevo a Harry. Era per lui e gli altri dell'Esercito che ero lì.
Gli altri membri della stanza abbassarono lo sguardo, avendo finalmente capito con chi avevano a che fare.
Draco Malfoy, però, aveva ancora la testa alta. Potevo sentire il suo sguardo pungermi sulla pelle, ma feci finta di nulla.
— Ottimo lavoro, se continuiamo così, prima o poi capiremo la loro strategia e li braccheremo! Ora è tardi però. Penso sia ora che vi ritiriate nelle vostre stanze, prima che Piton venga a tirarvi le orecchie.
Ignorai i brusii delle ragazze, che criticavano il fatto che le comandassi a bacchetta come se avessi un'effettiva autorità su di loro.
Sorrisi. Ormai infastidire la gente era diventato il mio passatempo preferito.
— Bello essere prefetti, vero?
Mi voltai verso Draco, annuendo.
— Eccome. Ora capisco come ci si sente a essere privilegiati.
— È una frecciatina?
— Pff. Nah.
— Ogni volta che fai pff, quello che dici dopo è una balla.
— Va bene, — alzai le braccia, — non dirò più pff.
Draco ridacchiò e sfoderò la bacchetta. Io feci lo stesso.
Lumos. — sussurrammo, e ci inoltrammo per i corridoi.
— Il buio mi mette a disagio. — commentai, giusto per rompere il silenzio che si era creato.
— È il buio a metterti a disagio, — fece lui, — o sono io?
Mentre pronunciava le ultime parole il suo viso era così vicino al mio che potei sentire il suo fiato sulla mia guancia.
Hai un buon profumo.
— Eh?
— Hai capito.
Smise di camminare e si voltò verso di me.
— Perché ti sei fermata?
Mi sono fermata?
— Oh, uhm... — sospirai, — Nulla.
— Io so perché.
Alzai le sopracciglia.
— Ah davvero?
Lui annuì e fu l'ultima cosa che vidi, perché l'istante dopo la luce della sua bacchetta era spenta, mentre la mia illuminava solo il pavimento e poco ci volle prima che si spegnesse anche lei, lasciando entrambi nel buio più totale.
— Draco, non mi piace tutto questo buio.
Deglutii, mentre una mano mi circondò la vita, facendomi sussultare.
— Tranquilla, sono qui.
— Non potremmo accendere...?
— Shh.
Mi zittii immediatamente e mossi qualche passo indietro quando lo sentii avvicinarsi. Ma Draco aveva calcolato tutto e al primo passo mi trovai di spalle al muro.
— Se non lo vuoi dimmelo. Potrei aver frainteso.
— Frainteso cosa?
— I segnali.
— Segnali? Io? Semmai sei tu quello che li ha lanciati. Non mi chiami lurida sangue marcio da giugno.
— Le cose cambiano, Georgia.
— Non penso di averti mai sentito dire il mio nome. — sorrisi, — È piacevole.
— È strano.
— Lo so.
Draco rise e, quando mi fui ormai abituata alle tenebre, mi parve di vederlo alzare gli occhi al cielo.
— Sei incredibile. Se Pansy Parkinson si fosse trovata in una situazione del genere mi sarebbe già saltata addosso, non saremmo mica stati qua a parlarne.
— Quindi vuoi baciarmi, ma parli di un'altra ragazza? Perdi punti, Malfoy.
— Perché pensi che voglia baciarti?
Ecco, fatta la figura di merda.
Restai muta, incapace di dire alcunché, fino a quando non fu lui a rompere la tensione scoppiando a ridere.
— Credulona, ti pensavo più sveglia di così.
— Grazie mille. Pensavo di aver fatto una figuraccia.
— Comunque apprezzo il fatto che tu non mi sia saltata addosso. Ti rende diversa dalla stragrande maggioranza delle ragazze.
— In senso positivo?
— Direi di sì. Anche se a volte sei diversa anche perché sei più fastidiosa degli altri, il che non è un granché positivo, in realtà.
— Non posso dire che tu abbia torto, ma continui a perdere punti.
— Okay, la smetto. Anche se un prefetto non può togliere punti a un altro prefetto, ma questa volta lascerò correre.
Sentii uno spostamento dell'aria e vidi nel buio il suo braccio sollevarsi e la sua mano accarezzare i capelli biondi, meno ingelatinati del solito.
— Beh, quindi?
— Quindi cosa?
— Mi fermerai?
— Io... — boccheggiai, — Non lo so.
— Bene allora, — il tono di di voce di Malfoy era diventato più basso e grave e il suo fiato sul mio collo mi fece salire i brividi lungo tutta la schiena, — c'è solo un modo per scoprirlo.
Contro ogni previsione, io, lurida sangue marcio, e un purosangue razzista, che doveva essere il mio peggior nemico, ci stavamo baciando.
Forse tra qualche settimana, forse il giorno seguente o perfino più tardi, ce ne saremmo pentiti.
Ma ora, in questo momento, niente rimpianti.

mudblood - the descendant  [d.m.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora