25 - hermione is ron's owl and draco is a ferret

453 28 2
                                    

Ron ed Harry erano in preda a un'inarrestabile insofferenza e sembravano aver dimenticato tutto ciò che avevano passato insieme nei loro precedenti tre anni a Hogwarts.
Il tutto l'aveva ovviamente causato Ron, che aveva scelto di considerare il suo migliore amico un esibizionista con manie di protagonismo, piuttosto che credere alle sue parole.
Hermione aveva ricevuto il frustrante compito di fare da tramite tra i due, sotto supplica di Ron, che avrebbe preferito buttarsi sul platano picchiatore piuttosto che calpestare il proprio orgoglio.
Il fatto che la situazione tra lui e Harry fosse pessima non gli impedì di mettere l'amico in guardia riguardo una cosa che aveva scoperto e che aveva precedentemente rivelato a me e Hermione, ovvero che la prima prova del terribile torneo nel quale Harry era sfortunatamente capitato riguardava i draghi.
— Senti, basta con questo passaparola. Perché non vai e non glielo dici tu stesso?
Ron zittì Hermione e le ripetè il messaggio che avrebbe dovuto riferire a Harry, mentre io e Ginny guardavamo a braccia conserte la scena da dietro.
Hermione sospirò e fece qualche passo verso Harry, il quale si era appena allontanato dall'albero al quale era appoggiato.
— Ronald vorrebbe che ti dicessi che Seamus gli ha detto che... a Dean è stato detto da Calì che Hagrid ti sta cercando.
— Ah, davvero? Beh... cosa?
Hermione esitò e tornò indietro.
— Cosa gli devo dire?
— Quello che ti ho detto prima.
Hermione cercò di contenere l'irritazione e tornò da Harry.
— Calì ha detto a Dean... — sospirò, — Ti prego non farmelo ripetere. Hagrid ti sta cercando.
— Beh, dì a Ronald che...
Hermione fulminò Harry con lo sguardo.
— Non sono il tuo gufo!
— Ma quello di Ron sì. — mormorai maliziosa, ricevendo una gomitata alle costole da parte di Ginny.
Hermione superò Ron e prese me e la piccola Weasley per le braccia, trascinandoci via. Ron ci seguì qualche istante dopo.
Voltai lo sguardo verso Harry, dispiaciuta. Non sapevo da che parte stare. In fondo, nessuno dei due aveva ragione e si stavano comportando come bambini; eppure supportare Ron ed evitare Harry quando era lui quello che stava passando l'inferno in quel periodo mi sembrava da ingrati.
I giorni successivi furono un incubo per lui. Tutti a Hogwarts lo odiavano e lo credevano un imbroglione mentre la stima per Cedric Diggory cresceva di giorno in giorno.
Da parte sua, Cedric, vero Tassorosso, era evidentemente profondamente dispiaciuto da questo comportamento, tanto che non solo rifiutò di indossare la spilla Harry Potter fa schifo, W Cedric sei figo, ma si ribellò pure a tale gadget.
Ero nel cortile, appoggiata a un albero, e stavo conversando con Astoria Greengrass, una Serpeverde del terzo anno che non avevo avuto spesso modo di frequentare, ma che sembrava, al contrario della maggior parte dei Serpeverde, una ragazza corretta ed educata.
Era la sorella di Daphne Greengrass, che faceva parte della banda di Pansy Parkinson, ovvero il club delle stronze.
Il giorno del Ballo del Ceppo si avvicinava e lei mi aveva rivelato che sua sorella pensava di andarci con Blaise Zabini, Serpeverde del quarto anno e mio compagno di banco nella maggior parte delle lezioni.
A un tratto smisi di ascoltare le parole che uscivano come fiumi dalla bocca di Astoria per osservare Harry e Ron in lontananza. Tra di loro la situazione stava solo degenerando.
Dalla padella alla brace.
Harry si stava avvicinando a me (anche se dubitavo mi avesse effettivamente vista, aveva troppi pensieri per la testa al momento), quando la voce da spaccone di Draco Malfoy lo disturbò.
— Perché così teso, Potter? Mio padre e io abbiamo scommesso, sai? Per me non duri più di dieci minuti in questo torneo.
Malfoy scese dall'albero con un balzo e probabilmente se avessi staccato lo sguardo da lui mi sarei resa conto che Astoria gli stava sbavando addosso e che i suoi occhi sembravano urlare "Sposiamoci!", e dovevo ammettere che, effettivamente, i suoi geni in un figlio gli avrebbero dato quel non so che di fascino in più che attira le ragazza come il miele fa con le api. Ma avrebbe anche trasmesso l'infantilità e l'arroganza, che non erano proprio caratteristiche che avevo in mente per i miei figli.
Ma piuttosto, perché stavo pensando a me che facevo figli con Malfoy? Il solo pensiero improvvisamente mi mise profondamente a disagio, tanto da farmi distogliere lo sguardo mentre Draco continuava a provocare Potter.
— Mio padre non è d'accordo. Per lui non ne duri neanche cinque.
Harry ignorò le risate del gruppo di ragazzi dietro Draco e si avvicinò al biondo, accigliato.
— Non me ne frega niente di ciò che dice tuo padre. Lui è vile e crudele. — fece una pausa, allontanandosi di qualche passo, — E tu sei patetico.
Draco fece per sfoderare la bacchetta, come se le parole di Harry lo avessero ferito.
Ah, ma allora ha anche lui dei sentimenti?
Prima che avesse anche solo il tempo di pensare all'incantesimo che voleva scagliare, arrivò Moody che gli puntò la bacchetta addosso.
Un attimo dopo, Draco era un adorabile furetto bianco fluttuante.
— Non si fanno incantesimi a chi è di spalle! Schifoso! Codardo! Lurido!
Neanche l'arrivo della McGranitt servì a fermare il sadico divertimento di Moody, il quale fece in modo che Draco finisse nei pantaloni di Tiger.
Allora quel poco di divertimento che io stessa avevo provato, si trasformò in compassione.
Insomma, era Draco Malfoy, ma era pur sempre finito nei pantaloni (o forse perfino nelle mutande) di un ciccione puzzolente. Dio solo sapeva cosa aveva visto.
Una volta che il furetto uscì da solo dalla gamba dei pantaloni di Tiger (dato che l'aiuto di Goyle si era dimostrato inutile), lo afferrai, ignorando il disgusto che si stava facendo strada dentro di me. In fondo, ero consapevole di tenere in mano un essere contaminato dai germi (forse anche quelli... intimi) di Vincent Tiger.
La McGranitt fece tornare immediatamente Malfoy alla normalità, senza curarsi del fatto che c'è l'avevo in braccio e che, una volta tornato umano, l'avrei di certo fatto cadere.
Ciò non successe, o meglio, successe, ma in modo differente, dato che cademmo entrambi.
Il mio sedere era dolorante ed ero certa che dopo qualche ora mi sarei trovata un ematoma viola sulla chiappa destra, quella sulla quale ero caduta e che doleva maggiormente.
Draco era posizionato perpendicolarmente a me, con la faccia spiaccicata contro il mio petto. Questa situazione profondamente imbarazzante mi portò prima ad arrossire violentemente, poi a spostargli la testa, facendola cadere nel terriccio.
Pardon.
Draco ignorò le mie scuse e si mise rapidamente in piedi e guardò con indignazione il professor Moody, che si  era dimostrato più infantile di Malfoy stesso.
— Mio padre lo verrà a sapere!
— È una minaccia?
Moody si avvicinò a Malfoy, che cercò di scappare, puntualmente inseguito dal professore e dai rimproveri della McGranitt contro l'insegnante.
— Potrei raccontare storie su tuo padre che farebbero drizzare perfino i tuoi capelli! — esclamò Moody.
— Alastor.
— E non finisce qui!
Detto ciò, terminò la sceneggiata e, dopo aver lanciato uno sguardo indifferente a tutti coloro che avevano assistito alla scena ed aver ricevuto ulteriori rimproveri dalla professoressa McGranitt, batté in ritirata.

n/a:
Capitolo un po' de merda, ma non potevo saltare la parte di Malfoy furetto e "NoN sOnO iL tUo gUfO!1!".

mudblood - the descendant  [d.m.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora