40 - what if I told you I like you

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Quella notte ero tornata molto tardi in stanza, ma il sonno di Rebeka era così profondo che neanche il rumore di un cannone l'avrebbe interrotto.
Nonostante ciò, il più silenziosamente possibile, sfilai l'uniforme, indossai il pigiama riposto sotto il cuscino e mi misi a dormire, col cuore che batteva a mille e la sensazione di aver fatto una grandissima cazzata.
La mattina successiva quando la sveglia suonò, non la mandai a fanculo, il che era un evidente segno del mio buon umore (molto raro a quell'ora).
La prima a sapere dell'accaduto ovviamente era stata Ginny, che accolse la notizia con estremo entusiasmo.
Il secondo fu Raven. Avrei voluto nasconderglielo, ma sapevo che, in un modo o nell'altro, lo avrebbe scoperto. Non la prese troppo bene, ma non capii esattamente il motivo: forse per solidarietà verso la sorella, o forse per semplice incredulità.
— Mi stai prendendo in giro. — aveva detto, perplesso.
— Vorrei che fosse uno scherzo, ma non lo è, Ravy.
Non aveva risposto. Si era limitato a guardare il vuoto per qualche secondo, prima di alzarsi e andarsene.
Io e Draco non ci eravamo parlati per un paio di giorni, o meglio, io cercavo di evitare ogni suo tentativo di intraprendere una conversazione.
Non sapevo cosa quel bacio aveva significato per lui, né tantomeno cosa aveva significato per me.
Ginny sosteneva che era come se lui si fosse dichiarato implicitamente, ma io non ero d'accordo.
Non aveva mai fatto o detto cose che facessero emergere altro oltre alla pura e comune attrazione fisica. Inoltre Malfoy era un maschio alfa e i maschi alfa fanno sempre il primo passo. Eppure non aveva mai detto che gli piacevo; gli piaceva il mio profumo, gli piacevano i miei capelli, ma non ricordavo avesse detto che desiderasse che tra noi nascesse qualcosa.
Forse era finito tutto come era cominciato e presto saremmo tornati quelli di sempre. L'unico modo per scoprirlo, era aspettare.

Erano passati sei giorni da quella sera e Draco sembrava aver perso le speranze. Si limitava a guardarmi da lontano, quando pensava che non me ne accorgessi, mentre i suoi comportamenti venivano analizzati dallo sguardo attento ed esperto di Ginny.
— Georgia, lui è stracotto. — disse Ginny mentre mi accompagnava all'aula di Trasfigurazione, dato che aveva un'ora di buco, — E tu sei demente, perché ti ostini a credere il contrario.
Sospirai, stanca dell'ennesima ramanzina della mia amica riguardo l'argomento.
— Per una volta potremmo parlare di qualche altra cosa? — mi voltai di spalle e continuai a camminare in retromarcia, — Malfoy non può essere sempre il centro delle nostre conversazioni.
— Georgia, gira l'angolo.
— Sì, lo so.
— Georgia, fai atten... — e sbattei. — Ecco.
— Da quando i muri a Hogwarts sono morbidi e storti?
Mi voltai e quasi mi venne voglia di scavarmi una fossa e gettarmici dentro.
— Anthony.
Anthony Goldstein, Corvonero del quarto anno, ridacchiò e fece un passo indietro.
Ginny accennò un sorriso, dopo aver adocchiato un punto in lontanza sul quale non mi soffermai.
— Io vi lascio.
— Eh? Cosa? No, aspetta...
Ma la Weasley se n'era già andata.
— Uhm... — mi grattai la nuca, indecisa su cosa fare o dire, — Scusa, non volevo.
— Oh, sta' tranquilla. — rispose Anthony sorridendo, — Piuttosto, ti sei fatta male?
Scossi la testa, mentre chinavo lo sguardo verso la bacchetta che era scivolata per terra.
Ci piegammo entrambi e le nostre mani si avvicinarono contemporaneamente al bastoncino di legno.

Se vi va, fate partire la canzone in copertina ;))

Quando le nostre dita di sfiorarono, lui alzò lo sguardo, forse sperando di incontrare il mio, ma non lo trovò. Non perché non volessi guardarlo, ma perché non ebbi il tempo materiale di farlo, dato che qualcuno si era parato tra noi e aveva sollevato bruscamente Anthony.
Mi raddrizzai immediatamente e la scena che mi trovai davanti mi fece ammutolire.
— Non ci provare, okay?
— Hey hey! Calmati, la stavo solo aiutando!
— Penso che i muscoli e le ossa le funzionino abbastanza bene da permetterle di raccogliersi la bacchetta da sola.
— Okay, amico. Ho colto l'antifona.
Così come era arrivato, Anthony se ne andò, senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio neppure nella mia mente, che ormai era occupata dalla persona che era appena arrivata e che aveva cominciato a creare scompiglio trai miei pensieri.
— È un Corvonero abbastanza sveglio da capire che non è saggio avere un Malfoy come nemico.
Deglutii, stringendo la bacchetta tra le dita prima di riporla nella tasca interna dell'uniforme.
— Mi stava solo raccogliendo la bacchetta. Era un gesto gentile.
— Non ti credevo così ingenua. O forse fai semplicemente finta di non vedere la realtà dei fatti?
Draco si appoggiò al muro, incrociando le braccia, in una posa che non potei far altro che trovare terribilmente sexy.
— Scusa, ma sono in ritardo per Trasfigurazione.
Prima che riuscissi a superarlo, Malfoy mi afferrò il braccio e mi tirò indietro verso di lui.
— Questa situazione sta cominciando a infastidirmi parecchio.
— Di cosa parli? — chiesi vaga.
— Lo sai, Georgia. — rispose, allentando la presa fino ad allontanare la mano, — Mi stai evitando da giorni e lo trovo un comportamento infantile. Io ero pronto a parlare riguardo a... quello che è successo. Ma a quanto mi è parso, tu non lo eri, allora ho aspettato. Eppure sembra che la situazione sia solo degenerata. Poi passa un tipo più o meno attraente e tu ci caschi. Andiamo!
Draco alzò gli occhi al cielo, allontanandosi dal muro per avvicinarsi a me.
— Perché continui a prendermi per il culo? — mormorai.
— In che senso?
Con un movimento rapido, lo superai, riprendendo a camminare con passi decisi verso la classe di Trasfigurazione.
— Nel senso che non te ne frega un cazzo, non te n'è mai fregato un cazzo. Cos'era? Una scommessa con quei due buffoni di Tiger e Goyle?
— Georgia, stai solo dando fiato alla bocca. Ciò che dici non ha senso.
Lui fu più rapido di me e per la seconda volta mi bloccò la strada.
— Come no?! Certo che ce l'ha! Com'è possibile che in un arco di tempo così breve sei passato da odiarmi a... a... — gesticolai, non sapendo come descrivere la svolta inaspettata che il nostro rapporto aveva preso.
— A piacermi? È questo che vuoi dire? Non riesci a capire come sia possibile che io, Draco Malfoy, mi sia invaghito di te?
Sentirlo dire da lui e non da Ginny faceva un effetto completamente diverso.
Il mio cuore, che già prima non scherzava, cominciò a palpitare in modo così rapido e violento che sembrava voler uscire dal petto.
Non sapevo come rispondergli, perciò, mentre il mio volto si dipingeva di rosso porpora, accennai un sorriso tirato e feci un cenno di assenso, guardando altrove e tentando, invano, di superarlo ed evitare per l'ennesima volta quella conversazione che mi imbarazzava e spaventava terribilmente.
— Cosa faresti se ora ti dicessi che mi piaci?
Mi appoggiai al muro, atterrita da quella domanda, alla quale non ero ancora pronta a dare una risposta.
Cosa sarebbe successo? Sarebbe cambiato tutto, probabilmente. Avevamo passato gli ultimi anni a scannarci e a insultarci come se da ciò dipendesse la nostra vita e non ci eravamo mai interessati alla conoscenza dell'altro. Non avevamo mai avuto una conversazione durante la quale avessimo parlato delle nostre famiglie, dei nostri interessi, di noi.
Fino ad ora, almeno.
Draco non aspettò una risposta e continuò a parlare.
— Se non me ne fosse fregato un cazzo, come tu sostieni, non ti avrei mai baciata e, anzi, il solo pensiero di farlo mi avrebbe fatto un po' schifo.
Dalle mie labbra si sprigionò una lieve e inaspettata risata.
— Georgia.
Fece un passo avanti.
— Guardami.
Se non mi avesse mosso delicatamente il viso con le dita, probabilmente non avrei mai avuto il coraggio di guardarlo.
Ma adesso eravamo lì, i nostri sguardi incatenati e i nostri visi troppo vicini per trovare la forza di allontanarsi.
— Se non me ne fregasse un cazzo, ora non farei questo.
E quando le nostre labbra si sfiorarono, furono i fuochi d'artificio.
La sua bocca si spostò sui miei zigomi, sulla mia fronte, sul mio mento, ripetutamente.
— Draco.
Lui non mi diede retta e continuò a baciarmi ogni angolo del viso.
— Vuoi davvero che mi fermi?
Non risposi, perché non sapevo cosa dire, seppur di cose da dire ce ne fossero fin troppe.
Eravamo in pieno corridoio, qualcuno ci avrebbe probabilmente visti, e ciò non avrebbe giovato alla reputazione di Draco. Insomma, visto in giro mentre slinguazzava una nata babbana... non era esattamente un salto di qualità.
Senza considerare il fatto che se a vedermi fossero stati Harry, Hermione o i Weasley, me ne sarei vergognata a vita.
Ma c'era qualcosa che superava ogni paura, quel qualcosa mi portò a non usare le labbra per altro che non fosse baciarlo.
Mandai a fanculo il mio fottuto orgoglio e lasciai che le sue labbra si poggiassero nuovamente sulle mie, per un ultimo bacio.
Solo un altro. Uno solo, e basta.
Un tonfo troppo vicino a noi ci fece sussultare.
Draco si staccò dalle mie labbra e si voltò.
Non era Harry, non era Hermione, non erano i Weasley, ma molto peggio.
Quando la vidi, mi pietrificai sul posto.
— Rebeka.

n/a:
Mado raga, perché c'ho l'ansia.

mudblood - the descendant  [d.m.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora