La nostra prima festa

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Non stiamo nella pelle. Siamo pronte per il nostro primo

grande evento mondano, anche Sara con pantaloni e top neri,

forse un po' monocromatica, ma non importa, lei è contenta così.

Mio padre vuole assolutamente accompagnarci in questo

locale a Testaccio; vuole essere sicuro del posto e dare un'occhiata agli altri invitati.

Dopo un'estenuante discussione arriviamo a un accordo,

ci lascerà un isolato prima, al semaforo, e noi proseguiremo

da sole a piedi. Pensa che vergogna arrivare in macchina con

papà e magari farsi accompagnare anche dentro. Tanto lo conosco,

passerà ugualmente davanti al locale per controllare,

ma in quel caso noi saremo già dentro, almeno spero!

Dopo averlo salutato, ci incamminiamo, io e Marta davanti,

Sara e Giò indietro. Passiamo davanti a un bar dove sono

seduti tre ragazzi grandi, avranno vent'anni, e al nostro

passaggio si girano e cominciano a fischiare e commentare:

«Guarda che gambe, e non solo... Ehi, ragazze, dove state

andando così in fretta? Perché non vi sedete un momento,

possiamo offrivi qualcosa?» Io e Marta ridiamo un po' imbarazzate.

Ho il cuore in gola «Non vi mangiamo mica» aggiungono

i tipi mentre giriamo in fretta l'angolo e aspettiamo

le altre due che sembrano non essersi accorte di niente.

«Non ci credo, quei ragazzi lì al bar? Non sembravano i tipi.»

«Forse non dovevo mettere questi jeans, che vergogna, avrei

voluto scomparire, hai visto come mi guardavano? Mi è

venuta la pelle d'oca, andiamocene subito» rispondo ancora

agitata. In effetti, i jeans corti che mi ha regalato Marta mi fanno un sedere da paura!

Finalmente troviamo il locale.

«Ciao, Davide» dicono insieme Sara e Giò al fratello di Filippo.

«Ragazze, siete uno schianto. Sole?» chiede lui.

«No, con Vale e Marta, le conosci?» risponde Giò.

«Certo, tu devi essere la sorella di Marco, giusto? Devo

dire a tuo fratello di non tenere nascosta una bellezza così!»

Marta sorride divertita. Prima di entrare, Davide ci consegna

dei cartoncini timbrati che servono per le consumazioni. Poi

ci chiede la mano, sorridendo, vuole farci un piccolo timbro.

Serve per permetterci di uscire e rientrare senza problemi. Il

marchietto sembra una piccola coccinella rossa, molto carina.

Marta chiede di averla su una spalla, come un tatuaggio vero

e si abbassa la spallina. Vedo la mano di Davide tremare leggermente...

poi saliamo le scale ed entriamo. Il locale è grande,

c'è una parte al chiuso dove si balla, con alcuni divanetti

Il mio cuore per teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora