Il viaggio a Londra

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Non c'è stato niente da fare, i miei sono stati irremovibili;

mi hanno ascoltato ancora, ne abbiamo riparlato, abbiamo

litigato di nuovo, ma alla fine la loro decisone è rimasta la

stessa: devo partire. Mi sento come svuotata e mi muovo

quasi assente nella mia stanza. Devo preparare la valigia, ma

sono tutta scombussolata, non posso credere che sta succedendo

proprio a me e che domani parto davvero. Io che, a

differenza di Marta, amo la mia città, il posto dove abito e i

miei amici, vengo mandata, così, un po' allo sbaraglio, in una

città sconosciuta e per giunta a parlare una lingua che non è

la mia. Marta quando l'ha saputo è rimasta più sconvolta di

me e mi ha giurato che farà di tutto per venirmi a trovare con

Giacomo; che carina, lo so che non succederà, ma solo il fatto

che ci abbia pensato mi ha fatto stare bene.

Prendo il piumino e lo poggio sul letto; un senso d'abbandono

mi sommerge e le lacrime riprendono a scendere inesorabili.

Se mai avrò dei figli, non gli farò mai un torto simile,

non li manderò mai da nessuna parte senza il loro consenso.

Mi siedo per terra e metto la testa tra le gambe; ondeggio su

e giù cercando di calmare l'ansia che continua a tenermi lo

stomaco contratto. Deve succedere qualcosa, alla fine capiterà

un evento che non mi farà più partire. Come farò senza

vedere Marco per tutto questo tempo? Già mi manca solo al pensiero.

Mi rialzo e tiro fuori quattro, cinque maglioni e li butto

dentro la valigia alla rinfusa. Poi afferro una manciata di magliette

e le lancio sopra il resto dei vestiti. Faccio tutto come

un automa, mi sento come se il corpo e la mente andassero in direzioni opposte.

Per fortuna non faccio il viaggio da sola, per un attimo ho

temuto anche questo. Mio padre aveva già comprato un biglietto

aereo per accompagnarmi da Mrs Norton, parlare con

lei, vedere la stanza e ripartire la sera stessa: non sarà troppo?

Marco bussa alla porta, entra e richiude.

«Allora, hai già fatto la valigia?»

Annuisco mentre infilo le ultime cose nel borsone.

Mi abbraccia da dietro mentre mi bacia il collo.

«Come faccio a non vederti per tutto questo tempo?» sussurro.

«Non ci pensiamo, altrimenti è peggio. Potrò chiamarti

sul cell, ti prende laggiù?»

Oddio, non ci ho pensato, ma immagino di sì, l'anno che con

Il mio cuore per teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora