Non c'è stato niente da fare, i miei sono stati irremovibili;
mi hanno ascoltato ancora, ne abbiamo riparlato, abbiamo
litigato di nuovo, ma alla fine la loro decisone è rimasta la
stessa: devo partire. Mi sento come svuotata e mi muovo
quasi assente nella mia stanza. Devo preparare la valigia, ma
sono tutta scombussolata, non posso credere che sta succedendo
proprio a me e che domani parto davvero. Io che, a
differenza di Marta, amo la mia città, il posto dove abito e i
miei amici, vengo mandata, così, un po' allo sbaraglio, in una
città sconosciuta e per giunta a parlare una lingua che non è
la mia. Marta quando l'ha saputo è rimasta più sconvolta di
me e mi ha giurato che farà di tutto per venirmi a trovare con
Giacomo; che carina, lo so che non succederà, ma solo il fatto
che ci abbia pensato mi ha fatto stare bene.
Prendo il piumino e lo poggio sul letto; un senso d'abbandono
mi sommerge e le lacrime riprendono a scendere inesorabili.
Se mai avrò dei figli, non gli farò mai un torto simile,
non li manderò mai da nessuna parte senza il loro consenso.
Mi siedo per terra e metto la testa tra le gambe; ondeggio su
e giù cercando di calmare l'ansia che continua a tenermi lo
stomaco contratto. Deve succedere qualcosa, alla fine capiterà
un evento che non mi farà più partire. Come farò senza
vedere Marco per tutto questo tempo? Già mi manca solo al pensiero.
Mi rialzo e tiro fuori quattro, cinque maglioni e li butto
dentro la valigia alla rinfusa. Poi afferro una manciata di magliette
e le lancio sopra il resto dei vestiti. Faccio tutto come
un automa, mi sento come se il corpo e la mente andassero in direzioni opposte.
Per fortuna non faccio il viaggio da sola, per un attimo ho
temuto anche questo. Mio padre aveva già comprato un biglietto
aereo per accompagnarmi da Mrs Norton, parlare con
lei, vedere la stanza e ripartire la sera stessa: non sarà troppo?
Marco bussa alla porta, entra e richiude.
«Allora, hai già fatto la valigia?»
Annuisco mentre infilo le ultime cose nel borsone.
Mi abbraccia da dietro mentre mi bacia il collo.
«Come faccio a non vederti per tutto questo tempo?» sussurro.
«Non ci pensiamo, altrimenti è peggio. Potrò chiamarti
sul cell, ti prende laggiù?»
Oddio, non ci ho pensato, ma immagino di sì, l'anno che con
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Il mio cuore per te
ChickLitVale e Marta, amiche per la pelle, sono legatissime tra loro ma diverse nel carattere: tanto una è timida e chiusa, quanto l'altra è sfacciata e disinvolta. In comune hanno un obiettivo: conquistare i due ragazzi più affascinanti e desiderati di tut...