Il campeggio

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Otto mesi prima, giugno inoltrato.

Sto aspettando Marco per andare al mare con lui, oggi è domenica

e mi sono messa il costume che mi hanno regalato le

mie amiche per il compleanno, quello con i pesci. È la prima

volta che ci andiamo insieme e sono imbarazzata all'idea di

spogliarmi e rimanere in costume davanti a lui. In compenso

sono felice come non mai, con Marco è successo tutto così in

fretta che non mi sembra ancora vero; lui, il fratello della mia

migliore amica, che ha perso la testa per me, è fantastico! Anche

perché lui è... è proprio un fico! Bello, alto, biondo, occhi

azzurri. Non avrei mai pensato fosse possibile; specialmente

dopo la delusione con Ale, la mia unica brutta esperienza

con i ragazzi. Invece Marco ha scelto me, sì, proprio la sottoscritta,

Vale, la ragazzina timida, distratta, che combina

sempre qualche casino. E da quando stiamo insieme, e cioè

da ben trenta giorni, non so se ci rendiamo conto, la vita ha

ripreso a sorridermi come non mai. Forse è il suo sorriso, i

suoi occhi azzurri come il cielo in una giornata primaverile, o

forse sono le sue carezze, oppure le parole affettuose che ogni

volta mi fanno sciogliere come un gelato; oppure i suoi baci,

sì, quei baci così teneri e delicati, per non parlare di quando

mi stringe forte e mi mordicchia il collo, mmh... adesso sì che

so cos'è l'amore... è lui! E si chiama Marco.

Scendo che è già lì e appena mi vede, mi sorride e mille

brividi mi attraversano la schiena. Al settimo cielo lo raggiungo

di corsa; lui mi stringe forte e le sue labbra morbide mi

mordicchiano, appunto, il collo!!! Mi sciolgo dall'abbraccio

cercando di mascherare il mio rossore.

«Ehi, pronta per il lungo viaggio?» dice ridacchiando.

«Assolutamente sì, da che parte andiamo?» chiedo ancora

accaldata per tutte queste emozioni.

«Pensavo vicino a Ostia, ai cancelli, che ne dici?»

«Dove vuoi.» E aggiungo, in silenzio, basta che sono con te!

Salgo in motorino, metto il casco e appoggio la testa alla sua

schiena stringendolo forte: finalmente lo posso abbracciare.

Lui ridacchia.

«Cosa c'è di tanto divertente?» chiedo rimanendo incollata a lui.

«Niente, mi piace quando ti stringi a me.»

Rido divertita mentre appoggio il mento sulla sua spalla.

«Ti ricordi la prima volta che mi hai accompagnato a

scuola in motorino, quando stavo facendo tardi?»

«No, quale?»

«Smettila, hai capito benissimo.» E gli do un pizzico.

Il mio cuore per teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora