Pochi minuti al nuovo anno

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Scendo a Embankment e appena salgo le scale della sta

zione mi appare il famoso orologio di Londra. È immenso,

maestoso con quell'occhio al centro che sembra ti osservi da

lontano. Mi appoggio a un muretto e osservo il via vai dei

turisti; c'è un'aria festosa, forse è la vicinanza di Capodanno.

Un chiosco vicino manda un odorino così invitante che alla

fine cedo e compro una crêpe alla nutella. Dopo aver fatto un

paio di foto con il cell seguo il flusso della gente e attraverso

il ponte. Mi affaccio di sotto, il Tamigi è largo e impetuoso,

niente a che vedere con il nostro Tevere; la corrente muove

veloce l'acqua e ogni tanto qualche battello passa sotto al ponte.

«Could you make us a picture?» mi chiede una coppia di giapponesi.

Mentre cerco di inquadrare loro due che si abbracciano e

sorridono, penso a Marco e mi intristisco un pochino, certo

sarebbe stato carino se lui fosse qui; ma il pensiero, veloce

com'è arrivato, vola via spazzato come da una folata di vento:

un gruppo di giocolieri ha preso il suo posto. Tutti vestiti con

abiti sgargianti e il viso dipinto di mille colori. Si muovono

veloci al ritmo di una musica tribale; li accompagnano un piccolo

cane, anche lui vestito e acconciato come loro, una scimmia

e un grosso pappagallo che gli svolazza intorno. Uno di

loro lancia velocissimo dei birilli in aria mentre si muove al

ritmo della musica. Sono affascinata, mi sento come ipnotizzata

da quegli oggetti che lui muove con destrezza e agilità.

Per un attimo mi sento uno di quei birilli, leggera, sospesa

nell'aria; volo, rotolo, faccio capriole, ridiscendo e poi di nuovo

su, sempre più in alto. Rido felice mentre il vento mi scompiglia

i capelli, le capriole mi fanno perdere la direzione; ma

non importa, posso lasciarmi andare senza incertezze, tanto

c'è chi mi riprenderà e mi lancerà di nuovo verso l'alto. Batto

le mani mentre lui recupera uno a uno i birilli e se li mette

sotto il braccio. Fa un inchino e sorride verso di me; i nostri

occhi si incrociano per un momento e lui, prima di girarsi

dall'altra parte, mi fa l'occhiolino; riprendo il mio cammino in subbuglio.

'Ti devo raccontare un sacco di cose. Che fai domani sera?

Io e Giacomo festa privata a casa sua; i genitori sono fuori per

tre giorni. Solo io e lui, non è romantico?' mi scrive Marta.

Le racconto del mio programma e rimaniamo d'accordo

di farci gli auguri l'indomani a mezzanotte in punto. Strano,

Il mio cuore per teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora