L'arrivo di Giulia

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«Vale, Vale» sento mia madre chiamare.

«Sììì?» rispondo dal salone.

«Chiama tuo padre, è ora.»

Come è ora, è ora per fare che?

Rimango ancora distesa sul divano, guardando la tv.

«Vale, hai capito cosa ho detto? Non perdere tempo, alzati e chiama tuo padre.»

A quel punto finalmente mi si accende la lampadina, Giulia!

Oddio, scatto all'istante e corro in camera di mia madre.

«Mi vuoi dire che...»

«Sì, sì, hai capito bene, non rimanere lì impalata, ti prego.

Devi chiamare tuo padre, dobbiamo andare in ospedale,

non c'è molto tempo.»

Con le mani che mi tremano, prendo il cell e chiamo.

«Mamma, che facciamo? Il numero è occupato» le dico,

con voce angosciata.

«Calma, Vale, intanto aiutami ad alzarmi e a vestirmi. Poi riprovi.»

Con sempre maggior apprensione le do una mano, mentre

mentalmente cerco di rimanere calma.

Giulia, aspetta, che fretta hai? Sei rimasta lì tanto tempo e

adesso scalpiti? Papà continua a non rispondere al telefono;

cavolo, papà, pure tu, però...

«Chiamiamo un taxi» dice mia madre ormai pronta per uscire.

Dopo cinque minuti saliamo in macchina, e mentre ci muoviamo

osservo il viso tirato di mia madre; stringendomi la

mano, mi dice che le contrazioni cominciano a farsi sentire

sempre più forti.

In preda all'ansia mando un sms a Marta: 'Giulia si è rotta

e ci ha fatto appena sapere che è ora!'

Lei mi risponde al volo.

'Che fico, Vale, che emozione! Fammi sapere, non mi tenere sulle spine!'

'Okay, a dopo.'

Poi mando un sms anche a mio padre per avvertirlo; intanto

continuo a stringere la mano di mia madre.

E se papà non arriva, che faccio?

«La prego, faccia più in fretta, altrimenti mia figlia nasce

qui, nella sua macchina» urla mia madre al tassista, che preoccupato

si mette a suonare il clacson come un matto.

«Mamma, respira, devi fare dei lunghi respiri, ti ricordi?

Me l'hai detto tu» e mimo la scena.

Comincia a sudare e la fronte le si copre di minuscole goccioline.

«Ci siamo quasi, signora, resista, cinque minuti e siamo arrivati.»

Mia madre respira sempre più velocemente; Giulia,

fai la brava, aspetta altri due minuti. Non puoi voler uscire fuori

proprio ora su un sedile di un taxi, giusto? Meglio un posto

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