I miei quattordici anni

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Guardo l'immagine riflessa attraverso i vetri dell'autobus;

i miei capelli, che cominciano finalmente a toccare le spalle,

sono scomposti come al solito, sembra mi sia appena alzata

dal letto. Gli occhi, color nocciola come

quelli di mio padre,

mi fissano con sguardo incerto. In fondo non sono così male,

penso; se solo avessi le labbra più morbide e gli occhi meno

tondi forse... con un sospiro distolgo lo sguardo.

L'autobus è più affollato del solito, per fortuna mancano

solo poche fermate. Non lo prendo quasi mai, preferisco

tornare a piedi con le mie amiche; non sopporto tutta quella

gente che spinge, ti si butta addosso, per non parlare degli odori,

i respiri pesanti; certo se avessi il motorino sarebbe tutta

un'altra storia. Oggi appena fuori scuola sono fuggita, volevo

solo scomparire dalla faccia della terra. Mi sento inquieta,

continuano a ritornarmi in mente le immagini dell'umiliazione

subìta poche ore prima in classe; provo a cacciar via il

pensiero, ma torna implacabile. Sento pizzicare gli occhi e li

chiudo, non devo piangere, almeno non ora! Stringo le labbra

con forza. Chissà perché il prof di storia oggi si è accanito

in quel modo con me. Certo la lezione non l'avevo studiata

alla perfezione, ma buttare ripetutamente il libro a terra e costringermi

ogni volta a raccoglierlo mi è sembrato esagerato.

Marta, la mia amica del cuore, ha provato in tutti i modi a

consolarmi, ma è servito a poco. E pensare che questa matti12

na, appena alzata, mi sentivo così euforica e per un momento

ho pensato che era la mia giornata fortunata. Per l'occasione

mi sono messa anche la gonna color prugna, cosa che non

capita molto spesso. Ho pensato che forse così Ale, il bello

della scuola, mi avrebbe

finalmente notato, ma niente, come

se non esistessi! Certo non posso competere con Federica, la

mia compagna di classe, la più carina della scuola, oppure

con Marta, così disinvolta e spavalda. Sospiro.

L'autobus frena improvvisamente mandandomi addosso

a un signore; mi scuso e abbasso lo sguardo imbarazzata

mentre lui sorride. Si aprono le porte e in un balzo sono fuori,

aria finalmente, penso. Squilla il cell, è Marta «Auguri!!!!!»

sento un coro di voci che urlano. «Tanti auguri VALEEE!» Sì,

oggi è anche il mio compleanno. «Grazie» provo a rispondere

con voce squillante, ma con poca convinzione.

Il mio cuore per teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora