Dire o non dire

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L'abbraccio forte e sincero di mio padre all'aeroporto mi

commuove più del solito, e mentre usciamo all'aperto mi

sembra sorridente e rilassato: forse le vacanze sono servite a

qualcosa. Parliamo come se niente fosse, i malumori e le liti

sembrano solo un ricordo lontano. Gli racconto ogni cosa, omettendo

però la più importante, quella che mi brucia più di

una ferita aperta. Lui si entusiasma delle mie gite, dell'inglese

migliorato e delle mie nuove amiche. Parcheggiamo, e mentre

percorriamo i pochi metri che ci separano da casa capisco

quanto mi sono mancati tutti quanti.

Entro, poggio lo zaino a terra e mi guardo intorno: sono finalmente

a casa mia, sono felice, anche se una parte di me vorrebbe

fuggire a gambe levate. Faccio

qualche passo, poi sento

dei rumori provenire dalla cucina e così mi blocco; la nota voce

di mia madre mi arriva mentre canticchia una canzone. In

un balzo sono sulla porta della cucina.

«Mamma.»

Lei si gira e raggiante allarga le braccia.

«Vale, come sono contenta che tu sia tornata; vieni qui, fatti abbracciare.»

Ogni dubbio, ogni incertezza svanisce all'istante, lei continua

a stringermi, a baciarmi i capelli. Inalo a fondo il suo profumo al limone e cedro.

«Fatti guardare, voglio vedere se sei cambiata» dice allontanandomi un po' da lei.

Abbasso gli occhi, chissà se capirà che è successo qualcosa,

penso imbarazzata. Ma che vado a pensare, figuriamoci

se da fuori si capisce. Neanche io vedo niente di diverso, a

parte l'atroce senso di colpa. Scaccio via i tristi pensieri, voglio

godermi questi pochi momenti felici.

«Giulia? Dorme? Come sta? Posso vederla?»

Lei mi guarda socchiudendo gli occhi, poi mi prende sottobraccio

e insieme andiamo in camera da letto. Il sole filtra

dalla finestra e i suoi raggi irradiano una luce quasi irreale.

Vedo le piccole api del lettino dondolare mosse da una leggera

corrente d'aria. Ci avviciniamo continuando a tenerci

abbracciate e due piccoli occhi vispi si girano verso di noi.

«Mamma, ma è cambiata moltissimo, si è allungata, e poi

si muove molto di più. Che impressione» dico emozionata.

Allungo una mano per accarezzarla e lei l'afferra e la stringe.

Il mio cuore ha un tuffo e gli occhi mi si inumidiscono.

«Com'è carina, guarda, mamma, come mi tiene la mano.

Pensi che mi abbia riconosciuto?»

Lei mi stringe più forte, poi si avvicina a mia sorella e la

Il mio cuore per teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora