§ Incontri §

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Le foglie cadevano stanche dagli alberi, creando un morbido tappeto sul terreno di colore arancione. Grazie ad un oggetto babbano chiamato "binocolo", Hermione riusciva a tenere sotto controllo i confini del Manor. Squadre di mangiamorte si alternavano ogni due ore, senza lasciare scoperto un solo centimetro, ma per sua fortuna una guardia era sempre più veloce degli altri e così facendo diminuiva la durata della presenza del suo gruppo sul confine. Morse il biscotto che aveva preso dalla dispensa, a sgranocchiandolo lentamente, per non fare rumore. Ad un tratto qualcosa catturò la sua attenzione; un uomo, che da giorni andava e veniva, ad un tratto si era fermato in mezzo al vialetto e si era girato. Hermione si abbassò veloce pur sapendo che l'uomo non avrebbe mai potuto vederla. Quando ritornò alla finestra l'uomo era tornato sui suoi passi e lei si rimise comoda sullo sgabellino, sfregandosi le mani per riscaldarle. La giornata trascorse tranquilla e verso il tramonto Hermione uscì per cercare qualche piccolo animaletto notturno.

L'aria tirava tagliente e sfrigolante, annunciando una tempesta imminente. Da lontano i fulmini illuminavano le grosse nuvole nere e i tuoni gorgheggiavano distanti. Hermione era uscita armata di arco e del suo fidato coltello. Cammino per qualche minuto tra i rami, ma gli animali impauriti dalla tempesta si erano già ritirati. "Magari avrò più fortuna se cerco a terra." pensò; era sempre un rischio scendere, ma le mancava la carne fresca. "Se fossi stata vegetariana il problema non sarebbe sorto." Sorrise al pensiero. Iniziò a camminare e si diresse verso ovest, grazie alla poca luce che ancora filtrava tra le foglie. Il silenzio era totale e inquietante, abituata come era a sentire sempre qualche animaletto zampettare, ma la cosa che la rassicurava era il fatto di non trovare nessun grande predatore grazie al letargo.

Sentì un sottile frusciare di foglie, ma non le sembrava di animale, così decise di nascondersi dietro un cespuglio. Rimase in ascolto, ma dopo poco il suono si spense mentre le prime goccie d'acqua iniziavano a cadere pesanti come tanti chiodi. I lampi illuminavano il cielo quasi a giorno e i tuoni rimbombavano feroci tra i tronchi. Hermione preferì tornare indietro, non fidandosi delle condizioni metereologiche. Fece pochi passi quando qualcosa la fece fermare. Di nuovo quel fruscio; incoccò una freccia verso la direzione da cui proveniva il suono. Era tesa come una corda di violina, pronta a far scoccare la freccia che sarebbe andata a ficcarsi con precisione nel bersaglio, ma quello che uscì da dietro i cespugli la sorpresa talmente tanto da immobilizzarla. L'uomo che aveva visto andare indietro almeno un centinaio di volte dal Manor la stava fissando. Hermione rimase ferma, non riusciva a muoversi, quella presenza la catturava. Il cappuccio era calato sul volto, ma i suoi occhi color ghiaccio brillavano malvagi e oscuri. Dopo un silenzio che le era sembrato lungo anni, l'uomo parlò.

«Non voglio farti del male... »

La sua voce era calda, quasi rassicurante, sollevò leggermente le mani in segno di resa. Hermione rimase sconvolta e affascinata allo stesso tempo. Qualcosa le diceva che non si sarebbe dovuta fidare dell'uomo e preferì tenere l'arco in posizione.

«Mi serve il tuo aiuto Hermione...»

Per poco non mollò la presa sull'arco. Come faceva a conoscere il suo nome? Quell'uomo le sembrava di riconoscerlo, ma non riusciva a vederlo bene. I dubbi le invasero la mente.

«Non so chi tu sia, ma non ho intenzione di aiutare un mangiamorte.»

«Neanche un vecchio nemico aiuteresti?»

L'uomo si calò il cappuccio; i biondi capelli spettinati, la pelle diafana e gli occhi che luccicavano senza bisogno della luce. Hermione rimase paralizzata da quella visione; che stesse sognando? Oppure quello era davvero... Draco Malfoy?

«Non ti aiuterei neanche se il mondo stesse per finire! Preferirei buttarmi da una rupe che aiutarti!»

La sua voce uscì rabbiosa e carica di astio. Come osava chiederle aiuto? Come osava solamente presentarsi in quel modo! Dopo otto anni di guerra.

«Se non verrai con le buone non mi lascia alla scelta che usare le cattive.»

Sul suo volto sorse un ghigno, quasi divertito.

«Non sarà così facile e se non ti dispiace non ho tempo da perdere.»

Fece un passo nella direzione opposta quando Draco le scagliò un maleficio che atterrò vicino al suo piede.

«Allora vuoi giocare Granger? E così sia.»

Hermione iniziò a correre evitando gli incantesimi di Draco, poi vide la salvezza; un grosso ramo su cui arrampicarsi. Fece un agile salto e con forza si tirò sull'albero mentre Draco continuava a lanciare incantesimi. Corse veloce, sfruttando i rami, ma uno schiantesimo la raggiunse. Stava per cadere pesantemente a terra quando Draco l'afferrò tra le braccia. Non era svenuta ancora del tutto e riuscì a sentirlo mentre le sussurrava qualcosa.

«Ti sei fatta più agile Granger...»

Poi il buio la travolse.

A Un Soffio Dalle Mie Mani |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora